Con il nuovo spettacolo, I LEGNANESI festeggiano un anniversario importante, in cui passato e futuro si legano per celebrare – naturalmente a teatro – tradizioni e risate in compagnia della famiglia più divertente d’Italia! Sì, d’Italia: chi avrebbe mai potuto immaginare, 70 anni fa, che il dialetto lombardo potesse diventare vera e propria lingua universale, capace addirittura di decifrare e comunicare trasformazioni sociali in atto e di collezionare numeri da rockstar con oltre 160.000 spettatori ogni stagione (lo scorso anno è stato record a Milano con più di 60.000 presenze al Teatro della Luna e ogni anno gli spettacoli de I Legnanesi sono tra i 10 più visti nel nostro Paese).
In questa stagione, sono già 30.000 i biglietti venduti al Teatro della Luna, dove I LEGNANESI saranno in scena dal 29 dicembre al 3 marzo 2019.
In questo articolo i video della conferenza stampa e le info.
“Ringhiere che si snodano sui ballatoi, scale consunte dal saliscendi di generazioni e generazioni, ogni porta una stanza, spesso l’unica: il vicino è così vicino che vive con te.
Il cortile è il regno dei povercrist sopravvissuti alle guerre, alle carestie, alle immigrazioni, alle industrie.
Ma il cortile è anche lo spazio vuoto, è la camera più grande dove si vivono stagioni intere, anni, generazioni, secoli, nascite, amori e tradimenti, gioie e angosce, nozze e funerali, sorrisi e miracoli.
Fuori dal cortile, il muro di cinta di uno stabilimento, un muro di mattoni rossi, ancora muri e case, un condominio di sei piani che già chiamano il grattacielo: niente più litigi banali, le lenzuola stese sul filo, le pozzanghere, la ruggine dei corrimano.
Ma noi abbiamo resistito, la ringhiera ci corre nell’anima.
Riflettori, prego: è di scena il cortile lombardo.”
VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA
I LEGNANESI
70 anni che raccontano una storia, fatta di ringhiere che si snodano sui ballatoi, di vicini così vicini da avere la sensazione che vivano con te, dove si condividono gioie e preoccupazioni.
La ringhiera che corre nell’anima, che non è “passato”, ma ormai è un modo di essere, dal 1949 quando Felice Musazzi e Tony Barlocco, metalmeccanici della Franco Tosi insieme a Luigi Cavalleri, diedero vita all’oratorio di Legnarello a questa esperienza ancora oggi unica, costretti da una disposizione del Cardinale Schuster che vietava le rappresentazioni teatrali promiscue, a far interpretare i ruoli femminili da uomini: da qui ha origine la composizione esclusivamente maschile della Compagnia.
Con il nuovo spettacolo, I LEGNANESI festeggiano un anniversario importante, in cui passato e futuro si legano per celebrare – naturalmente a teatro – tradizioni e risate in compagnia della famiglia più divertente d’Italia! Sì, d’Italia: chi avrebbe mai potuto immaginare, 70 anni fa, che il dialetto lombardo potesse diventare vera e propria lingua universale, capace addirittura di decifrare e comunicare trasformazioni sociali in atto e di collezionare numeri da rockstar con oltre 160.000 spettatori ogni stagione (lo scorso anno è stato record a Milano con più di 60.000 presenze al Teatro della Luna e ogni anno gli spettacoli de I Legnanesi sono tra i 10 più visti nel nostro Paese).
“Siamo felici di festeggiare al Teatro della Luna i 70 anni de I Legnanesi, simbolo di una tradizione di teatro popolare che ha saputo rinnovarsi e crescere rimanendo fedele alla sua storia. – dichiara Giancarlo Sarli A.D. di Forumnet SpA – L’attesa crescente per il nuovo spettacolo e l’affetto tangibile degli spettatori, di cui abbiamo quotidianamente testimonianza, sono di buon auspicio per un 2019 da record da trascorrere insieme”.
Dura da 70 anni questa favola “con i piedi per terra”, fatta di lavoro di giorno e di evasione sul palcoscenico la sera e nei weekend, interpreti della tradizione teatrale italiana con un tuffo nel passato per ricordare (o riscoprire) la cultura popolare e raccontare, nello stesso tempo, storie di tutti i giorni attraverso una comicità pulita, dedicata alla gente comune.
