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AMALFI MUSICAL: recensione, interviste e clip dello spettacolo

La storia, l’arte, la musica. La nostra tradizione italiana. Non è la prima volta, che si sceglie di unire il turismo al teatro e non sempre, per vari motivi, i risultati sono stati quelli sperati.

Con Amalfi musical, invece, la scommessa è stata vinta. Cinque anni di successi e 300 repliche, per uno spettacolo che davvero unisce il meglio di quello che il “bel” paese può offrire.

Se a volte le istituzioni non appoggiano questo tipo di iniziative, un plauso speciale al Comune di Amalfi (l’Assessorato alla Cultura del Comune di Amalfi patrocina l’evento), che ha offerto una location come il meraviglioso Arsenale della Repubblica, giunto a noi direttamente dall’anno 1000, con le sue volte a crociera, pubblicizzando lo spettacolo stesso sul sito ufficiale.

Sarà (anche) per questo che il 70% degli spettatori è americano o britannico (ante e post BREXIT)?
Forse, ma questo tipo di pubblico d’oltreoceano e oltremanica sottolinea il valore dello spettacolo, per gli spettatori, abituati ai grandi musical, che ancora noi possiamo solo sognare.

Ars longa, vita brevis (Seneca citando Ippocrate)

Amalfi musical vince. Vince ogni mercoledì e sabato sera, quando circa 100 spettatori abbracciano il cast nella sala dell’Arsenale, distribuiti ad ogivale intorno allo spettacolo, come le antiche rappresentazioni nei castelli o nelle piazze.

Decipit frons prima multos.

Ma non vi aspettate un semplice spettacolo folkloristico, una rievocazione storica creata ad hoc per le foto dei turisti, nelle antiche mura con pietre a vista, perché Amalfi è un grande spettacolo. E non sono solo le luci curatissime, i giochi con il fumo, le lanterne a creare bellezza.

Il musical c’è. Ci sono i brani molto ampi, di stampo pop con influenze pucciniane.

Strizzando l’occhio a Notre Dame de Paris, Giulietta e Romeo e fin Tosca di Dalla, il pubblico si trova immerso in una storia che descrive ed emoziona, dove le vicende della Repubblica Marinara di Amalfi, le invasioni dei Saraceni ed i Longobardi, non annoiano mai, ma sono perfettamente intellegibili, intrecciate a rapporti di amore, odio, amicizia.

Amor vincit omnia (Virgilio)

E se il pubblico è realmente a pochi centimetri dagli attori, i costumi devono essere “veri”, il cuoio deve olezzare, le scintille delle vere spade dei duelli devono cozzare e stridere, le scintille dell’attrito devono scoccare.

E scoccano gli sguardi tra gli attori e gli spettatori, che vengono letteralmente (e non) presi in ostaggio, e nessuno può cedere un secondo, né i cantanti, né chi assiste, non ci sono sguardi in quinta, non ci sono distrazioni: la recitazione non può perdere mai energia, deve essere , per forza di cose, più cinematografica che teatrale, perché un sopracciglio alzato qui si vede eccome, ed un movimento delle mani va calibrato e non esasperato come nelle scene sul palcoscenico vero e proprio.
Ario Avecone, ideatore, autore, produttore e regista, non lascia niente al caso e sceglie intorno a lui un cast di ottimi professionisti, che si sono rinnovati di anno in anno e che quest’anno sono totalmente cambiati.

Se lo stesso Avecone spesso entra nei panni del protagonista, Antonio Melissa si alterna a lui nel ruolo dell’eroe Antonio, mentre il cattivo di turno è, quest’anno, Giovanni De Filippi (Principe Sicardo). Le pulzelle in scena sono Martina Cenere e Myriam Somma (alternandosi con l’amalfitana Nuccia Paolillo), che si scambiano di spettacolo in spettacolo i ruoli della nobile Giovanna (realmente esistita) e della dolce Livia, vere donne moderne, forti e dolcissime, ribelli e testarde.

