Settima edizione per Music Club, cinque concerti per cultori della musica, rassegna realizzata dai Pomeriggi Musicali con la consulenza artistica di Enzo Gentile.
Il tutto al Dal Verme di Milano.
Il calendario:
Giovedì 9 Maggio ore 18.30 REMO ANZOVINO
Sabato 11 Maggio ore 22.30 ? (IL BLIND ARTIST) + WOODEN WAND
Venerdì 17 Maggio ore 22.30 I LUF cantano Guccini
Venerdì 24 Maggio ore 22.30 PIERPAOLO CAPOVILLA legge Pier Paolo Pasolini
Venerdì 30 Maggio ore 18.30 SOLEY
Nella prossima pagina, tutte le info.
Creature in movimento. Sono quelle che navigano e volteggiano intorno a noi, in una società – dello spettacolo e non solo -, che cambia pelle, muta indirizzo e gioca con regole sempre nuove, ad attraversare mondi paralleli in continua trasformazione. Così ci piace pensare anche alla identità di questa nostra rassegna musicale che al settimo gradino della sua storia velocissima, ha già incontrato molti attori e abbracciato anime differenti. Nella versione primaverile, che si estende anche nella notte, Music Club, offre stavolta altri spunti e guarda a soluzioni ulteriori, convinti come siamo che il suono e i suoi protagonisti abbiano più sfaccettature e combinazioni del dado di Rubik. Dopo le prime edizioni di assestamento, con cui ci siamo presentati alla città e agli appassionati, abbiamo provato a suggerire personaggi e ipotesi via via diversi, a rappresentare una mappa più ampia e suggestiva, fuori dalle rotte tradizionali e generaliste, ma capace – speriamo – di parlare alle varie tipologie di un pubblico attento e curioso nel rispondere agli stimoli. Così nasce e avanza i suoi passi una scaletta di appuntamenti che smista le sue carte in un ambito geografico allargato, con linguaggi che toccano, anzi partono dall’immagine: e in particolare dall’intrigante documentario realizzato in occasione del Record Store Day (scadenza che tutti i tifosi e i devoti della musica di qualità portano nel cuore), che apre il calendario e proiettiamo in esclusiva, prima della emissione/distribuzione televisiva.
A parare ogni sospetto di esterofilia spinta, per uscire dai parametri che sinora hanno felicemente contraddistinto il cammino di Music Club dai primi vagiti, e anche per sottolineare le variabili di casa nostra, stavolta abbiamo pensato bene di dedicare spazi significativi del programma al ‘made in Italy’: con proposte apprezzate o da scoprire insieme, entro i confini di una matrice d’essai che sfugge però alle definizioni. Come altrimenti classificare l’elegante disegno strumentale pianistico di Remo Anzovino, cui seguiranno la festosa, originale rilettura di Francesco Guccini a opera degli scalpitanti Luf, e la performance poetico-sonora di Pierpaolo Capovilla a contatto con l’universo di Pier Paolo Pasolini? Non mancheranno – e come potremmo? – le incursioni nella canzone d’autore, che abbiamo voluto indagare con figure sinora mai transitate da queste parti, ma rivelatesi o confermatesi di recente con eccellenti prove discografiche: quelle dell’oscuro Wooden Wand (alle anagrafe James Jackson Toth, da New York), nome destinato a rinnovare una mirabile tradizione che nel nostro piccolo cerchiamo di alimentare con belle dosi di forze fresche. Infine, a chiudere la scaletta, con il piacere e l’intento di aprire una finestra sul futuro, un’artista islandese, Soley, giovane e talentuosa voce di un paese che in questi anni alla musica sta offrendo tantissimo: siglare con lei e la sue raffinate canzoni d’esordio questa edizione, ci è sembrato il modo-trampolino migliore per spiccare il volo verso la prossima.
A presto!