In occasione di questo anniversario, l’Assessorato all’Autonomia e Cultura della Regione Lombardia, riconoscendo il profondo contributo sociale e culturale de I LEGNANESI, intraprende un percorso che si snoderà nella primavera 2019: «Lo straordinario traguardo dei 70 anni di teatro de I Legnanesi è un anniversario da celebrare» – dichiara Stefano Bruno Galli, Assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia. «È un’occasione per ringraziare una compagnia unica e autentica, sapiente e popolare, generosa e appassionata. A I Legnanesi – prosegue Stefano Bruno Galli – va riconosciuto il merito di avere compiuto una missione sulla carta impossibile: traghettare la ringhiera e la lingua lombarda nel nuovo millennio; mantenere vivo e vivace, allegro e profondo quel luogo dell’anima che è il cortile lombardo. La civiltà, perché tale era, della cascina si configurava infatti come un laboratorio privilegiato di socialità, nucleo essenziale di una più vasta comunità volontaria territoriale, quale quella Lombarda. Per questo, Regione Lombardia non si lascerà sfuggire l’occasione nel 2019 di ringraziare I Legnanesi con una serie di iniziative che stiamo perfezionando».
Un trio collaudatissimo, quello composto da Antonio Provasio (Teresa), Enrico Dalceri (Mabilia) e Luigi Campisi (Giovanni), che con talento e una capacità unica di tenere gli spettatori incollati alle poltrone, regalano risate senza sosta portando in scena quelle che ormai sono vere e proprie “maschere”, con un gioco di squadra perfetto, di grande affiatamento. Personaggi resi più moderni, con una comicità attuale, senza perdere mai di vista l’insegnamento originario di Musazzi, con cui Provasio ha lavorato per nove anni, entrato giovanissimo, appena maggiorenne, nella compagnia.
La Teresa di Antonio Provasio (capocomico, regista e autore del testo), a tratti severa e un po’ bisbetica, con un patrimonio inesauribile di interiezioni e modi di dire su cui non smette mai di lavorare, è una valanga inarrestabile contro la “vittima prediletta”, il suo Giovanni, in particolare con un intero campionario di battute vessatorie ai danni del marito, tormentone creato da Musazzi con il leitmotiv del volerlo morto per godersi la vedovanza.
In scena, con Luigi Campisi (che ha diviso il palco con lo stesso Musazzi proprio in questo ruolo) l’intesa è tale che il copione spesso lascia spazio a estemporanee “variazioni sul tema” che fanno impazzire il pubblico. Il suo Giovanni – giocando solo sulla mimica facciale – con un mugugno ben assestato riesce a dire più che con mille parole. Enrico Dalceri, oltre a trasformarsi in magnifica soubrette negli sfavillanti quadri che omaggiano la rivista all’italiana, dà vita con maestria e tempi comici impeccabili alla spumeggiante figlia Mabilia, ma cura anche con altissima professionalità scene e costumi, le coreografie insieme a Sofia Fusco e i momenti musicali insieme al Maestro Arnaldo Ciato.
Insieme alla Famiglia Colombo, c’è tutto il mondo del cortile (la Pinetta di Alberto Destrieri, la Carmela di Maurizio Albè, la Fiorella di Mauro Quercia, e poi Valerio Rondena, Giordano Fenocchio, Giovanni Mercuri, Franco Cattaneo, Danilo Parini e la new entry Francesco Pellicini), ci sono i giovanissimi boys spesso per la prima volta sul palco, ci sono le maestranze tecniche, le sarte, la direzione artistica di Sandra Musazzi e lo staff di produzione guidato da Enrico Barlocco: due cognomi, i loro, che parlano di continuità, di impegno e di rispetto di una grande storia.
Quello dei Legnanesi è un mondo coloratissimo che prende vita ogni sera, una grande famiglia operosa e generosa.
Depositari orgogliosi di un patrimonio che si impegnano a valorizzare, di radici profonde da coltivare, I LEGNANESI rappresentano un’iniezione di buon umore, una parentesi divertente tra il grigiore quotidiano, un appuntamento immancabile per gli spettatori più affezionati e una piacevolissima scoperta per il nuovo pubblico che inizia a seguirli, incuriositi da un fenomeno quanto mai attuale.
“Non ci dimentichiamo mai di divertirci, facendo divertire, né di lasciare uno spunto di riflessione. La Famiglia Colombo riesce anche a parlare di valori veri, del gusto delle cose semplici, del calore di una famiglia.” sottolinea Provasio a nome di tutta la Compagnia.
