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Risate sotto le bombe Sorelle Marinetti: la recensione (di Silvia Arosio)

Misurato e ben confezionato, come un abito su misura di sartoria.

Questo è il delizioso Risate Sotto Le Bombe, una commedia di Giorgio U. Bozzo e Gianni Fantoni, che non è musical, ma potrei definire “commedia brillante con musiche”.

A metà tra prosa e vecchio varietà, questo spettacolo di “arte varia” strizza l’occhio al teatro nel teatro, senza essere retorico e autoreferenziale, come a volte accade quando si parla di guitti: artisti scalcagnati, dalla doppia identità, dove un pirandelliano così è se vi pare viene svelato nell’inatteso e roboante finale, che, ovviamente, non vi anticipo.

Un gruppo di cantanti/attori (cantattori era un termine che non si usava) che si ritrova a provare nel sottopalco di un teatro di periferia (ligure), nel pomeriggio dell’8 settembre 1943: una data storica che permette, ahimé, sottili accostamenti all’attualità di oggi, e che vi consiglio di scoprire nel bel testo di Giorgio U. Bozzo e Gianni Fantoni.

Dice la cartella stampa: “I protagonisti della storia sono stati scritti a somiglianza di artisti realmente esistiti. Le Sorelle Marinetti sono già da anni un trio ispirato all’esperienza umana e artistica del Trio Lescano. Altiero Fresconi, il capocomico, ricorda molto da vicino Rodolfo De Angelis, il celebre canzonettista napoletano, artista futurista e capocomico del Teatro della Sorpresa. La soubrette Velia Duchamp deve molto del suo profilo umano e artistico alla grande Dina Galli, forse la più famosa attrice brillante milanese della prima metà del secolo scorso. Rollo, il refrenista, strizza invece l’occhio a Nunzio Filogamo, che molti ricordano come presentatore radiotelevisivo, ma che negli anni dell’Eiar era celebrato anche come attore e cantante. E per finire Fred, l’aviatore, ha la simpatia e l’animo guascone di uno dei più noti cantanti del tempo, Odoardo Spadaro”.

Se è vero che “Il sorriso è la ciliegina sulla torta del coraggio”, l’arma della risata rimane sempre attuale, in questo periodo di crisi, di speranze e di valori.

E poi…”canta che ti passa!”.

La forza del testo, semplice, lineare e divertente, si associa alla delizia per l’udito dei brani, suonati dal vivo da una band sul palco, che è anche parte della storia.

In primis, le splendide Sorelle Marinetti, che non avevo mai visto dal vivo: davvero tre Grazie, perfette, delicate, femminili, mai volgari o sopra le righe, che quando cantano creano un impasto vocale con un’armonia che non può non titillare i timpani di tutti.

Le loro voci si fondono e non si sovrappongono mai a quelle del resto del cast: la brava Francesca Nerozzi, che canta e balla come una vera soubrette d’altri tempi, il refrenista Paolo Cauteruccio, tenero e dolce, ma con una svolta sul finale e l’affascinante aviatore Jacopo Bruno, con una parte minore, ma che si fa notare per interpretazione e con un brano che è un vero scioglilingua.

Capocomico, un Gianni Fantoni in grande spolvero, in un ruolo tagliato su misura per lui, che, senza mai arrivare alla macchietta, recita in modo spontaneo e naturale e si diverte, facendoci divertire.

La leggerezza delle musiche ed il divertimento di questo mondo “altro” che si vive nel teatro, si scontrano, di tanto in tanto, con i toni acuti e drammatici degli allarmi aerei: l’arte come svago e vero motore per la forza di volontà è, allora come ora, un segnale importante.

I brani con le sonorità d’epoca e la patina di antichità e di polvere del palcoscenico della pièce, che andrebbe visto con occhiali color seppia (non in B/N, per non perdere la vivacità dei costumi) contribuiscono a rendere godibilissimo questo spettacolo, che è davvero un gioiellino anche per la regia attenta, precisa e scrupolosa, di Francesco Sala: sul palco, notate le posizioni e le controscene di tutti.

Niente è lasciato, al caso. E’ bello vedere come si possa fare dell’ottimo teatro musicale, anche con pochi “effetti speciali” e paillettes: quando c’è professionalità, talento e nessuna improvvisazione, i risultati si vedono.

Uscendo, non mancate di salutare le Sorelle Marinetti, che si presteranno volentieri a foto nel foyer: verrebbe persino voglia di vedere un fotografo che si ritiri sotto il panno nero, prima di scattare con un flash al magnesio.

La colonna sonora di RISATE SOTTO LE BOMBE è stata incisa per l’etichetta discografica della P-NUTS nel settembre del 2013 ed il cd è in vendita in teatro (oltre che in formato digitale su iTunes e i principali store online, così come disponibile in streaming su Deezer e Spotify).

Questi “guitti” con il loro spettacolo di arte varia proseguono il loro tour per l’Italia: perché perderli?

Dopo le prime interviste (Gianni Fantoni e Francesca Nerozzi, il regista Francesco Sala, il “refrenista” Paolo Cauteruccio e le grandi Sorelle Marinetti, giovedì, finalmente, vi proporrà la videointervista a Jacopo Bruno.

07 – MILANO / T.NUOVO

09 – CASARSA DELLA DELIZIA

10 – SAN DANIELE DEL FRIULI

12 – TRIESTE / T.ORAZIO BOBBIO

13 – TRIESTE / T.ORAZIO BOBBIO

14 – TRIESTE / T.ORAZIO BOBBIO

15 – TRIESTE / T.ORAZIO BOBBIO

16 – TRIESTE / T.ORAZIO BOBBIO

17 – TRIESTE / T.ORAZIO BOBBIO

19 – SARONNO / T.GIUDITTA PASTA

20 – SARONNO / T.GIUDITTA PASTA

21 – SARONNO / T.GIUDITTA PASTA

GENNAIO

15 – PERGINE (TN) / T. DI PERGINE

21 – VICENZA / T. ASTRA

22 – COPPARO (FE) /TEATRO DE MICHELI

24 – VERONA / T. NUOVO

FEBBRAIO

26 – NAPOLI / T. CILEA

27 – NAPOLI / T. CILEA

28 – NAPOLI / T. CILEA

MARZO

01 – NAPOLI / T. CILEA

03 – CATANIA / T. AMBASCIATORI

05 – ENNA / T. GARIBALDI

06 – VITTORIA (RG) / T. COM. VITTORIA COLONNA

08 – CALTANISSETTA / T. MARGHERITA

11 – ASSISI (PG) /T. LYRICK

13 – VERCELLI / T. CIVICO

14 – BIELLA / T. SOCIALE

17 – PINEROLO (TO) /TEATRO SOCIALE

18 – SAVIGLIANO (CN) / T. MILANOLLO

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