“Date a degli attori la libertà di esprimersi non dico nella loro lingua, ma con toni, accenti, colori che sono propri, anziché nell’astratta lingua delle accademie e dei teatri, ed ecco tutto si illumina, tutto diventa verità e materia d’esperienza, anche una commedia dalle geometrie simmetriche come Un coperto in piùdi Maurizio Costanzo…”  

 

Così scriveva Giorgio Prosperi su Il Tempo nel 1972 al debutto di questa commedia – scritta da Maurizio Costanzo – che vide la riunione dei fratelli Giuffrè sul palcoscenico.

Lo spettacolo fu uno straordinario successo, tutta la critica fu unanime nel riconoscere il progetto teatrale fra quelli che sarebbero entrati di diritto negli annali del Teatro Italiano.

A riproporlo sul palcoscenico ai nostri giorni ci pensa GianfeliceImparato, grande attore di teatro e di cinema. Dirigerà con ironia e stile due interpreti molto amati e apprezzati dal pubblico: Maurizio Micheli e Vito. Dopo una carriera che li ha visti impegnati in modo eclettico con cinema, TV, scrittura, il teatro resta indubbiamente la loro grande passione.

 

La trama

Un ricco gioielliere vive con sua moglie una vita coniugale apparentemente tranquilla e felice. La moglie è una donna bella e sensibile, piena di charme, insomma una donna eccezionale, tanto eccezionale che non esiste più o forse è scomparsa tempo prima o forse non è mai esistita.  Un giorno arriva un piccolo imbroglione che campa alla giornata tentando di rifilare gioielli falsi ed è proprio nel tentativo di vendere un anello che si ritrova ad entrare in questa incredibile famiglia dove la padrona di casa non esiste, ma si inizia un vero e proprio rapporto a tre assolutamente reale con tanto di dialoghi, domande e risposte fatte ad una sedia vuota. E’ un Godot al femminile, uno “chercezla femme” senza soluzione, una struttura pinteriana, ma anche una sinfonia di Rhomer. Quello che si sa con certezza è che questa assurda vicenda consentirà ai due protagonisti di arrivare attraverso un rapporto sbilenco, fatto di finzione e piccole fregature, ad una vera e profonda amicizia.

“Un coperto in più” è una commedia scritta in italiano ma la costruzione del dialogo ed il suono delle frasi, almeno per i due personaggi maschili si presta ad essere interpretata in altri dialetti.  

Il senso culturale della parlata dialettale, anche in chiave di un recupero delle radici e dell’identità di ciascun personaggio, rafforza quella disciplina in cui tanti sono ancora costretti ad esercitarsi: “l’arte di sapersi arrangiare”. Un commedia sempre attuale che saprà evocare nello spettatore tanta emozione e divertimento e porterà anche a piacevoli riflessioni.

 

Note di regia

Un coperto in più torna in scena dopo quarantadue anni e questo rappresenta per me una grande soddisfazione. Ringrazio perciò Valerio Santoro e Gianfelice Imparato e quanti hanno collaborato e collaboreranno a questa ripresa. Negli anni ’70 la commedia,rappresentata al Teatro Quirino di Roma, fu interpretata da Aldo e Carlo Giuffrè, con la regia di quest’ultimo. Fu un successo per me indimenticabile. In Un coperto in più si parla di una donna che è andata via, ma della quale il suo uomo non riesce a fare a meno, al punto da immaginare che mangi con lui a tavola. Lei, infatti, ha il posto con piatti, bicchieri e posate. E’ un po’ da sempre il problema degli uomini: desiderare una donna che forse non c’è e immaginare che comunque questo incontro possa accadere, dando corpo alla fantasia. Per anni sono state le donne a immaginare l’uomo che non c’era. Io ho ritenuto di fare il contrario, con assoluta convinzione.


SALA UMBERTO

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