E’ ancora in scena, al TEATRO i, fino al 25 novembre, SAUL, liberamente tratto dall’ “Antico Testamento” e “Saul” di André Gide.

Ieri sono andata ad intervistare per voi il regista, Giovanni Ortoleva, che ci ha raccontato qualcosa in più su questo spettacolo.

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Esplora il mito e il tema del fallimento, SAUL, spettacolo che ha debuttato in estate alla Biennale di Venezia, dove l’anno precedente aveva ricevuto la menzione speciale. Liberamente tratto dall’Antico Testamento e da Saul di André Gide, scritto a quattro mani dal regista Giovanni Ortoleva con Riccardo Favaro, SAUL è la parabola di un frontman in declino, “[uno spettacolo] che ha rivelato una promessa e un’immaginazione significative” (New York Times). In scena, Alessandro Bandini, Marco Cacciola, Federico Gariglio.

Nell’Antico Testamento, Saul compare come il primo re d’Israele, eletto da Dio e successivamente da Lui ripudiato. Il giovane David, mandato a palazzo per calmare il re con il suono della sua cetra, riesce a riscuoterlo dal dolore in cui è precipitato e conquista l’amore suo e di suo figlio Gionata. Quando però il giovane sconfigge il gigante Golia diventa evidente che il suo ruolo è più grande di quello per cui è stato annunciato, e l’amore del Re si trasforma in feroce gelosia. L’incapacità di Saul di accettare la fine del proprio dominio e il suo rapporto ambivalente col giovane David costituiscono il paradigma dell’uomo che cade. La sua parabola è quella di un frontman in declino, confinato in una camera d’hotel, in attesa di essere superato. Re, padre, rockstar. Saul cerca di resistere al cambiamento, alla fine della sua stirpe, al cancellarsi del proprio nome. La sua lotta è una lotta contro il procedere del tempo.
Note di regia
Quello di Saul è forse il primo mito consegnatoci dalla tradizione occidentale a parlare di fallimento individuale; e il fallimento è oggi l’orizzonte più buio, quello che sembra attendere un pianeta che non è stato capace di prendersi cura di se stesso, un sistema sociale basato su un’economia che non sa controllarsi. Ho scelto di raccontare la storia di Saul per affrontare questo fantasma, convinto che ogni storia riguardi il tempo che cerca di dimenticarla. Ho riscritto la vicenda di Saul, insieme al drammaturgo Riccardo Favaro, accostando ai re le rockstar, alle regge imperiali le suite d’albergo. Col passare del tempo mi sono reso conto che tutti i progetti che ho realizzato negli ultimi anni parlano, in un modo o nell’altro, di fallimento. La nostra drammatica incapacità di affrontare la debacle, in fondo, mi diverte molto.
Giovanni Ortoleva

Giovanni Ortoleva nasce a Firenze nel 1991. Laureato in psicologia cognitiva presso l’Università di Trento e diplomato in regia teatrale presso la Civica Scuola d’Arte drammatica Paolo Grassi di Milano, comincia appena finita la propria formazione a proporre i suoi spettacoli in importanti festival nazionali. Nel luglio 2019 debutta alla Biennale di Venezia “Saul”, scritto a quattro mani con Riccardo Favaro, che nell’anno precedente aveva ricevuto la menzione speciale.

(drammaturgia Riccardo Favaro, Giovanni Ortoleva, con Alessandro Bandini, Marco Cacciola, Federico Gariglio, scenografia e costumi Marta Solari, disegno luci Davide Bellavia, movimenti coreografici Gianmaria Borzillo, musiche originali Pietro Guarracino con Ettore Biagi, Agnese Banti e Lorenzo Ruggeri, decoratrici Francesca Antolini, Maria Giulia Rossi, Martina Galbiati, regia Giovanni Ortoleva, produzione Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, Arca Azzurra Produzioni, Teatro i, in collaborazione con AMAT e Comune di Ascoli Piceno nell’ambito di Marche in Vita, si ringrazia Piccolo Teatro di Milano, Teatro Fontana
un ringraziamento speciale a Stefano Scherini e Pablo Solari
spettacolo inserito in Invito a Teatro)

DOVE e QUANDO
Teatro i
Via Gaudenzio Ferrari 11, Milano
02 8323156
www.teatroi.org

Orari spettacolo
lunedì, giovedì, venerdì, 21
martedì, riposo
mercoledì e sabato, 19:30
domenica, 17

Prezzo biglietto
18/7€