Mi piacerebbe che il tempo che mi aspetta somigliasse ad un musical, sì, perché ho scoperto che il musical è la bella copia della vita: il male punito, il bene vince, l’amore per sempre e la morte è finta.

E’ per questo che metto insieme le mie favolette, le consegno nelle mani di chi è capace di trasformarlo in belle emozioni, perché questa cosa mi fa stare bene.

Stefano D’Orazio

Non si riesce a trovare la parole, ultimamente, anche per chi, come me, con le parole ci vive, ci gioca, ci lavora da tanti e tanti anni. In questo periodo, si ha paura a leggere le notizie, appena svegli al mattino.

Troppo dolore per tutti. E troppo dolore per il mondo dello spettacolo, già così martoriato, come se gli eventi volessero davvero allargare quello stralcio nel sipario già malamente strappato. E chiuso, su un palco buio, da cui non filtra luce.

Stefano D’Orazio, scomparso a 72 anni, non era solo il batterista dei Pooh, e già per quello, un’icona.

Lo spettacolo musicale italiano, quello del musical, quello del teatro cantato e ballato dal vivo, lo conosce per spettacolo come Aladin, W Zorro, Cercasi Cenerentola, Pinocchio: tre dei quali, con Manuel Frattini, scomparso poco più di un anno fa.

Nel 2010, tradusse ed adattò i brani di Mamma mia della Stage.

Perchè, forse sì, il musical è la bella copia della vita.

Tra gli amici che lo ricordano oggi sui social, tra le varie parole di encomio per la carriera professionale, a livello umano più lo definiscono come “gentile”: di quello avremmo bisogno oggi.

Ed anche questa mattina, siamo un po’ più soli.

Un pensiero alla famiglia e a tutti noi che lo abbiamo amato e conosciuto, artisticamente e personalmente.

Nella prossima pagina, alcuni incontri con Stefano D’Orazio.

LINK 

Lettera aperta di Stefano D’Orazio

 
“Cari compagni di viaggio,

dopo due anni di tournee, domenica calerà il sipario per l’ultima volta sulla nostra “Cenerentola”.

E’ finito un lungo momento fortunato che ci fa credere che questo
lavoro, portato avanti con fatiche, sorrisi, qualche lacrima e tanti
applausi sia stato una bella cosa.

Grazie a Saverio Marconi, mio maestro d’avventura, per la passione, la
creatività e l’esperienza che ha voluto dedicare a questo progetto e
grazie a Stefano Cenci per le sue originali e coinvolgenti musiche.
Quello che ogni notte è andato in scena è stato il frutto di un lavoro
collettivo puntuale e professionalissimo.

Sul palcoscenico invece, c’eravate Voi “Il Cast delle meraviglie” che
avete interpretato per più di cento volte la nostra strana favola con
immutato entusiasmo e avete fatto la differenza. Avete preso in consegna
un progetto bizzarro e, attraversando un’Italia difficile, lo avete
portato in porto meritando ogni notte, gli applausi che Vi hanno
accompagnato.

In un momento in cui il Teatro fa fatica a tenere le porte aperte, siete
riusciti ad affidare il Vostro talento ad un imprevedibile passaparola,
a meravigliare, a commuovere e a divertire restituendo forse un po’ di
fiducia a quel pubblico spesso costretto a rimpiangere di aver barattato
il prezzo di un biglietto in cambio di “poco, poco” .

Un grazie infine a quel pubblico che Vi ha applaudito ogni sera e per il
quale dovete continuare a credere che il Vostro è il più bello dei
mestieri!”

Stefano D’Orazio ringrazia il suo pubblico

Pubblico queste righe che Stefano D’Orazio ha scritto come
ringraziamento per tutti i fan e amici che il 12 settembre 2016 lo hanno
sommerso di auguri per il suo compleanno attraverso il profilo facebook
della sua compagna. Al di là dei ringraziamenti, Stefano ha colto
l’occasione per motivare la sua scelta di non essere presente sui
social, facendo una riflessione circa l’uso, spesso improprio, di questi
canali che mai come oggi, dopo i recenti fatti di cronaca, sono al
centro dell’opinione pubblica.