L’eredità di Musazzi e Barlocco pone I LEGNANESI a fianco di Gilberto Govi e De Filippo, per la capacità di dare voce a un sentimento popolare e alle trasformazioni sociali.
Musazzi, cantastorie delle tragicommedie della famiglia Colombo, porta così, insieme a Tony Barlocco, la Compagnia da Legnarello all’Odeon nel 1958, in un successo crescente testimoniato anche da un ricchissimo archivio fotografico storico, che vede i Legnanesi insieme a Federico Fellini, Wanda Osiris, Rudolf Nurejev, Macario, Mariangela Melato, Walter Chiari, Monica Vitti e tanti altri, applauditi anche da Luchino Visconti e Giorgio Strehler e apprezzati da Arbasino – che li paragonò a Brecht («Con I Legnanesi per la prima volta il proletariato parla di sé, illustra con efficacia incomparabile i conflitti (drammatici e talvolta ridicoli) tra la vecchia anima popolare e le alienazioni più moderne») – e Flaiano.
I LEGNANESI oggi sono riusciti a conquistare ed appassionare anche i più giovani, come testimoniato dall’enorme seguito sui social network: il loro impegno (riconosciuto anche da premi tra cui l’Ambrogino D’Oro e la Rosa Camuna) spazia oltre il palcoscenico e abbraccia iniziative a sostegno del territorio, attività di beneficenza e di formazione, con l’obiettivo di continuare a trasmettere i valori fondanti alla base delle tradizioni. Un rapporto diretto con il pubblico, che passa anche da un fornitissimo merchandising, come solo le rockstar hanno, perché il mondo dei Legnanesi e della Famiglia Colombo è fatto di piccoli, ma inconfondibili, simboli.
IL NUOVO SPETTACOLO – “70 VOGLIA DI RIDERE C’È”
Chi non ha mai sognato di diventare ricco? Sembra che finalmente sia arrivato il momento della Famiglia Colombo, che passa dal cortile dei “pover crist”, con i servizi igienici divisi tra più di venti persone, ad una vita da vip. Fa quasi impressione vedere i Colombo in abiti eleganti, in un bel mix tra tradizione e attualità (con riferimenti alle scene più esilaranti degli ultimi anni, che il pubblico più fedele riconoscerà).
Con il prezioso contributo ai testi di Mitia Del Brocco, capace di interpretare con gusto moderno la tradizione dei Legnanesi, nel nuovo spettacolo saranno le premonizioni di una misteriosa veggente Gitana, capace di vedere passato, presente e futuro con una certa precisione, accompagnata da un insolito assistente, a far respirare un’atmosfera di magia e mistero nel cortile della famiglia Colombo e, proprio attraverso la realizzazione dei sogni di Teresa, assisteremo ad un travolgente cambio di vita dei tre protagonisti.
Ritornati al Nord dopo le trasferte napoletane dello scorso capitolo della saga della Famiglia Colombo, si inizierà come da tradizione dal cortile, dove per tutti è l’alba di un nuovo giorno, mentre per Mabilia è la conclusione di una notte brava con il nuovo fidanzato, un “archistar” arrivato dalla Cina, specializzato in feng shui.
Nella seconda parte dello spettacolo, il cortile lascerà spazio a un lussuoso appartamento nel quartiere più “in” di Milano, con vista sul bosco verticale; entreremo così con la Teresa (che farà girare la testa anche al vicino di casa Fedez) nel mondo dello star system – tra un’ospitata nei programmi tv che contano e una carriera da food blogger con la pubblicazione di un libro di ricette di cucina povera (talmente povera che il risotto con l’ossobuco è senza ossobuco!) – e vedremo finalmente la Mabilia coronare il sogno di una vita intera, essere ricca e viziata, ritrovando il Giovanni sempre più bistrattato e poco considerato dalle due donne di casa.
Il cambiamento dei Colombo sarà talmente irreale che ad un certo punto dello spettacolo il pubblico si chiederà: “Sogno o son desto?” A proposito, quest’anno, I LEGNANESI hanno in serbo una sorpresa per gli spettatori… soprattutto per Teresa, che non sarà più alle prese con un solo marito ma con ben due Giovanni!
