Vi propongo l’opera lirica cinese “Il Ragazzo del Risciò”, che debutterà in prima europea assoluta a Torino (Teatro Regio) i prossimi 23 e 24 settembre.
La tournée italiana proseguirà il 26 settembre a Milano (in forma di concerto all’Auditorium di Milano), il 27 a Parma (in forma di concerto all’Auditorium Paganini), il 30 settembre a Genova (Teatro Carlo felice) e si concluderà il 4 e 5 ottobre a Firenze (Teatro dell’Opera).
“Arriva in Italia per la prima volta “Il Ragazzo del Risciò”, la più famosa ed importante opera lirica cinese. La tournée toccherà le città di Torino, Milano, Parma, Genova e Firenze. “Il Ragazzo del Risciò” è una delle opere commissionate dal NCPA ai migliori compositori cinesi contemporanei ed è stata presentata, in prima mondiale e con grandissimo successo, nel contesto del “NCPA Opera Festival” nel giugno 2014. L’opera è tratta dal romanzo omonimo di Lao She, uno dei massimi rappresentanti della letteratura cinese moderna. Lao She, nella sua opera, esplora abilmente gli strumenti con i quali una società iniqua premia coloro che sono astuti e forti a scapito di chi invece è laborioso e privo di malizia. Il romanzo è considerato una pietra miliare della letteratura cinese del XX secolo e viene spesso interpretato come un atto d’accusa del vecchio regime. Ancora oggi esso è antologizzato nei libri di testo ed è ampiamente letto dalla popolazione. La città di Pechino “sporca, bella, decadente, vivace, caotica…” è uno sfondo non casuale della narrazione e vibra di una vita che pare partecipare alle sofferenze degli umili: “L’unico amico che aveva era questa antica città.” Il romanzo si riassume, in qualche misura, nel rapporto tra un tiratore di risciò (Xianzi) e il suo veicolo, con cui intrattiene un legame quasi viscerale: i due si muovono dentro un gigantesco affresco cupo e senza speranza. Il risciò è simbolo di anelata libertà ed è al contempo giogo crudele: il servo vuole affrancarsi dal proprio padrone ma, contemporaneamente, è in qualche modo vinto dall’oggetto del suo sogno, che si sposta sempre più lontano. Questo perché in una società dai rapporti così iniqui, ai miseri e deboli non è neanche consentito di sognare.
SINOSSI Pechino all’inizio del XX secolo: migliaia di tiratori di risciò sono alle prese con la vita e la morte. Il lavoro è competitivo e duro. Xiangzi sogna soltanto di essere in grado di acquistare un bel risciò proprio e di essere un “tiratore di risciò libero”, non al soldo di un padrone come Liu Siye. La sorte si accanisce però duramente contro il giovane, che è destinato a rimanere tra i vinti senza speranza.
La figlia del padrone, Huniu, donna ancora non maritata e in là con gli anni, secondo i criteri del tempo, essendo oramai trentasettenne, dai costumi facili e dal carattere arrogante e volitivo, ha messo gli occhi sul giovane Xiangzi. Lo seduce dopo averlo invitato a bere, contando sull’inesperienza e sulla timidezza del ragazzo. L’incidente lascia il giovane assai sconvolto, tanto da convincerlo a lasciare il suo lavoro. Verrà così accolto come tiratore dai Cao, una famiglia di intellettuali che lo tratta con affetto. Il suo sogno di acquistare il risciò pare più vicino, ma viene bruscamente interrotto da Huniu, che millanta di essere incinta. Il giovane non può che sposarla. Liu Siye, il padre della donna, accusa Xiangzi di mirare al patrimonio e invano tenta di dissuadere la figlia, definitivamente incapricciata del giovane. Quando i due si sposano, il padre di lei scompare nel nulla, lasciandoli in profonda miseria. Xiangzi e Huniu vivono quindi in uno squallido appartamento: la loro è un’esistenza senza affetto e senza futuro.
La donna conduce una vita oziosa e disprezza profondamente il marito che si danna l’esistenza per riuscire a sopravvivere. Il vicino di casa, Erqiangzi, è a sua volta un tiratore di risciò che non riesce a sbarcare lunario e sta meditando di indurre alla prostituzione la propria figlia, Xiaofuzi. Xiangzi inizia così a provare una profonda compassione per la ragazza. Nel frattempo Huniu, poco abituata agli stenti, muore e Xiangzi si affeziona ancora più profondamente a Xiaofuzi. La povertà è tuttavia la loro nemica ed il padre di lei non consente al matrimonio. “Aspettami fino a quando ci riesco!” chiede Xiangzi alla giovane donna prima di partire per l’ennesimo tentativo di mettere insieme i soldi per comprare un proprio risciò. Ma la situazione della donna precipita e ormai disperata sceglie il suicidio. Quando Xiangzi tornerà per prenderla con sé, non potrà che constatarne la morte, avvenuta pochi istanti prima. Le ambizioni del giovane si frantumano definitivamente: passerà il resto dell’esistenza tra l’alcol ed il gioco d’azzardo”.