La cosa importante è non smettere mai di domandare. La curiosità ha il suo motivo di esistere. Non si può fare altro che restare stupiti quando si contemplano i misteri dell’eternità, della vita, della struttura meravigliosa della realtà. È sufficiente se si cerca di comprendere soltanto un poco di questo mistero tutti i giorni. Non perdere mai una sacra curiosità (A.Einstein)
LA DOMANDA
Cosa abbiamo visto ieri sera?
Non è facile dare un’etichetta allo spettacolo che ha debuttato ieri sera al Teatro Nuovo ieri sera, senza contare che io odio dare etichette.
Sgombrato il campo dall’idea che musical sia solo lustrini e paillettes e gambe al vento – spettacoli come Next To Normal ed altri di questa nuova linfa che sta entrando in Italia -, resto dubbiosa.
L’ideatore di tutto l’ambaradan (mai termine, forse desueto, fu più azzeccato), Pietro Contorno (che aveva già portato in Italia Spring Awakening, con la Compagnia livornese TODOMODO, per Musica Ribelle in coproduzione con Bags Entertainment), ha parlato di prosa con canzoni. Ecco, forse, ma è ancora riduttivo per descrivere “MUSICA RIBELLE – La Forza dell’Amore” , con i brani di Eugenio Finardi.
Prosa sicuramente, perché abbiamo visto uno spettacolo con una recitazione curata, molto diversa da quella che è, spesso sopra le righe e fumettistica, di alcuni musical: merito probabilmente del regista Emanuele Gamba, che ci ha dato un allestimento curato, con scenografie mobili ed un cast di livello che riesce a riempire ogni singolo spazio della scena.
Merito di una drammaturgia approfondita, certamente non didascalica, ma che dà pennellate di passato e presente, ben mescolate ed a volte quasi “contemporanee”.
Il tempo non è affatto ciò che sembra. Non scorre in una sola direzione, e il futuro esiste contemporaneamente al passato (A.Einstein)
IL TEMPO
La drammaturgia di questo spettacolo è tutta giocata sul tempo: se la ragazza Sara93, la classica adolescente 2.0 iperconnessa e per questo particolarmente sola, ed arrabbiata, riesce a provare emozioni per un ragazzo di 40 anni prima, è perché trova in una pagina scritta, e non in uno schermo, più energia e vitalità di quello che i suoi contemporanei molto social e poco sociali riescano a darle.
Sì, dobbiamo dividere il nostro tempo in questo modo, tra la nostra politica e le nostre equazioni. Ma per me le nostre equazioni sono ben più importanti, dato che la politica è qualcosa che riguarda solo il presente. Un’equazione dura per sempre. (A.Einstein)
LA POLITICA
Ce n’è tanta, in questo spettacolo, c’è la sinistra quando era sinistra e la rivolta quando la musica era davvero ribelle.
La differenza tra la genialità e la stupidità è che la genialità ha i suoi limiti. (A.Einstein)
LA DROGA
Anche di questa ce n’è tanta. C’è LSD che veniva usato per diventare creativi, c’è l’eroina che è stupida, ci sono le canne e c’è il “cioccolato”.
Ma la droga fa paura, è la scimmia che non balla, ma deforma, come un quadro di Vincent van Gogh, che sballa le dimensioni, che uccide.
Innamorarsi non è affatto la cosa più stupida che l’uomo può fare, e in ogni caso la forza gravitazionale non può essere ritenuta responsabile. (A.Einstein)
L’AMORE
E se c’è la politica, la droga, l’anaffettività, c’è l’amore, perché l’amore, con la musica, salverà il mondo, ed ognuno degli adolescenti rappresentati in scena lo vive in modo suo, lo scopre, lo cerca, ne ha paura, lo vive.