Enzo Gentile
IL CALENDARIO
9 maggio ore 18,30 – Remo Anzovino “Viaggiatore immobile”
Remo Anzovino, pianoforte
Vincenzo Vasi theremin, glockenspiel, basso, campionatore e voce
Alberto Milani, chitarra elettrica
Marco Anzovino, percussioni e chitarre acustiche
Tra i volti e le anime della musica strumentale italiana affiorata e dunque impostasi sul mercato negli ultimi anni, Remo Anzovino va rivelandosi come una delle figure più intriganti e capace di parlare linguaggi plurimi. Friulano di Pordenone, classe 1976, di professione avvocato penalista, ma ormai prestato alla musica ben oltre la semplice divagazione amatoriale, Anzovino che con i suoi quattro album è sempre arrivato al vertice delle classifiche jazz di I-Tunes, sa ben giostrare tra riusciti temi di immediata riconoscibilità e soluzioni di indagine più profonda, come testimoniano anche la scelta dei musicisti della band e del produttore Taketo Gohara, per il lavoro più recente, Viaggatore immobile. Estraneo alle malizie e alle scorciatoie di altri protagonisti delle scene, Remo nelle sue composizioni mostra la curiosità per mondi diversi, sottolineando con efficacia, grazie a un talento espressivo non comune, la naturale vocazione per la melodia, da intrecciare alla visioni di una musica di grande forza narrativa.
Il ‘viaggiatore immobile’ del titolo è il suo pianoforte a coda, strumento per eccellenza su cui volare, tra impegno civile e memoria, amore per il territorio (la suite 9 ottobre 1963 dedicata alla tragedia del Vajont) e omaggi al cinema muto, Buster Keaton su tutti (No smile).
11 maggio ore 22,30 – Double Set: ? + Wooden Wand
Five new songs
In molti album gli artisti, un po’ per gioco, un po’ per scaramanzia, amano aggiungere una ‘ghost track’ finale, una traccia nascosta, senza titolo, che fa comunque parte a tutti gli effetti del loro lavoro. Anche noi a Music Club prospettiamo una sorta di concerto a sorpresa, un blind date con il pubblico. Abbiamo invitato un artista di chiara fama, a suonare per noi, in anteprima, i materiali del suo prossimo disco. “Five new songs” è un’anticipazione, un test senza rete: uno stimolo al buio, fuori dall’ordinario, allo scoccare della mezzanotte, per chi sta in platea e chi va sul palco. Un appuntamento ‘cult’ con un personaggio che renderemo noto solo qualche giorno prima, ma che già sta scrivendo e provando per noi…
Wooden Wand
James Toth voce chitarra
Janet Simpson viola
David Hickox drums
Brad Davis guitar
Jody Nelson bass
Sono molti i volti e le sembianze artistiche che nella sua densa storia musicale ha assunto il newyorkese James Jackson Toth, presente sul mercato come Vanishing Point, a proprio nome o, ultimamente, sotto le insegne di Wooden Wand, di cui si segnala, uscito nelle scorse settimane, l’ottimo Blood oaths of the new blues. Testimone indipendente e libero per definizione, spesso cavalcando la scelta dell’autoproduzione, Wooden Wand si richiama alla storia leggendaria di folk-singer quali Johnny Cash, Willie Nelson, Waylon Jennings, Townes Van Zandt, attraversata da un tocco di acida elettricità e venature di psichedelia, senza concessioni revivalistiche.
17 maggio, ore 22.30 – I Luf cantano Guccini
Dalla Val Camonica con furore. Sono i contagiosi Luf, formazione che dal 2000 a oggi ha segnato la sua strada con un focoso folk-rock tra dialetto e sentimento di vincente capacità comunicativa. La band ideata e guidata da Dario Canossi – i lupi, in dialetto bresciano –, in queste stagioni ha saputo rappresentare la dimensione carnascialesca, profana, virale di una musica nata e organizzata per il divertimento, la condivisione: che negli scorsi mesi è approdata all’album I Luf cantano Guccini, pensato per festeggiare i settant’anni dell’artista emiliano che nel frattempo ha anche annunciato il suo ritiro. “Abbiamo vestito quelle belle signore che sono le canzoni di Guccini – spiegano i Luf – con abiti nuovi, fatti a mano, con fisarmonica, violino e cornamuse e le abbiamo fatte ballare con contrabbasso, banjo e batteria. Nessuno stravolgimento, solo un giro in campagna.”
