Oggi, vi propongo un’intervista ad Umberto Scida, che sta fondando una sua compagnia e ha indetto un bando di casting per farne parte.
La Compagnia Umberto Scida nasce dal desiderio di dare un contributo, in maniera diretta e senza intermediazioni, al mondo del Teatro Musicale italiano, con una particolare attenzione all’Operetta, dove Umberto Scida ha avuto la fortuna e il privilegio di riscuotere grandi successi di pubblico e di critica a partire dal 2005.
Leggete l’intervista per capire che tipo di artista è richiesto: il bando a fine articolo.
Umberto, perché hai deciso di fondare e produrre una tua compagnia, in un periodo difficile come questo?
In realtà, accarezzavo il sogno di creare una mia Compagnia Teatrale già da alcuni anni. Credo che molti artisti, prima o poi, in qualsiasi campo si esprimano, sentano il bisogno di una certa “autonomia”, di una indipendenza di azione, di una libertà di espressione che possa dare loro l’opportunità di comunicare al mondo esterno il proprio mondo interiore senza dover mediare, smussare, rinunciare, modificare, “aggiustare”… Inevitabilmente, quando sei scritturato, hai un referente principale che è la Società di Produzione. Il primo passo verso una sorta di emancipazione è stato essere anche Regista degli spettacoli che interpretavo. Questo mi ha dato modo di iniziare a creare. Produrre è stato il traguardo che, come ho detto, mi ero prefisso negli ultimi tempi: essere a capo di una struttura che realizza, non solo artisticamente, uno spettacolo teatrale è il compimento di un percorso lungo 24 anni. Ovviamente, la collaborazione con le altre figure che compongono la “fabbrica d’arte” è imprescindibile e preziosissima: l’essere stato ed il continuare ad essere anche dall’altra parte, fra gli artisti in palco, mi permette di conoscere meglio le dinamiche e di sapere cosa ci si aspetta da chi produce.
Lo scorso anno, poco prima che la pandemia stravolgesse le vite di tutti, ero già pronto a partire con questa mia impresa. Poi, il congelamento.
Adesso, ritengo che le difficoltà subite, le restrizioni imposte, le privazioni che abbiamo dovuto accettare abbiano creato una grande fame di Arte, in tutte le sue forme. In più, credo di creare qualcosa che ancora non esiste in Italia. Mi auguro di non essere smentito dalla realtà, in futuro.
Di sicuro, bisogna essere coraggiosi ed un po’ folli, bisogna rischiare, azzardare: ma nella mia vita l’ho fatto altre volte. Ho quella giusta dose di coscienziosità che tiene a freno la spregiudicatezza, ma non ho intenzione di frenare: la mia vita è sempre stata un accelerare e, come si dice: chi non risica non rosica.
Hai un’ottima esperienza del recitar cantando, soprattutto nel mondo dell’Operetta. Quali esperienze metterai nella tua Compagnia?
Nell’Oceano dell’Operetta ho avuto la fortuna ed il privilegio di navigare a livelli molto alti, a partire dalla storica Compagnia Italiana di Operette che ho guidato artisticamente, come protagonista e come regista, per otto Stagioni Teatrali con all’attivo una media di 130 spettacoli all’anno, girando l’Italia in lungo e in largo, dai teatri più grandi ai più piccoli, prestigiosi o meno noti ma pieni di calore umano e voglia di Arte. Il mondo del musical theater mi ha creato e forgiato. Cercherò di trasmettere agli artisti della Compagnia tutto l’amore, la passione, lo spirito di sacrificio, di compartecipazione, di condivisione di cui mi sono nutrito finora, grazie alle tournée tanto gratificanti quanto impegnative. Il mondo dell’Operetta è davvero magico: c’è un alone di spensieratezza così tanto in superficie da far riflettere a quanto impegno venga richiesto, sotto questo meraviglioso strato di lustrini e paillettes, dietro le piume, i gioielli, i frac, le gonne di can can, le frange dei tubini charleston…
Quale credi potrà essere il punto di forza?
