Riflettori su
Musical

Spring Awakening Italia: recensione

Gli adolescenti (dal lat. adolescens -entis ‘in via di crescita’, p. pres. di adolescĕre ‘crescere’) sono uguali dappertutto ed in ogni epoca.

E’ cambiato, forse, solo il modo di approcciarli, per gli adulti: i riti di passaggio che i ragazzi devono affrontare, si scontrano con il personale cammino interiore, fatto di io e super io, ribellione ed educazione (dal latino: educare composto di e fuori e duco condurre. Guidare fuori).

Guidare fuori, quasi l’adolescenza fosse una selva oscura dalla quale si può uscire, solo grazie a un duce. Duce è una parola derivante dal latino dux, che tradotto in lingua italiana significa “condottiero”, “guida”.

Nota dolens. Fino a che punto il “duce” (che oggi si ricopre di una chiara valenza politica) può aiutare i giovani a crescere ed uscire dalla selva nera di tormenti?

Spring Awakening se lo chiede.

Gli adolescenti nel musical possono essere edulcorati e colorati come in Grease o problematici come in Rent, ma in Spring Awakening il loro risveglio di primavera è particolarmente, totalmente complicatto.

Il Musical non è solo evasione. Dice la cartella stampa: “Quest’opera, di Duncan Sheik e Steven Sater ha rappresentato per Broadway una vera e propria rivoluzione di genere, stravolgendo i codici espressivi e le consuetudini stilistiche del musical tradizionale. Ampiamente ripagata sia dal pubblico che dalla critica, Spring Awakening ha letteralmente sbancato nell’edizione 2007 dei Tony Awards, ottenendo undici candidature e vincendo otto riconoscimenti tra i più importanti (tra cui miglior musical, miglior regia, miglior libretto) e un Grammy Award per le migliori musiche”.

Se la pièce teatrale di Frank Wedekind Risveglio di Primavera fu pubblicata nel 1891 e a lungo oggetto di censura per la scabrosità e la provocarietà dei temi, il musical, poi, è stato trasportato nella Germania del diciannovesimo secolo e, nella versione italiana, nel vent’ennio fascista, senza, peraltro stravorgerne il senso.

Perchè il senso critico e la voglia di ribellione degli adolescenti si scontra sempre e comunque con un mondo adulto repressivo, chiuso, superficiale e bigotto.

Grazie a dio, non è sempre così, ma il moraviano problema dell’incomunicabilità è attuale anche oggi, anche se non ci sono più le punizioni corporali.

In Spring Awakening c’è tutto quello che l’immaginario collettivo lega all’adolescenza: pulsioni sessuali, sesso, masturbazione, omosessualità, violenza in famiglia, droga, e quasi tutto non lasciato all’immaginazione, ma rappresentato e visto dal pubblico, con una crudezza quasi sgradevole, ma vera e feroce.

Ma ci sono anche amicizia, fedeltà, amore: in una parola, sogni.

Il cast ci crede e tutto questo arriva ed inchioda lo spettatore alle poltrone.

Due ore di energia pura, forza, emozioni, esaltate da coreografie non convenzionali di Marcello Sindici, sulle musiche originali di DUNCAN SHEIK.

In una scenografia molto simile all’originale (SCENE Paolo Gabrielli
COSTUMI Desirée Costanzo), il regista Emanuele Gamba, ricrea ogni ambiente, dalla scuola dove si scriveva ancora sulle lavagnette, ai fienili, ai prati.

La lavagna gigante sullo sfondo diventa parte integrante dello spettacolo e prende vita e parola con frasi definite “emozionali”, che accompagnano in italiano i brani rock lasciati (evviva!) in inglese.

Sotto la scala sullo sfondo, su cui si celebrano riti di ribellione e soppressione, la band di 6 elementi (Luca Galimberti; Flavio Termine; Alessandro Salerno; Fabio Longo; Filippo Bertipaglia; Giancarlo Vaccalluzzo, selezionati in collaborazione con CPM – CENTRO PROFESSIONE MUSICA DI Franco Mussida e diretti da Stefano Brondi) è parte dello spettacolo, dove gli attori cantano ma non con l’archetto come in ogni musical, ma con un microfono “a gelato” o a stelo, quasi come in un concerto rock.

I ragazzi sognano e si toccano, da soli e tra loro, sulle poesie in latino, leggono l’Eneide e studiano a memoria i versi, urlano con la loro voce non solo fisica il loro desiderio di essere ascoltati, ma gli adulti, interpretati da due straordinari attori, GIANLUCA FERRATO e FRANCESCA GAMBA, non li vedono. I due attori adulti si dividono ogni ruolo da “grande”, quasi ad indicare che, dopotutto, i maggiorenni sono tutti uguali, passando da un ruolo all’altro con uno scambio di personalità impressionante,

Ma i giovani dominano la scena.

Uno spettacolo corale, ma dove ciascuno dimostra la propria individualità e personalità.

Sembra uscito da “L’attimo fuggente” il bello e non dannato Melchior Gabor – Federico Marignetti, grande voce e carisma, forse l’unico che riesca a vincere la sua battaglia di crescita, il primo della classe che, per strani movimenti del destino (o dei grandi?) finisce in riformatorio.

Accanto a lui, la sua “donna-bambina”, Wendla Bergman – Arianna Battilana, che ancora non sa come si fanno i bambini, finchè non ne aspetta uno; uno “schizzato” ed esagitato Moritz Stiefel – Flavio Gismondi, con un’interpretazione da pelle d’oca, forse più sensibile dei compagni, che non riuscirà a sbocciare; Ilse Neumann – Tania Tuccinardi che si troverà a scappare di casa (o fu buttata fuori?) e vivrà da bohémienne, quasi fantasma shakespiriano (fu Giulietta di Cocciante).

Con loro, Otto Lammermeier – David Marzi, Hanschen Rilow – Renzo Guddemi, Georg Zirschnitz – Vincenzo Leone, Ernst Robel – Andrea Simonetti, Thea – Albachiara Porcelli, Anna – Francesca Brusati e Martha Bessel – Paola Fareri, in un altro ruolo tormentato dopo quello di America il Musical.

Un gruppo affiatato di giovani talenti, accompagnato nel pubblico da 4 swing a sera, cioè cantanti, che spuntano a sorpresa tra il pubblico.

Uno spettacolo che andrebbe fatto vedere alle scuole superiori ed analizzato prima e dopo, in classe.

Complimenti a Pietro Contorno della Produzione Todomusical-all, che ha creduto in questo progetto off e lo ha voluto portare coraggiosamente in Italia, per sfondare la barriera di paillettes che spesso avvolge il mondo del musical.

Perchè il musical è (anche) lustrini e spensieratezza, ma può essere cupo e drammatico, portatore di messaggi forti, come questo spiazzante e bellissimo Spring Awakening.

12/30 NOVEMBRE 2014

TEATRO MENOTTI – MILANO

2/7 DICEMBRE 2014

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Spring Awakening Milano ringrazia per la collaborazione il Centro Professione Musica di Franco Mussida. MTS di Simone Nardini.

Per informazioni: www.springawakening.it
 https://www.facebook.com/SpringAwakeningItaliaintour

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