Vi presento, in anteprima per la stampa, Camposanto Mon amour, scritto da Paride Acacia (Hannas nel Jesus Christ Superstar di Massimo Romeo Piparo , che sta per iniziare un nuovo tour in Olanda e Belgio)

Una commedia musicale grottesca sulla morte e sulla rinascita, trattate con anarchica irriverenza (con musiche originali ed inedite). Protagonisti quattro becchini del cimitero comunale ed un fantasma. Una metafora fatta di Sale, Mercurio e Zolfo pervaderà tutto lo spettacolo, attuando così una trasmutazione alchemica dal Piombo all’Oro, ma non volta alla ricerca del metallo prezioso, quanto piuttosto al raggiungimento dell’Oro filosofico che alberga negli animi dei quattro beccamorti, i quali sapranno individuare la propria Pietra Filosofica.
Grazie a una posizione privilegiata – il tranquillo cimitero comunale – i quattro becchini, guarderanno con estrema lucidità, il mondo dei vivi che sta di là dal cancello, cantando, accapigliandosi, rivivendo momenti di ordinaria follia.

Negando – in linea con il pensiero occidentale – l’aspetto ultimo della vita, l’individuo rifiuta una parte di se stesso, un’esperienza imprescindibile nel processo di individuazione del “Sé”: il rapporto con il dopo. L’elusione perenne di ciò che non si è riusciti a risolvere e chiarificare, esaminata nelle sue varie manifestazioni e rappresentazioni. Un testo sulla fine ma anche sul risveglio, in senso fisico e metafisico: rinascere come catarsi e iniziazione.

Lo scorrere inesorabile del tempo, l’inadeguatezza del vivere metropolitano, il mito dell’eterno ritorno, il sacrificio vano per i posteri, la ricerca dell’immortalità. Tutto questo visto dal punto di vista di chi vive a contatto con la morte quotidianamente. Con ilarità e sarcasmo commenteranno la morte di Giacomino Salenitro, il “piagnone”, colui che piange alle veglie dei morti per mestiere, morto in solitudine dopo aver lacrimato “democraticamente” per tutti i funerali della città.

Il delirio della becchina Saturnia, ex attrice di teatro, auto reclusasi nel cimitero da ben dodici anni, con un passato da cantante afona rivissuto e raccontato in una catarsi liberatoria.

La superstizione della becchina Arsenica e il suo ridicolo amore per la magia e le arti incantatorie, grazie alle quali cercherà di far innalzare un mausoleo in onore del feretro di un noto e stimatissimo attore cittadino, Martino Zolfo, scomparso da poco, ossequiato subito dopo la morte dall’amministrazione comunale con promesse di cappelle e tombe monumentali, ma di fatto completamente dimenticato al deposito del cimitero; metafora implacabile dell’abbandono e della non onoranza dei morti.

I becchini non sapranno se abbracciare ideologicamente l’editto di ‘Saint Cloud’ (emanato il 12 giugno 1804, stabilendo che le tombe venissero poste al di fuori delle mura cittadine e che fossero tutte uguali, evitando discriminazione tra i morti di classi sociali differenti) oppure dichiararsi foscoliani, prendendo ad esempio i versi dei Sepolcri (vv. 91-136), versi che sono stati formulati in un rapporto di opposizione alla “pensata” napoleonica, in nome sì dei principi illuministi, ma senza togliere almeno l’illusione ai vivi davanti a una lapide. E infine la tragedia di un alluvione che colpirà una parte della città, e che si rivelerà in maniera alchemica una spinta alla rinascita dei quattro becchini, infatti questi ritroveranno – grazie all’amore per Mercurio – la “quinta essenza”, un rinnovamento nei loro animi che permetterà a Saturnia di uscire dal cimitero, tornare alla vita e aiutare l’intera comunità colpita dal recente disastro.

Problemi di trascendenza, di metafisica, ma anche problemi comuni attanaglieranno i quattro protagonisti che si azzufferanno e discuteranno, sempre in maniera alacre e ironica.


In scena domenica 20 marzo, presso il teatro Savio di Messina, doppia replica ore 18 e ore 21 

La compagnia Efremrock presenta

Camposanto Mon amour

Scritto da Paride Acacia

Regia:

Paride Acacia

Musiche originali:

Massimo Pino/Paride Acacia

Coreografie:
Sarah Lanza

Con:

Milena Bartolone

Laura Giannone

Elvira Ghirlanda

Gabriella Cacia

Francesca Gambino

E con l’orchestra dal vivo:

Massimo Pino- Chitarre

Peppe Pullia – Batteria e percussioni

Simona Vita – Piano e tastiere