Musiche, scenografie sfavillanti e balletti meravigliosi faranno da cornice a questo grande spettacolo. Una Mabilia “star di Legnano”, che ha bisogno solo di un palco e dei riflettori per brillare come una stella del Varietà, è protagonista dei quadri musicali sempre più scintillanti con una pioggia di strass e cristalli su tutti i costumi, da quello dedicato all’amato corpo degli Alpini (per ricordare la fine della “Grande Guerra”, festeggiare il centesimo compleanno dell’Associazione Nazionale Alpini – A.N.A. – fondata proprio a Milano l’8 luglio 1919 e i 70 anni del famosissimo Coro A.N.A. di Milano, fondato, proprio come i Legnanesi, nel 1949 e per celebrare la novantaduesima Adunata Nazionale Alpini che si svolgerà proprio a Milano il 10, 11 e 12 maggio 2019) al gran finale del primo tempo con un sapore operistico, sulle note dell’Habanera di Bizet.
Eccezionalmente, all’anteprima al Teatro della Luna, Enrico Dalceri ha chiesto l’intervento del Coro A.N.A. di Milano per dare ancora più valore a questo quadro musicale che celebra la tradizione e per regalare un momento davvero unico e speciale nel suo genere.
Oltre due ore di risate senza sosta, in cui si mettono alla berlina alcune mode e si prendono le distanze dal successo facile. Il messaggio dei Legnanesi non cambia: godetevi la vita, non correte dietro ai soldi. “Anche perché i soldi vanno più veloci…” chiosa la Teresa. Una vita alla ribalta, tra autografi, fan e obblighi non fa per lei che… alla fine preferisce sempre il modesto ma autentico cortile, dove non serve l’ascensore, e l’amore per il suo Giovanni.
“Se tanta voglia di vivere insieme c’è, manteniamo vive e tramandiamo le nostre tradizioni.
Se tanta voglia d’amore c’è, troviamo il momento giusto per dircelo, spegnendo per una volta il cellulare e accendendo e aprendo il cuore.
Se “70 voglia di ridere c’è”, allacciate le cinture di sicurezza e preparatevi ad essere travolti ancora una volta dalle risate con I LEGNANESI!”.
Dopo le prime tappe del tour (che prosegue fino a maggio 2019, con I LEGNANESI attesi a Gorizia, Bolzano, Genova, Torino, e tante altre città – info www.ilegnanesi.it), grande ritorno al Teatro della Luna di Milano, dal 29 dicembre, pronti per brindare insieme al loro pubblico per l’arrivo del nuovo anno con lo spettacolo speciale del 31 dicembre con l’immancabile panettone; poi, il divertimento al Teatro della Luna continua fino al 3 marzo 2019 per quasi 50 repliche.
“Ricurdevas, genti, che un popolo cal ga minga da memoria, al ga minga da storia”
“Ringhiere che si snodano sui ballatoi, scale consunte dal saliscendi di generazioni e generazioni, ogni porta una stanza, spesso l’unica: il vicino è così vicino che vive con te.
Il cortile è il regno dei povercrist sopravvissuti alle guerre, alle carestie, alle immigrazioni, alle industrie.
Ma il cortile è anche lo spazio vuoto, è la camera più grande dove si vivono stagioni intere, anni, generazioni, secoli, nascite, amori e tradimenti, gioie e angosce, nozze e funerali, sorrisi e miracoli.
Fuori dal cortile, il muro di cinta di uno stabilimento, un muro di mattoni rossi, ancora muri e case, un condominio di sei piani che già chiamano il grattacielo: niente più litigi banali, le lenzuola stese sul filo, le pozzanghere, la ruggine dei corrimano.
Ma noi abbiamo resistito, la ringhiera ci corre nell’anima.
Riflettori, prego: è di scena il cortile lombardo.”
I LEGNANESI
70 anni che raccontano una storia, fatta di ringhiere che si snodano sui ballatoi, di vicini così vicini da avere la sensazione che vivano con te, dove si condividono gioie e preoccupazioni.
La ringhiera che corre nell’anima, che non è “passato”, ma ormai è un modo di essere, dal 1949 quando Felice Musazzi e Tony Barlocco, metalmeccanici della Franco Tosi insieme a Luigi Cavalleri, diedero vita all’oratorio di Legnarello a questa esperienza ancora oggi unica, costretti da una disposizione del Cardinale Schuster che vietava le rappresentazioni teatrali promiscue, a far interpretare i ruoli femminili da uomini: da qui ha origine la composizione esclusivamente maschile della Compagnia.
