Oggi, inizierò la recensione, come una giornalista d’assalto e senza remore, con uno scoop: Mimmo Modugno non era siciliano, ma pugliese.

Tanti oooh di meraviglia?

Come? Non è uno scoop, ma cosa nota? Dite la verità, quanti di voi lo sapevano?

Io no e certamente molta parte del pubblico, che ieri sera era alla prima di Penso che un sogno così, lo spettacolo di Beppe Fiorello dedicato al grande Domenico Modugno, al teatro Manzoni di Milano (100° replica!), non ne fosse a conoscenza.

Allora, come mai Giuseppe Fiorello, siculo doc, lo ha vissuto sulla propria pelle, fino a farne uno spettacolo intenso, emotivo ed emozionante?

Perchè il dialetto di San Pietro Vernotico è simile a quello messinese. Perché Fulvio Calmieri, direttore dei programmi Rai, suggerì a Mimmo di farsi credere siciliano per la sua immagine all’estero?

O solo perchè Mimmo fu parte della sua vita, da quando è nato fino ad oggi?


In Penso che un sogno così c’è tutto questo. I protagonisti di questo straordinario one man show/monologo di Teatro sono più di uno.

Beppe Fiorello, al centro, che tiene la scena senza interruzioni per due ore, senza cedimenti e con grande energia, accompagnato da due maestri della chitarra: ma insieme a lui, Giuseppe “picciriddu”, quel bambino che non parlava mai e che diventata rosso rosso davanti a tutti e mai più si poteva immaginare cosa e chi sarebbe diventato; sua mamma, sempre pettinata e profumata; i tre fratelli, Rosario, che non stava mai fermo, e le sorelle, la chiara e la scura.

Ma soprattutto, in questa delicata evocazione e rievocazione, il papà di Beppe, la cui figura iconica e da “maschera” siciliana, si intreccia e quasi si fonde con quella di Modugno, tanto amato ed “interpretato” in casa Fiorello, da diventare un secondo padre, artistico e doppio di quello vero.

In questa pennellata colorata di Sicilia, in cui Giuseppe racconta la sua storia, intervallata da brani accennati o eseguiti per intero, Modugno spicca come una presenza costante, con quei baffetti da moschettiere, i capelli nero petrolio e soprattutto quegli occhi vivi e pieni di speranza.

Piano piano, tra feste popolari, pranzi di famiglia, levità e malinconia, si svela la grande paura che Fiorello ha provato quando è stato chiamato per interpretare Volare – La grande storia di Domenico Modugno , la miniserie televisiva diretta da Riccardo Milani e prodotta da Rai Fiction, andata in onda il 18 e 19 febbraio 2013 su Rai 1.

E quando ritroviamo Franca, la moglie di Mimmo, che incontra Beppe Fiorello e gli dà la sua benedizione per “rappresentare” il marito, il picciriddu cresce, in un abbraccio catartico, che lo libera dalle paure e lo fa portare in scena prima la fiction e poi questo spettacolo teatrale.

Storia personale, quindi, che si fonde con quella di uno dei nostri monumenti nazionali, quel Mister Volare che non è solo Puglia o Sicilia, è Sud, è Italia, è Mondo.

Onorati che sia nato in questa Amara Terra, di natura ed industrie siderurgiche, di dialetto e voglia di partire, ed onorati che sia stato un artista di talento e cuore, come Beppe Fiorello a riportarcelo sul palco, con quella sua voce così simile, nasale, “da adenoidi” e con quella passionalità e voglia di vivere e di riscattarsi, di cui abbiamo così tanto bisogno in questo periodo.

Se siete italiani e cittadini del mondo, non mancate di emozionarvi a teatro, con Fiorello e tutti i suoi personaggi in uno: dopotutto, anche Pirandello era siciliano.

TEATRO MANZONI DI MILANO:

Dal 13 Novembre 2014 al 30 Novembre 2014

Penso che un sogno così…

GIUSEPPE FIORELLO

di Giuseppe Fiorello e Vittorio Moroni
Regia di Giampiero Solari