Ecco quel che ho da dir sulla musica: ascoltatela, suonatela, amatela, riveritela e tenete la bocca chiusa. (A.Einstein)
LA MUSICA
Infine, in tutti questi temi importanti, e come tali trattati, c’è la musica. Le canzoni di Eugenio Finardi, che tutti abbiamo cantato ma che qui assumono un altro aspetto, diventano corpo, diventano storia, diventano teatro.
Ma attenzione: quello che abbiamo visto non è una biografia di Finardi: c’è tanto di lui, ma c’è tanto anche di Pietro Contorno e tanto di quella gioventù che è stata, che era e che sarà.
L’autore stesso ha detto che le canzoni d’autore sono come bambini: li facciamo e poi vanno per la loro strada e, se La Radio diventa una festa per le prime radio libere veramente, come una fantomatica Radio Nebbia che c’è e non c’è, come Brigadoon, Extraterrestre diventa uno dei momenti più belli dello spettacolo, dove il nostro Vento preferito ondeggia nell’universo onirico di sogni e speranze di ogni adolescente esistito.
Gli arrangiamenti, curati da Emiliano Cecere e Valerio Carboni, contribuiscono ad attualizzare ancora di più le storiche canzoni.
Vedere Finardi nel pubblico che sorride costantemente ed applaude (era due file dietro di me) è una gratificazione sia per gli autori, che per il cast.
Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (A.Einstein)
Il cast
Un cast sorprendente che ha dato vita, con la band dal vivo che diventa parte dello show (BAND:
Maximilian Agostini, Filippo Bertipaglia, Francesco Inverno, Andrea Mandelli), che viene in parte da Spring Awakening e in parte da altre realtà, come Mimosa Campironi, già protagonista dei 5 allegri ragazzi morti.
Federico Marignetti, dopo Spring e Romeo di Zard (“Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo”), si conferma sempre più una nuova e promettente leva del teatro musical italiano: un nuovo giovane straordinario cantattore, intenso, tormentato, che vedremo presto anche in “DORIAN GRAY” di DANIELE MARTINI.
Il personaggio di Vento è stato scritto su di lui ed è assolutamente calzante.
Contraltare del carisma di Marignetti, la straordinaria Arianna Battilana, ex Spring Awakening, Sara 93 che si maschera dietro il nickname per non cedere, non svelare le sue debolezze, la sua anoressia, la sua paura di relazionarsi con gli altri: leader, arrabbiata, turbata.
Deus ex machina, traghettatore degli anni, il proprietario del luogo dove tutto avviene, dello scantinato capsula del tempo, un bravissimo Massimo Olcese, naturale ed accattivante nel suo ruolo di Hugo, Vento cresciuto, ma mai disilluso.
A metà tra il leggero ed il problematico tutti gli altri personaggi, che andrebbero citati tutti perché ben caratterizzati, ma che non cito per brevità e che creano un “collettivo” di attori giovani, ma già preparati e tutti perfettamente calati nella parte che vivono.
Tutto è determinato… da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. Lo è per l’insetto come per le stelle. Esseri umani, vegetali, o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio invisibile.
IN CONCLUSIONE
Cosa abbiamo visto?
Teatro, teatro con momenti musicali, teatro con passione, teatro con la voglia di dare vita a qualcosa di nuovo.
Un teatro che può avvicinare i giovani (e spero che l’iperconnettività possa aiutare in questo) nonostante un titolo sconosciuto e brani che non tutti gli adolescenti conoscono.
Uno spettacolo coraggioso, forse solo un po’ da sfrondare e da sistemare in alcuni punti, ma ben costruito, intelligente, sognatore.
E se il pubblico vorrà rispondere, abbiamo ancora speranza che qualcosa, che sia la musica, che siano i sogni, che siano i giovani, salverà il mondo.
PRESTO IL MIO SERVIZIO PER LOMBARDIA SAT.
SOTTO, IL VIDEO DEL CURTAIN CALL
LINK UTILI
Video esclusivi della presentazione al CPM
l’intervista al Direttore Musicale Stefano Brondi.