Con il nuovo spettacolo, I LEGNANESI festeggiano un anniversario importante, in cui passato e futuro si legano per celebrare – naturalmente a teatro – tradizioni e risate in compagnia della famiglia più divertente d’Italia! Sì, d’Italia: chi avrebbe mai potuto immaginare, 70 anni fa, che il dialetto lombardo potesse diventare vera e propria lingua universale, capace addirittura di decifrare e comunicare trasformazioni sociali in atto e di collezionare numeri da rockstar con oltre 160.000 spettatori ogni stagione (lo scorso anno è stato record a Milano con più di 60.000 presenze al Teatro della Luna e ogni anno gli spettacoli de I Legnanesi sono tra i 10 più visti nel nostro Paese).
“Siamo felici di festeggiare al Teatro della Luna i 70 anni de I Legnanesi, simbolo di una tradizione di teatro popolare che ha saputo rinnovarsi e crescere rimanendo fedele alla sua storia. – dichiara Giancarlo Sarli A.D. di Forumnet SpA – L’attesa crescente per il nuovo spettacolo e l’affetto tangibile degli spettatori, di cui abbiamo quotidianamente testimonianza, sono di buon auspicio per un 2019 da record da trascorrere insieme”.
Dura da 70 anni questa favola “con i piedi per terra”, fatta di lavoro di giorno e di evasione sul palcoscenico la sera e nei weekend, interpreti della tradizione teatrale italiana con un tuffo nel passato per ricordare (o riscoprire) la cultura popolare e raccontare, nello stesso tempo, storie di tutti i giorni attraverso una comicità pulita, dedicata alla gente comune.
In occasione di questo anniversario, l’Assessorato all’Autonomia e Cultura della Regione Lombardia, riconoscendo il profondo contributo sociale e culturale de I LEGNANESI, intraprende un percorso che si snoderà nella primavera 2019: «Lo straordinario traguardo dei 70 anni di teatro de I Legnanesi è un anniversario da celebrare» – dichiara Stefano Bruno Galli, Assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia. «È un’occasione per ringraziare una compagnia unica e autentica, sapiente e popolare, generosa e appassionata. A I Legnanesi – prosegue Stefano Bruno Galli – va riconosciuto il merito di avere compiuto una missione sulla carta impossibile: traghettare la ringhiera e la lingua lombarda nel nuovo millennio; mantenere vivo e vivace, allegro e profondo quel luogo dell’anima che è il cortile lombardo. La civiltà, perché tale era, della cascina si configurava infatti come un laboratorio privilegiato di socialità, nucleo essenziale di una più vasta comunità volontaria territoriale, quale quella Lombarda. Per questo, Regione Lombardia non si lascerà sfuggire l’occasione nel 2019 di ringraziare I Legnanesi con una serie di iniziative che stiamo perfezionando».
Un trio collaudatissimo, quello composto da Antonio Provasio (Teresa), Enrico Dalceri (Mabilia) e Luigi Campisi (Giovanni), che con talento e una capacità unica di tenere gli spettatori incollati alle poltrone, regalano risate senza sosta portando in scena quelle che ormai sono vere e proprie “maschere”, con un gioco di squadra perfetto, di grande affiatamento. Personaggi resi più moderni, con una comicità attuale, senza perdere mai di vista l’insegnamento originario di Musazzi, con cui Provasio ha lavorato per nove anni, entrato giovanissimo, appena maggiorenne, nella compagnia.
La Teresa di Antonio Provasio (capocomico, regista e autore del testo), a tratti severa e un po’ bisbetica, con un patrimonio inesauribile di interiezioni e modi di dire su cui non smette mai di lavorare, è una valanga inarrestabile contro la “vittima prediletta”, il suo Giovanni, in particolare con un intero campionario di battute vessatorie ai danni del marito, tormentone creato da Musazzi con il leitmotiv del volerlo morto per godersi la vedovanza.
In scena, con Luigi Campisi (che ha diviso il palco con lo stesso Musazzi proprio in questo ruolo) l’intesa è tale che il copione spesso lascia spazio a estemporanee “variazioni sul tema” che fanno impazzire il pubblico. Il suo Giovanni – giocando solo sulla mimica facciale – con un mugugno ben assestato riesce a dire più che con mille parole. Enrico Dalceri, oltre a trasformarsi in magnifica soubrette negli sfavillanti quadri che omaggiano la rivista all’italiana, dà vita con maestria e tempi comici impeccabili alla spumeggiante figlia Mabilia, ma cura anche con altissima professionalità scene e costumi, le coreografie insieme a Sofia Fusco e i momenti musicali insieme al Maestro Arnaldo Ciato.
