Il teatro è sempre un viaggio, un viaggio in una storia, nell’immaginazione e nelle emozioni.
Di solito lo si percorre con l’udito, qualche volta l’olfatto, ma sopratutto con la vista.
Beh, non è sempre così.
Sabato 26, con la Blind Odyssey, andata in scena al Palazzo della Ragione in Bergamo Alta, grazie al gruppo TeatroSì diretto da Irma Gervasoni (evento organizzato da Spazio Reti Sociali, con il patrocinio del Comune di Bergamo insieme all’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti), il viaggio è salpato sulle ali di 4 sensi, tranne la vista.
Anzi. Forse, se la vista era impedita da una mascherina, abbiamo acuito anche un altro senso, il sesto: non quello del film con Bruce Willis (o forse sì?), ma quello a cui ognuno di noi può dare una definizione diversa, quello del sogno, quello della mente, quello dell’anima.
E così, ciascuno degli spettatori seduto in quella splendida sala (mai svelata, se non alla fine), ha potuto gustare uno spettacolo diverso, affacciatosi nella propria testa, proprio come quando si legge una storia su un libro.
Ognuno si è figurato una Penelope, ognuno una grotta alle luci della fiaccole con Polifemo, ognuno ha trovato un suo Ulisse.
E le musiche dei Grieco Brothers hanno reso ancora più suggestivo il percorso, accompagnato dai performer di TeatroSì, misti tra normo-dotati e con alcuni diversamente dotati, per una atmosfera assolutamente onirica, immaginifica, straordinaria.
I performer hanno, non solo accompagnato al posto gli spettatori bendati, ma li hanno “presi per mano” con assaggi, profumi, sensazioni tattili, per indirizzarli verso Itaca con Ulisse e tutto il cast.
Non vi svelo altro, non vi dirò come vi ritroverete su una nave in balia di una tempesta, in una festa a corte o nell’Ade.
Fiducia, è il termine che mi balzava in testa alla fine dello spettacolo. Lasciatevi trasportare.
Fidatevi ciecamente.
Nell’attesa di prossime date, “guardate” la mia videointervista (o ascoltatela) qui sotto.