Così come nel loro repertorio autoctono, i Luf a contatto con brani mandati a memoria da intere generazioni – Dio è morto”, Auschwitz, Il vecchio e il bambino, Canzone per Silvia, fino a L’avvelenata – manifestano la stessa vena ruspante e irriverente, filtrando storiche pagine d’autore con una filosofia popolare e di tradizione, vissuta in branco, tra disincanto, allegria e la forza delle radici. Da sentire e godersi tutti d’un fiato.
24 maggio, ore 22.30 – Pierpaolo Capovilla legge Pier Paolo Pasolini
chitarra: Paki Zennaro
Hanno molte declinazioni possibili la poesia e il pensiero, le pagine di Pier Paolo Pasolini: un versante tra i più originali e vitali è quello che ha voluto esplorare e mettere in scena il leader del Teatro degli Orrori, Pierpaolo Capovilla. 45 anni, dalla provincia di Milano, cresciuto professionalmente in Veneto, Capovilla si è diviso tra il rock (con i primi passi spesi dalle fila del gruppo One Dimensional Man) e la carriera teatrale dove, dopo un tour centrato sui testi di Majakovski, ha voluto concentrarsi su Pier Paolo Pasolini, per il reading intercettato dalla musica La religione del mio tempo. La performance che si avvale di una colonna sonora registrata, da Steve Reich a Scott Walker, e di interventi in live electronics a cura di … si divide in tre atti, La ballata delle madri, La religione del mio tempo, Una luce e permetterà alla nostra manifestazione di aprire uno spiraglio di qualità nel rapporto con il teatro e la dimensione, la forza della parola. “La poesia di Pasolini – ha spiegato Capovilla – narra il cuore oscuro della contemporaneità ed è ancora oggi impietosa denuncia di come siamo cambiati e cosa siamo diventati, in questi tempi di incertezza morale ed ostentato narcisismo. La sua opera, inspiegabilmente dimenticata, fu critica feroce dell’oblio dei valori della Resistenza e narrazione di una società incapace di farsi più uguale e più giusta.”
30 maggio, ore 18.30 – Soley
Jos Oskar, batteria – Albert, tastiere
Frutto del ricchissimo panorama della musica islandese, Soley Stefansdottir è solo una delle sue ultime rivelazioni: giovane, ma con una buona anzianità di servizio, e l’esperienza maturata nello stimato collettivo dei Seabear, eccola impegnata come solista, in un tour di ampio respiro che ha toccato gli Stati Uniti e mezza Europa. Soley presenta una selezione dei suoi primi due dischi, l’EP Theater Island e l’album We sink, oltre a un assaggio in anteprima del prossimo, imminente lavoro. Artista delicata, dal profilo già maturo, provvista di un disegno musicale strutturato e dalla profonda fascinazione, Soley rientra a tutti gli effetti in quella generazione in arrivo dall’Islanda e che oltre a Bjork e ai Sigur Ros ha espresso numerosi, suggestivi attori della musica d’oggi.
Da ascrivere al territorio ideale di un indie-folk sapientemente miscelato con un sottile impasto di elettronica dolce, la proposta di Soley si mantiene sospesa, con tratti leggeri, fiabeschi sulle scorrevoli atmosfere di un garbato panteismo naturalistico. Un’onda dai confini della realtà: ben trovati all’approdo con quello che un critico ha definito “un viaggio in punta di piedi nel paese delle meraviglie”.
Via San Giovanni Sul Muro 2, Milano
Tel. 02. 87905
BIGLIETTERIA
Biglietti:
Ingresso per il concerto del 7 Maggio € 20,00 (più diritti di prevendita)
Ingresso per i concerti del 11, 17 24 e 30 Maggio € 10,00 (più diritti di prevendita)
Orario Biglietteria Teatro Dal Verme: dal Martedi a Sabato ore 10 – 20; Domenica ore 10 – 13
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