La giovane età del cast: non mi riferisco assolutamente all’età anagrafica. Ho lavorato per otto stagioni con accanto a me una colonna del teatro musicale italiano, della rivista, del varietà, dell’operetta: Armando Carini aveva già quasi 80 anni, quando iniziammo a lavorare insieme, ma era il più giovane di tutti.
Mi riferisco alla freschezza mentale, all’approccio giovane, frizzante, propositivo, energico degli artisti che faranno parte del cast; mi riferisco alle menti vulcaniche dei miei collaboratori creativi; alla dinamicità ed all’intraprendenza di chi mi supporterà con la distribuzione, l’amministrazione, la logistica.
Tu sei anche docente. Ti occuperai di tutte le regie?
La Regia è un ambito in cui mi sento particolarmente vivo e realizzato. Tendenzialmente, sarò io ad occuparmi di tutte le Regie, che si tratti di operette o che si tratti di altre forme di teatro musicale. Ma non è detto che io non preveda la collaborazione con altri colleghi registi o che, addirittura, non affidi alcune regie a qualcun altro, di cui ho stima e con cui condivido lo stile, il gusto, l’approccio al Teatro.
Qual è, secondo te, la grande differenza tra operetta e musical?
Mi trovo a dare una risposta molto semplice e breve, perché una risposta più accurata, con dovizia di particolari, minuziosa e dettagliata nell’analisi dell’argomento, richiederebbe diverse pagine.
La mia risposta, in sintesi, è: c’è ben poca differenza. E, qui, so che alcuni colleghi che si dovessero trovare a leggere, storcerebbero il naso e mi taccerebbero di superficialità. In realtà, il mio modo di vedere entrambi (operetta e musical), il mio approccio è lo stesso nei due casi. Per quanto mi riguarda, si parla di teatro musicale in cui gli artisti cantano, recitano e danzano. Certo, nel caso dell’Operetta, l’argomento è nella quasi totalità dei casi frivolo e leggero, comico o brillante quasi sempre. Ma c’è un’infinità di musical che hanno queste caratteristiche. E, per contro, in tutte le operette ci sono i momenti lirici, nel senso di “poetici”, romantici ed appassionati, sentimentali e dolci.
Possiamo parlare di un’epoca ben precisa in cui le operette sono state scritte e che può essere circoscritta fra la seconda metà dell’800 ed i primi decenni del ‘900, mentre il musical è una forma di teatro che continua a rimpinguarsi con nuove creazioni, vestendosi in maniera camaleontica di generi narrativi e musicali legati, inevitabilmente, alla contingenza temporale.
Io mi avvicinai all’operetta, dopo le prime torunèe nazionali di musical, attratto dal fatto che potevo continuare a cantare, recitare e danzare e, in aggiunta, ridere tanto e fari ridere ancor di più.
Le operette proposte per la prossima Stagione Teatrale resteranno nella tradizionale visione di “spettacolo di teatro musicale organico”: cosa si intende?
Quando parlo di “organicità” nel Teatro, in uno spettacolo, intendo parlare della fluidità con cui avviene il passaggio da un’Arte all’altra, riferendomi al Canto, alla Danza ed alla Recitazione. Quando parlo di “organicità”, parlo dell’attenzione che si deve dare all’amalgama che deve esserci sul palcoscenico, all’intreccio indissolubile che dev’esserci fra le diverse forme espressive che si completano senza soluzione di continuità, che devono dialogare parlando la stessa Lingua.
Com’è nata la collaborazione con il Teatro Quirino di Roma?