Insieme alla Famiglia Colombo, c’è tutto il mondo del cortile (la Pinetta di Alberto Destrieri, la Carmela di Maurizio Albè, la Fiorella di Mauro Quercia, e poi Valerio Rondena, Giordano Fenocchio, Giovanni Mercuri, Franco Cattaneo, Danilo Parini e la new entry Francesco Pellicini), ci sono i giovanissimi boys spesso per la prima volta sul palco, ci sono le maestranze tecniche, le sarte, la direzione artistica di Sandra Musazzi e lo staff di produzione guidato da Enrico Barlocco: due cognomi, i loro, che parlano di continuità, di impegno e di rispetto di una grande storia.
Quello dei Legnanesi è un mondo coloratissimo che prende vita ogni sera, una grande famiglia operosa e generosa.
Depositari orgogliosi di un patrimonio che si impegnano a valorizzare, di radici profonde da coltivare, I LEGNANESI rappresentano un’iniezione di buon umore, una parentesi divertente tra il grigiore quotidiano, un appuntamento immancabile per gli spettatori più affezionati e una piacevolissima scoperta per il nuovo pubblico che inizia a seguirli, incuriositi da un fenomeno quanto mai attuale.
“Non ci dimentichiamo mai di divertirci, facendo divertire, né di lasciare uno spunto di riflessione. La Famiglia Colombo riesce anche a parlare di valori veri, del gusto delle cose semplici, del calore di una famiglia.” sottolinea Provasio a nome di tutta la Compagnia.
L’eredità di Musazzi e Barlocco pone I LEGNANESI a fianco di Gilberto Govi e De Filippo, per la capacità di dare voce a un sentimento popolare e alle trasformazioni sociali.
Musazzi, cantastorie delle tragicommedie della famiglia Colombo, porta così, insieme a Tony Barlocco, la Compagnia da Legnarello all’Odeon nel 1958, in un successo crescente testimoniato anche da un ricchissimo archivio fotografico storico, che vede i Legnanesi insieme a Federico Fellini, Wanda Osiris, Rudolf Nurejev, Macario, Mariangela Melato, Walter Chiari, Monica Vitti e tanti altri, applauditi anche da Luchino Visconti e Giorgio Strehler e apprezzati da Arbasino – che li paragonò a Brecht («Con I Legnanesi per la prima volta il proletariato parla di sé, illustra con efficacia incomparabile i conflitti (drammatici e talvolta ridicoli) tra la vecchia anima popolare e le alienazioni più moderne») – e Flaiano.
I LEGNANESI oggi sono riusciti a conquistare ed appassionare anche i più giovani, come testimoniato dall’enorme seguito sui social network: il loro impegno (riconosciuto anche da premi tra cui l’Ambrogino D’Oro e la Rosa Camuna) spazia oltre il palcoscenico e abbraccia iniziative a sostegno del territorio, attività di beneficenza e di formazione, con l’obiettivo di continuare a trasmettere i valori fondanti alla base delle tradizioni. Un rapporto diretto con il pubblico, che passa anche da un fornitissimo merchandising, come solo le rockstar hanno, perché il mondo dei Legnanesi e della Famiglia Colombo è fatto di piccoli, ma inconfondibili, simboli.
IL NUOVO SPETTACOLO – “70 VOGLIA DI RIDERE C’È”
Chi non ha mai sognato di diventare ricco? Sembra che finalmente sia arrivato il momento della Famiglia Colombo, che passa dal cortile dei “pover crist”, con i servizi igienici divisi tra più di venti persone, ad una vita da vip. Fa quasi impressione vedere i Colombo in abiti eleganti, in un bel mix tra tradizione e attualità (con riferimenti alle scene più esilaranti degli ultimi anni, che il pubblico più fedele riconoscerà).
Con il prezioso contributo ai testi di Mitia Del Brocco, capace di interpretare con gusto moderno la tradizione dei Legnanesi, nel nuovo spettacolo saranno le premonizioni di una misteriosa veggente Gitana, capace di vedere passato, presente e futuro con una certa precisione, accompagnata da un insolito assistente, a far respirare un’atmosfera di magia e mistero nel cortile della famiglia Colombo e, proprio attraverso la realizzazione dei sogni di Teresa, assisteremo ad un travolgente cambio di vita dei tre protagonisti.
