E’ la quarta volta che “I Promessi Sposi – Opera Moderna”, lo spettacolo con la regia di Michele Guardì e le musiche di Pippo Flora, arriva a Milano e ancora una volta la città risponde.

E lo spettacolo torna in grande spolvero.

Il piacere di assistere ad un evento come questo è dato non solo dalla grande e grandiosa messa in scena, ma dalla consapevolezza che anche noi italiani ci sappiamo fare.

Un cast di soli numeri uno, una partitura da Opera Moderna e una scenografia imponente, ancora una volta, sono il (bel) contenitore per una storia immortale e tutta nostra, dove i personaggi tratteggiati da Michele Guardì sono certamente iconici, ma anche molto umani. D’altronde, Manzoni li scrisse così bene che i caratteri sono quasi maschere da commedia dell’arte: Don Abbondio o Perpetua ce li immaginiamo esattamente così, come tratti da un dipinto.

Un quadro vivente, I Promessi sposi, l’Opera.

Un’atmosfera nostalgica d’altri tempi, quella voluta dall’autore, spennellata di note straordinarie del Maestro Flora, quando ancora si credeva, e tanto, nella Divina Provvidenza, ma in cui una Monaca di Monza cede alla tentazione di tradire una protetta, solo al tocco delicato della mano del suo amato (“Non posso, no… però…..”).

La verosimiglianza dei personaggi, così curati anche nelle controscene da Guardì, è amplificata dalla professionalità e dal talento del cast, in gran parte riconfermato dalla precedente versione.

E se ritroviamo la durezza e la volontà testarda del Renzo di Graziano Galàtone, una delle voci migliori del panorama dell’Opera “popolare” italiana, la Lucia di Noemi Smorra ha assunto consapevolezza ed intensità, in questi anni di teatro.

Giò Di Tonno, come sempre, domina il palco e tiene in pugno il pubblico, con la sua presenza scenica e l’imponenza con cui riveste il suo Don Rodrigo, mentre Vittorio Matteucci è straordinario nel suo tormentato Innominato, un Colui che non deve essere nominato, che si presenta circondato da ombre nere e “Dissennatori”, pieno di fragilità con i suoi tre Taci! in crescendo, urlati in faccia al candore di Lucia.

Christian Gravina, che si sdoppia con agilità tra il carismatico Fra Cristoforo, per poi “passare di grado” a Cardinale Borromeo nel secondo tempo, fa vacillare la sicumera di Don Rodrigo con il suo lirico Verrà un Giorno e mescola il “bel canto” alla partitura più leggera dell’innominato nella straordinaria Solo il Silenzio (applausi scroscianti sull’abbraccio dei due).

Enrico d’Amore è ancora una volta Egidio, e, con una piccola parte, riesce comunque a lasciare la sua impronta, mentre straordinaria è Rosalia Misseri come Monaca di Monza titolare e titolata, umana, tormentata, disperata, Donna.

Se l’Amore negato è uno dei temi centrali del romanzo e dello spettacolo, l’Amore di mamma si biloca nella materna ed invecchiata ad hoc Brunella Platania, una pantera del palco, che nasconde la sua criniera e la sua grinta per darci una mamma pratica ma dolce, la struggente Chiara Luppi è Perpetua e Mamma di Cecilia: la sua voce che parla alla figlia morta di peste riesce a non fare volare una mosca e a far trattenere il fiato a tutto il pubblico, forse per non fare sentire i singhiozzi.

La parte da Opera Buffa è affidata ancora una volta a basso baritono Don Abbondio, il rossiniano Salvatore Salvaggio, mentre il Griso è ancora Lorenzo Praticò e l’Azzeccagarbugli/Conte Attilio, in questa versione è Vincenzo Caldarola.

Insieme a questi protagonisti (e credetemi, lo sono tutti), uno straordinario corpo di ballo di 20 danzatori, interpreta quella che è la vera novità 2015, le coreografie di Luciano Cannito, neoclassiche, pulite, con prese, sollevamenti, voli, nella migliore tradizione musicale italiana. Quel tocco in più.

Perdetevi poi nelle scene, materiche e lignee, iper realistiche, dalla piazza del paese dove si svolge uno dei pezzi più belli dello spettacolo, la festa prima delle nozze, in dialetto laghée; oppure, salite sulla “Lucia” e salutate il Resegone, sulla scia del suono delle campane. Pare quasi di sentire la Breva del Lago.
Guardate le stoffe dei costumi di Alessandro Lai ed i gioielli del Cardinale di Gerardo Sacco.

Notate i celati 8 carri mobili che danno fluidità alle scene che si aprono, si chiudono, avvolgono e separano.

Ritrovate la fedeltà al testo manzoniano e la ricostruzione storica, dall’assalto ai forni, meraviglioso con le nuove coreografie, o la tragica calata dei Lanzichenecchi.

Il tutto senza farsi distrarre da proiezioni di testi in inglese, perché, in ambiente milanese da EXPO, Guardì ha previsto per gli ospiti stranieri un libretto acquistabile al merchandising con il testo inglese a fronte.

Stupitevi, per la prima volta o per l’ennesima.

Ecco Milano, anche questa è la nostra città dell’Expo.

I Promessi Sposi saranno poi in tour in varie città italiane, per portare l’eccellenza del nostro Teatro musicale italiano, che è certamente ottimi musical, ma anche, in questo caso, Opera Popolare.

IL CAST:

Renzo

Lucia
L’innominato
Fra Cristoforo – Il Cardinale Borromeo
La Monaca di Monza
Perpetua – Madre di Cecilia
Don Abbondio
Avvocato Azzeccagarbugli
Conte Attilio
con la partecipazione speciale di
nel ruolo di DON RODRIGO
de “I PROMESSI SPOSI – Opera Moderna

Il Tour

http://www.ipromessisposi-operamoderna.it/il-tour-2015-2016/)

MILANO

dal 2 ottobre
al 25 ottobre 2015
Teatro Arcimboldi

PADOVA

dal 4 novembre
all’ 8 novembre 2015
Gran Teatro Geox

REGGIO CALABRIA

dal 12 novembre
al 14 novembre 2015
Palacalafiore

BARI

dal 19 novembre
al 22 novembre 2015
Teatro Team

NAPOLI

dal 25 novembre
al 29 novembre 2015
Palapartenope

PALERMO

dal 4 dicembre
al 13 dicembre 2015
Teatro Al Massimo

ROMA

dal 13 gennaio
al 24 gennaio 2016
Gran Teatro