“Cari amici di sempre,
anche quest’anno, in puntuale ritardo, sono a ringraziarvi dei
vostri, invece, puntualissimi auguri. Siete tanti e come sempre
gentilissimi ed affettuosi.



E’ stato questo, un anno affollato, e mi affaccio al prossimo con un
bel bagaglio di impegni, ma mi sto divertendo, sono allegramente
scekerato e tutto questo non mi fa rendere conto che le candeline sulla
torta aumentano. Sarà incoscienza o casualità, ma questi 68 che ho messo
insieme non li sento affatto, e a pensare che quando avevo vent’anni,
tutti quelli che ne avevano quaranta o su di lì, li vedevo come prossimi
alla tomba, a ripensarci oggi mi viene da chiedermi se mi sbagliavo
allora o se sono un fortunato sopravvissuto?

Comunque sono ancora sulla strada e, dal tono dei vostri auguri, si
direbbe che non do ancora la sensazione di essere decotto, probabilmente
condurre una vita sregolata per non dire dissoluta, aiuta.



Molti mi chiedono come mai non mi affaccio sui social o come mai non
ho una pagina Facebook dalla quale forse, con molta più agilità,
riuscirei a interagire con voi.



E’ vero che c’è un naturale bisogno umano di connessione sociale che
di certo la tecnologia ha agevolato e reso alla portata di tutti, ma
credo che far finire on-line le nostre emozioni, parcheggiare sul
proprio “profilo” pensieri, foto, stati d’animo, commenti, banalità,
ingiurie, complimenti e affettuosità, sia una scorciatoia al vero
socializzare che, a lungo andare, ci può far chiudere in un infelice
isolamento.



Per i personaggi pubblici, e questo sarebbe il mio caso, il Social,
mi dicono, essere una arma di inestimabile valore: aggregare consensi,
pubblicizzarsi, contrabbandarsi per amico di tutti e soprattutto
“esserci” è utile e forse ad oggi indispensabile. Sia che il “prodotto”
sia un’idea politica o una canzone o altro o altro ancora, è in rete che
si trovano adepti e sostenitori.

Raccontarsi in positivo, fidelizzare fan o sostenitori con presenze
giornaliere, inventare pretesti per dar voce alla propria “generosità”,
essere in prima linea in ogni argomento d’attualità e tramutarsi
all’occorrenza in “tuttologhi”, è il “metodo” suggerito dai
professionisti del Web per accumulare “visualizzazioni” senza le quali
“non esisti”.



Beh, io preferisco “non esistere”, non amo questa sorta di
“pianerottolo multimediale” che si viene a creare intorno a questa
frequentatissima opzione dove il pettegolezzo è diventato tecnologico.
Mi perdonerete se magari con questa scelta rischio di buttare il bambino
con l’acqua sporca, ma è forse perchè so apprezzare la solitudine che
immergermi in una affollata virtualità, non mi entusiasma e mi viene
così di fare a meno dei “pro” per inciampare nei “contro”.

E allora ritroviamoci in qualche modo, anno dopo anno, a ringraziarci
per dell’affetto che arriva per altre vie ai nostri cuori. I vostri
auguri, che la mia compagna “tecnologica” mi “scarica” ad ogni 12
settembre, mi fanno sentire bene e mi bastano per i successivi 12 mesi.
Tutto il resto è vita.



Grazie ancora a tutti, tutti e….. attenti al Web.


Vi abbraccio Stefano”

ALTRI LINK:

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INCONTRO CON MANUEL FRATTINI 

CERCASI CENERENTOLA: PRIMO LANCIO

SERVIZIO VIDEO PER IL CASTING   CONFERENZA

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UNA CANZONE PER BERGAMO