Ritornati al Nord dopo le trasferte napoletane dello scorso capitolo della saga della Famiglia Colombo, si inizierà come da tradizione dal cortile, dove per tutti è l’alba di un nuovo giorno, mentre per Mabilia è la conclusione di una notte brava con il nuovo fidanzato, un “archistar” arrivato dalla Cina, specializzato in feng shui.
Nella seconda parte dello spettacolo, il cortile lascerà spazio a un lussuoso appartamento nel quartiere più “in” di Milano, con vista sul bosco verticale; entreremo così con la Teresa (che farà girare la testa anche al vicino di casa Fedez) nel mondo dello star system – tra un’ospitata nei programmi tv che contano e una carriera da food blogger con la pubblicazione di un libro di ricette di cucina povera (talmente povera che il risotto con l’ossobuco è senza ossobuco!) – e vedremo finalmente la Mabilia coronare il sogno di una vita intera, essere ricca e viziata, ritrovando il Giovanni sempre più bistrattato e poco considerato dalle due donne di casa.
Il cambiamento dei Colombo sarà talmente irreale che ad un certo punto dello spettacolo il pubblico si chiederà: “Sogno o son desto?” A proposito, quest’anno, I LEGNANESI hanno in serbo una sorpresa per gli spettatori… soprattutto per Teresa, che non sarà più alle prese con un solo marito ma con ben due Giovanni!
Musiche, scenografie sfavillanti e balletti meravigliosi faranno da cornice a questo grande spettacolo. Una Mabilia “star di Legnano”, che ha bisogno solo di un palco e dei riflettori per brillare come una stella del Varietà, è protagonista dei quadri musicali sempre più scintillanti con una pioggia di strass e cristalli su tutti i costumi, da quello dedicato all’amato corpo degli Alpini (per ricordare la fine della “Grande Guerra”, festeggiare il centesimo compleanno dell’Associazione Nazionale Alpini – A.N.A. – fondata proprio a Milano l’8 luglio 1919 e i 70 anni del famosissimo Coro A.N.A. di Milano, fondato, proprio come i Legnanesi, nel 1949 e per celebrare la novantaduesima Adunata Nazionale Alpini che si svolgerà proprio a Milano il 10, 11 e 12 maggio 2019) al gran finale del primo tempo con un sapore operistico, sulle note dell’Habanera di Bizet.
Eccezionalmente, all’anteprima al Teatro della Luna, Enrico Dalceri ha chiesto l’intervento del Coro A.N.A. di Milano per dare ancora più valore a questo quadro musicale che celebra la tradizione e per regalare un momento davvero unico e speciale nel suo genere.
Oltre due ore di risate senza sosta, in cui si mettono alla berlina alcune mode e si prendono le distanze dal successo facile. Il messaggio dei Legnanesi non cambia: godetevi la vita, non correte dietro ai soldi. “Anche perché i soldi vanno più veloci…” chiosa la Teresa. Una vita alla ribalta, tra autografi, fan e obblighi non fa per lei che… alla fine preferisce sempre il modesto ma autentico cortile, dove non serve l’ascensore, e l’amore per il suo Giovanni.
“Se tanta voglia di vivere insieme c’è, manteniamo vive e tramandiamo le nostre tradizioni.
Se tanta voglia d’amore c’è, troviamo il momento giusto per dircelo, spegnendo per una volta il cellulare e accendendo e aprendo il cuore.
Se “70 voglia di ridere c’è”, allacciate le cinture di sicurezza e preparatevi ad essere travolti ancora una volta dalle risate con I LEGNANESI!”.
Dopo le prime tappe del tour (che prosegue fino a maggio 2019, con I LEGNANESI attesi a Gorizia, Bolzano, Genova, Torino, e tante altre città – info www.ilegnanesi.it), grande ritorno al Teatro della Luna di Milano, dal 29 dicembre, pronti per brindare insieme al loro pubblico per l’arrivo del nuovo anno con lo spettacolo speciale del 31 dicembre con l’immancabile panettone; poi, il divertimento al Teatro della Luna continua fino al 3 marzo 2019 per quasi 50 repliche.
“Ricurdevas, genti, che un popolo cal ga minga da memoria, al ga minga da storia”