La stretta collaborazione, in realtà, è con la Compagnia MOLIÈRE la quale, oltre a fornirmi un prezioso supporto logistico, amministrativo e nella distribuzione, quando è venuta a sapere che stavo per
intraprendere questo percorso così importante ed originale, mi ha offerto un valido aiuto mettendomi in contatto con il Teatro QUIRINO-Vittorio Gassman per poter svolgere le audizioni e per ospitare una settimana di spettacoli in abbonamento nel Cartellone della Stagione 2021-2022.
Quali sono le atre collaborazioni?
La collaborazione vera e propria è quella con la Compagnia MOLIÈRE di Rosario Coppolino. Un aiuto decisivo e prezioso. Poi, se vogliamo parlare dei soggetti che partecipano all’avventura da un punto di vista strettamente creativo, posso dire che il cast indosserà i meravigliosi costumi di scena che da sempre voglio fermamente in tutti gli spettacoli che ho interpretato e di cui ho firmato le regie: i costumi della SARTORIA ARRIGO di Milano, una delle eccellenze italiane nel mondo. Tutta la parte grafica (dal sito della Compagnia al materiale pubblicitario, il mondo sei social network, i manifesti degli spettacoli) è affidata all’impareggiabile PIZZETTIePARTNER di Antonella Pizzetti. Mentre le scenografie eleganti, raffinate, intelligenti, efficaci ed il più possibile innovative di “EMIRAF-Costruttori di scenografie”. Il service audio-luci strepitoso e supertecnologico di CROMA.
Artisticamente, ho avuto la fortuna di poter essere affiancato dalla coreografa melina Pellicano, artista dalle idee fresche, innovative, sempre eleganti e raffinate, che mi aiuterà a restituire all’Operetta una connotazione di Teatro musicale a tutto tondo. La Direzione Musicale e la Preparazione Vocale degli artisti della Compagnia sono affidate due Maestri di grande esperienza e competenza, che conosco, ormai, da decenni e che mi hanno sempre accompagnato nelle avventure teatrali più delicate ed importanti, dandomi forza e serenità con la loro sapienza musicale calata proprio nella realtà del Teatro.
Posso dire che tutta la squadra ha i presupposti giusti per realizzare i miei sogni.
Quali saranno i primi titoli proposti?
La prossima Stagione Teatrale porterò in tournèe LA VEDOVA ALLEGRA e LA DUCHESSA DI CHICAGO. La prima è un classico, nel mondo delle operette, conosciuta da quasi tutti, anche da chi non è avvezzo al genere. L’altra operetta è meno nota alle masse, ma di successo di pubblico e critica garantito dalla mia esperienza personale. Un’alternativa un po’ più frizzante e che strizza l’occhio ai più giovani ed ai musical performer italiani che, come me, tanto amano gli Anni Ruggenti americani, con charleston, swing, fox-trot e ritmi più innovativi, per quell’epoca. Giusto per aprire, lentamente, ma inesorabilmente, il cammino verso la coesistenza, nella mia Compagnia, delle operette con la commedia musicale, il musical, il varietà. Un Futuro molto più prossimo di quanto non si pensi.
Dove si terranno le prove?
Gli allestimenti dei due spettacoli, ed i relativi debutti, si terranno nel Teatro Comunale di Cagli (PU) e nel Teatro “Savoia” di Campobasso, in Ottobre ed in Novembre.
Ed infine, che genere di artista state cercando?
Forse, nelle risposte precedenti già si potrebbe capire il tipo di artista della mia Compagnia: duttile, agile nel cambiare genere, disposto a mettersi alla prova, cimentarsi con ciò che non conosce. Un artista che sappia cantare, recitare, danzare. Un artista il più vicino possibile alla completezza, che possa divertirsi a fare parte di un discorso a lunga scadenza passando con agilità e disinvoltura da uno spettacolo all’altro.
Quando ritieni si possano fissare le prime date?
Le prime date della tournèe saranno già in Ottobre. Per il resto del percorso, quest’anno tutti i teatri sono partiti, comprensibilmente, con notevole ritardo. Era inevitabile. