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“Il Mondo de I Legnanesi”: su Rai5 stasera

È frutto di un meticoloso lavoro di ricostruzione il documentario “Il Mondo de I Legnanesi”, che Rai5 propone sabato 18 maggio alle 21.15, in prima visione tv.

Un viaggio nella storia artistica della compagnia fondata da Felice Musazzi l’8 dicembre 1949, presso l’oratorio maschile del quartiere Legnarello, a Legnano.

Cliccate qui per la mia recensione allo spettacolo di quest’anno.

Una compagnia di soli uomini, che dovendo recitare anche ruoli femminili, si vestivano da donne proponendo al loro pubblico figure divenute negli anni vere e proprie maschere lombarde. Attori in origine non professionisti, ma in grado di portare negli spettacoli quella dose di satira e autoironia provenienti da storie realmente vissute.

L’ambientazione tipica delle loro commedie è il cortile lombardo, con protagonista la famiglia Colombo: la Teresa, interpretata in origine da Felice Musazzi e ora da Antonio Provasio – che per 9 anni ha recitato con Musazzi, imparando direttamente da lui a muoversi e a calarsi nel personaggio con magistrale presenza scenica e oggi firma anche l’adattamento dei testi originali e la regia degli spettacoli – la Mabilia, figlia “zitella” che non riesce mai a staccarsi da mamma e papà e incarna il cliché di un modello femminile dove l’apparenza è l’unica cosa importante, interpretata in origine da Tony Barlocco e ora da Enrico Dalceri, che firma anche le scenografie e i costumi, e il marito e padre Giovanni, unico uomo del cortile, perennemente ignorato – senza alcuna considerazione – dalla moglie e dalla figlia e interpretato prima da Carletto Oldrini e poi da Luigi Campisi, capace di restare in scena senza aprire bocca, giocando solo sulla mimica facciale. Attorno a questo solido nucleo ruotano una serie di personaggi oramai storici, la Pinetta, la Chetta, la Mistica, la Carmela e altre vicine di cortile, più altri compagni e compagne d’avventura come i “boys”, i giovani ballerini che danno vita ai quadri musicali, sulle musiche firmate da Arnaldo Ciato e dallo stesso Dalceri.

Riconosciuti tra le principali e più conosciute compagnie dialettali d’Italia e d’Europa, oggi la Compagnia porta in scena le storie, i costumi e le tradizioni lombarde ma è ampiamente apprezzata anche fuori dalla Lombardia, grazie a un intervento di modernizzazione dei testi originali di Musazzi e alla scelta di temi universali (la famiglia, il lavoro, la crisi economica, i rapporti di vicinato), con riferimenti sempre attuali al costume e alla politica nazionale, in un mix sorprendentemente efficace tra italiano e dialetto lombardo. Le storie del cortile si alternano a un’esplosiva dimensione da varietà alla Wanda Osiris, con scalinata e ricche coreografie, musiche, balletti, costumi sfarzosi, paillettes e luci colorate.

Un’evoluzione naturale quella dei Legnanesi che, grazie ai loro inarrestabili successi come la standing ovation raccolta nella serata al Sistina di Roma lo scorso aprile, hanno conquistato una forte connotazione nazionale: anche i Legnanesi guardano al futuro, ma giusto un po’, perché la Teresa, la Mabilia e il Giovanni sono «maschere che entrano nel cuore e parlano dei problemi della povera gente, che in fondo sono sempre gli stessi: arrivare alla fine del mese, fare i conti per sbarcare il lunario».

Il documentario di Rai5, attraverso spezzoni video sulla compagnia originaria, filmati di prove, allestimenti scenici, coreografie e fuori scena, ricostruisce la storia della compagnia, e fornisce uno strumento importante per comprendere più a fondo il suo lavoro attuale.

L’ambientazione tipica delle loro commedie è il cortile lombardo, con protagonista la famiglia Colombo: la Teresa, interpretata in origine da Felice Musazzi e ora da Antonio Provasio – che per 9 anni ha recitato con Musazzi, imparando direttamente da lui a muoversi e a calarsi nel personaggio con magistrale presenza scenica e oggi firma anche l’adattamento dei testi originali e la regia degli spettacoli – la Mabilia, figlia “zitella” che non riesce mai a staccarsi da mamma e papà e incarna il cliché di un modello femminile dove l’apparenza è l’unica cosa importante, interpretata in origine da Tony Barlocco e ora da Enrico Dalceri, che firma anche le scenografie e i costumi, e il marito e padre Giovanni, unico uomo del cortile, perennemente ignorato – senza alcuna considerazione – dalla moglie e dalla figlia e interpretato prima da Carletto Oldrini e poi da Luigi Campisi, capace di restare in scena senza aprire bocca, giocando solo sulla mimica facciale. Attorno a questo solido nucleo ruotano una serie di personaggi oramai storici, la Pinetta, la Chetta, la Mistica, la Carmela e altre vicine di cortile, più altri compagni e compagne d’avventura come i “boys”, i giovani ballerini che danno vita ai quadri musicali, sulle musiche firmate da Arnaldo Ciato e dallo stesso Dalceri.

Riconosciuti tra le principali e più conosciute compagnie dialettali d’Italia e d’Europa, oggi la Compagnia porta in scena le storie, i costumi e le tradizioni lombarde ma è ampiamente apprezzata anche fuori dalla Lombardia, grazie a un intervento di modernizzazione dei testi originali di Musazzi e alla scelta di temi universali (la famiglia, il lavoro, la crisi economica, i rapporti di vicinato), con riferimenti sempre attuali al costume e alla politica nazionale, in un mix sorprendentemente efficace tra italiano e dialetto lombardo. Le storie del cortile si alternano a un’esplosiva dimensione da varietà alla Wanda Osiris, con scalinata e ricche coreografie, musiche, balletti, costumi sfarzosi, paillettes e luci colorate.

Un’evoluzione naturale quella dei Legnanesi che, grazie ai loro inarrestabili successi come la standing ovation raccolta nella serata al Sistina di Roma lo scorso aprile, hanno conquistato una forte connotazione nazionale: anche i Legnanesi guardano al futuro, ma giusto un po’, perché la Teresa, la Mabilia e il Giovanni sono «maschere che entrano nel cuore e parlano dei problemi della povera gente, che in fondo sono sempre gli stessi: arrivare alla fine del mese, fare i conti per sbarcare il lunario».

Il documentario di Rai5, attraverso spezzoni video sulla compagnia originaria, filmati di prove, allestimenti scenici, coreografie e fuori scena, ricostruisce la storia della compagnia, e fornisce uno strumento importante per comprendere più a fondo il suo lavoro attuale.

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