Quod non potest diabolus mulier evincit.


Il Maestro di combattimento con spada medievale Jacopo Siccardi è Ottavio, mentre l’altro amico di Antonio, Carlo, è Michelangelo Nari  (o Pasquale Raia).

Vincenzo Oddo, attore di stampo classico, è il Cardinale.

Amicus certus in re incerta cernitur (Ennio)

Tutti sono cantanti d’eccezione ed ottimi interpreti, abili con i duelli e le lotte ad arma bianca, allenati fisicamente “alla pugna” e, nel caso delle fanciulle, ad essere sbalzate in terra dal maschio conquistatore.

Bis peccare in bello non licet.

La fisicità, la matericità, di questo spettacolo, sottolineata dalle luci di taglio e dalle nebbie, come in quadri caravaggeschi, sono un altro punto di forza di un lavoro che Ario Avecone ha creato e fatto crescere fino ad arrivare ai risultati di oggi.

Un arazzo 3D, un altorilievo sbalzato nella pietra, un musical opera che sembra nascere ogni sera dalle pareti ed essere poi riassorbito dalle volte dell’Arsenale stesso.

E se in tutti i teatri le energie degli spettacoli precedenti restano vive e reali, la potenza della location storica originale arricchisce Amalfi il musical della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni.

Lo spettacolo, oltre ad essere in scena all’Arsenale, viene rappresentato anche in altre prestigiose location della Costiera, nei comuni di Ravello, Praiano, Scala e Maiori, ma vi consiglio di gustarvelo nella sede che l’ha visto nascere, perché, appunto, le pietre a vista lo assorbono e lo rimandano amplificato nelle emozioni.

Evviva quindi Amalfi musical, evviva le istituzioni che appoggiano il teatro, evviva chi ci crede e, dopo una giornata di visite e mare, si regala una sera di arte, teatro e cultura.

Anche su queste operazioni dovremmo puntare per valorizzare la nostra bistrattata Italia, perla dell’Europa, e non nazione di serie B.

Fatevi un regalo. Una vacanza tra Capri, Ischia ed Amalfi e una spledida Opera Musical, tutta italiana, da ricordare. 

Acta est fabula (Augusto).

 “AMALFI MUSICAL” di Ario Avecone.

SOTTO, IL MIO VIDEOSERVIZIO CON INTERVISTE E CLIP ESCLUSIVE DELLO SPETTACOLO.

Ringrazio Sara Buonocore per le riprese. 

Titoli in inglese su schermi.

Lo spettacolo è prodotto da Sipario di Luce e dal Comune di Amalfi. Sarà in scena ogni mercoledì e sabato dall’ 11 Maggio al 19 Ottobre presso l’Arsenale della Repubblica di Amalfi, con inizio alle ore 21.

Per chi volesse ulteriori informazioni sullo spettacolo può visitare il sito ufficiale www.amalfimusical.it oppure la pagina Facebook, sempre aggiornata con le ultime novità e curiosità sulle rappresentazioni.

La storia si svolge nell’anno 829 d.C., in pieno Medioevo, quando la Città di Amalfi è stata conquistata dai feroci Longobardi, originari del Nord Europa, guidati dal perfido Principe Sicardo. Due giovani innamorati, Antonio e Giovanna, devono separarsi a causa della drammatica guerra. Dopo dieci lunghi anni di esilio, Antonio torna nella propria città natale, divenuto ormai un esperto guerriero. Il giovane ritrova Amalfi in preda alle scorribande dei Saraceni, spietati pirati mediorientali, e sotto il consolidato dominio del sanguinario Sicardo. Dopo aver ritrovato gli amici d’infanzia Ottavio e Carlo, Antonio scopre che Giovanna, di cui è ancora innamorato, è stata promessa in sposa proprio a Sicardo. Tra mille peripezie e intrighi, Antonio proverà a liberare il popolo di Amalfi dalla tirannia e a ritrovare l’amore di Giovanna.

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