Riflettori su
Michel Altieri

Officina della Voce Roma: stage con Michel Altieri

In anteprima (ringrazio Barbara per la preferenza), vi posto un nuovo interessante stage, con il grande Michel Altieri, che, dopo la fortunata tournèe di W Zorro, prima di concludere, per questa stagione, la sua esperienza in Italia, sarà a Roma, all’Officina della Voce, per uno stage aperto a tutti.

PROGRAMMA DI LAVORO PER LA GIORNATA DI STAGE:
-TEORIA DELL’ESIBIZIONE
-INTERPRETAZIONE NEL MUSICAL
-MODERNITA’
-TECNICHE DELLA PRESENZA SCENICA
-STUDIO DELLA SCALA DELLE EMOZIONI-RELAZIONE  COMPORTAMENTI-PAROLA-GESTO
-LAVORO INDIVIDUALE SU UN BRANO DI MUSICAL CANTATO-INTERPRETATO  A SCELTA.

Dice l’artista: “Una delle mie fonti più consistenti di ricambio di energia è proprio  l’insegnamento, cosa che ho conosciuto negli ultimi anni tenendo stage di grande successo in tutta Italia.
Il mio lavoro consiste nel prendere l’artista, accentuarne la personalità  ed elevarlo il più possibile al cosiddetto standard di Broadway. La base di ogni interprete è prima di tutto la conoscenza dettagliata delle emozioni  suddivise in uno schema di comportamento dell’individuo/personaggio. L’attore deve sapere come è fatto l’uomo, come ragiona  e come agisce a seconda del suo stato emotivo, poichè l’attore in scena restituisce l’uomo alla platea.  Uno dei lavori più intensi che svolgo insieme ai giovani consiste proprio nello spingerli a osservare gli altri, studiarli  e mai giudicarli, proprio perchè sono convinto che il lavoro dell’artista stesso sia  mai un’esibizione ma una condivisione con chi ha di fronte a sè. Dalla mia esperienza indimenticabile con Anna Strasberg mi è rimasto l’insegnamento che l’attore vada in scena come atto d’amore per il pubblico, per coraggio e non per smania di apparire. Negli occhi di un performer ci seve essere il fuoco  dell’interesse per la gente più che il vuoto dell’interesse per se stesso, ed è questo che contraddistingue i professionisti dagli esibizionisti.

Uno dei problemi più ricorrenti nell’immedesimazione sul palcoscenico è la fine della comunicazione con la platea. L’attore è bravo se il pubblico gli crede, gli spettatori devono essere invasi o incuriositi dalla potenza dell’artista, che funziona solo se “lo fa per loro”. Dunque non c’è da meravigliarsi se all’artista che sta piangendo durante una scena potrei chiedere “di più” visto che nessuno in platea capisce le sue parole, nè s’è lasciato coinvolgere dalla sua interpretazione.

Garcia Lorca parlava di “Duende” per definire quel demone scuro che rendeva certi artisti così affascinanti e molto più incisivi di altri. Certo, magnetismo e carisma sono qualità di pochi, ma ogni artista può trovare la strada per accrescere la sua presenza scenica. Il mio lavoro non si limita a preparare i ragazzi alla perfetta  esibizione di un brano con intonazione e gesti giusti, bensì li porta ad esplorare l’altra dimensione del  loro universo spirituale per aumentare lo spazio che occupano, così che il corpo diventi uno strumento, l’inizio della loro forza, non la fine.  La liberazione è per l’artista la via per diventare più grande ed occupare non più soltanto l’involucro del proprio corpo, ma palco e platea insieme.
Io cerco di aiutare gli artisti che ho di fronte ad essere…liberi.”

Lo stage si terrà a Roma, presso l’Officina della Voce (Largo Girolamo Rainaldi 2 – zona Flaminio) sabato 2 marzo 2013, dalle 11,00 alle 18,00
Per info e prenotazioni info@officinadellavoce.it o 388.8273047
www.officinadellavoce.it

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