“Nella totale perdita di valori della gente, il teatro è un buon pozzo dove attingere.” 

Con un’imprevista ed unica entrata ed uscita di scena oggi, con un eclatante coup de théâtre, nel giorno del suo 80° compleanno, in un’epoca di dolore per le sale chiuse, Gigi Proietti ha deciso di lasciarci ed abbandonare il palco per sempre. 

Vero “cavallo di razza”, si è spento stanotte alle 5.30 alla clinica Margherita di Roma (ed anche qui, la citazione viene spontanea), per un attacco “de core”, quel core che era romano ed italiano insieme, quel core che si è spezzato su un ennesimo sipario abbassato. 

Il più grande imperatore di Roma, l’8° Re, il Genio della lampada delle meraviglie teatrali, se fosse stato un dio (ma forse lo è stato) sarebbe stato Zeus: l’idea stessa del mattatore, l’uno plotiniano dell’artista, che, pur essendo immenso ha saputo rendere l’arte popolare ed accessibile a tutti.

Ognuno di noi ha un ricordo, un suo pezzo “preferito”. 

Quella che vedete in apertura di articolo, è la locandina originale di quando Gigi venne al Teatro Smeraldo, un altro pezzo di storia che non c’è più, una locandina che campeggia da allora in casa mia: era il 2008 e Proietti festeggiò il suo compleanno a Milano.

Ricordo che quando uscii dallo spettacolo, mi sembrava di essere stata sulle montagne russe. 

I suoi show passavano dalla risata più crassa alle vette incommensurabili della tragedia nel giro di pochi secondi, lasciandoti basito e senza fiato per le emozioni. 

Ne uscivi trasfigurato, come davanti a un’opera d’arte, dalla catarsi più pura, con tutti gli ingredienti della tragedia e della farsa. 

Durante una farsa si ride con le lacrime agli occhi. Finita la farsa, le risate finiscono e rimangono solo le lacrime agli occhi 

Vedete, quando scrivo editoriali come questo, non amo mettere le biografie degli artisti: quelle potete trovarle facilmente su #google. 

Ma ripercorrere a memoria l’immensa e caledoiscopica vita artistica di Proietti destabilizza, come i suoi spettacoli, in cui solo il talento era surclassato dall’amore per quello che faceva. 

Dal teatro fatto ed insegnato, al cinema, alla tv, alla musica, fino anche alla più piccola pubblicità, il Re Mida dell’arte, dello stornello, della parola, dell’ammiccamento, trasformava ogni progetto in un piccolo gioiello, da artigiano attoriale quale era. 

Penso che il mio primo ricordodi lui, fu in tv, con la sua satira agli attore seri e agli esistenzialisti francesi, dei quali, puntualmente, mi innamorai. 

L’ultima volta che lo vidi dal vivo fu al Brancaccio di Roma, per la premiazione degli Italian Musical Awards, nel 2016.

Perchè, pochi sanno, che Gigi fu anche attore di Musical, anzi di commedie musicali (cercate su Youtube)

Oggi, siamo tutti un po’ più soli, ma abbiamo un bagaglio di ricordi ed emozioni a cui attingere. 

Credo che il mondo dello spettacolo debba tributargli qualcosa, perché molto gli deve. 

 

Roma dovrà dedicargli una via, una piazza o un teatro, visto che Gigi che ha fondati diversi, ultimo quel meraviglioso Globe Theatre, di stampo shakesperiano, di cui vi ho parlato nell’ultimo numero di Riflettori su Magazine, per la Dodicesima notte. 

Da parte mia, ci ho messo un po’ per redigere queste righe. 

Alla fine, ripescando dal baule della mia memoria, l’illuminazione, il riflettore si è acceso su un’immagine: quella di “A me gli occhi please”, lo spettacolo-cult nato nel 1976 nel Teatro Tenda di Roma, ripreso in anni successivi, dove Gigi entrava in scena con una cassa sulle spalle, da cui traeva oggetti e costumi, dalla commedia dell’arte alla paglietta di Petrolini. 

Quasi dei link non virtuali che scaturivano dal baule.

 

E dove abbiamo visto recentemente i #bauli? In Piazza Duomo a Milano, in quella pulita performance di protesta, come solo il mondo dell’arte sa fare.

Mentre ne parlavo nel mio editoriale di Riflettori su Magazine di settembre/ottobre, citavo proprio i bauli in scena in numerosi spettacoli teatrali. 

Bene, fu Proietti a dare il là a questo “scatolone” di ricordi. 

Rispondendo ad accuse di ripetitività, rivoltegli da alcuni critici, rispose cosi: 

“A volte lo spettatore meno avvertito è proprio il critico. Nel ’76 con “A me gli occhi, please” ho inventato un nuovo modo di stare in scena, quello con la cassa piena di oggetti. Da allora ho fatto numerosi spettacoli, ma quello è rimasto il mio modo di stare in scena. Il repertorio è cambiato. […] Ma bisogna ricordarsi che il teatro non è la tv. In tv ogni settimana devi dire cose diverse perché il pubblico è lo stesso. In teatro ogni sera il pubblico cambia ed è il testo a rimanere lo stesso. Sennò pure Petrolini avrebbe dovuto smettere di fare Gaston”.

[TV Sorrisi e Canzoni, 30 ottobre 2003] 

Credo che in questo ci sia l’essenza stessa del teatro, dove tutto è finto ma niente è falso

Sui social, ho chiesto agli artisti che volessero partecipare di mandarmi una nota, un ricordo, un insegnamento, un contatto, uno spettacolo con il grande Gigi: lo pubblicherò sul prossimo numero di Riflettori su Magazine, che vedrà in copertina il nostro grande ultimo mattatore.

E come si scrive spesso a proposito oggi: sipario.

“Ringraziamo Iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter
continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si
replica tutte le sere.” 

 AGGIORNAMENTO ESEQUIE 

Il funerale sarà domani giovedì 5 novembre. Ad annunciarlo il Campidoglio che spiega
come “gli omaggi e la cerimonia funebre, che si terranno nella stessa
giornata, si svolgeranno in forma strettamente privata ma, in accordo
con la famiglia dell’artista, verranno trasmesse 

in diretta su Rai 1″. 

Inoltre,
nella chiesa degli Artisti di piazza del Popolo saranno
ammesse solo 60 persone. All’esterno nessun assembramento. Prevista
infatti l’interdizione ad auto e pedoni delle strade adiacenti al catino
di piazza del Popolo. 

I funerali di Gigi Proietti a Roma: il programma. Diretta tv sulla Rai

Il feretro si muoverà da Villa Margherita verso il
Campidoglio. Da qui poi il carro funebre andrà al Globe Theatre di Villa
Borghese dove sosterrà una cinquantina di minuti. A rendergli omaggio
qui saranno gli artisti. Quindi l’arrivo alla chiesa degli Artisti
previsto per le 12. 

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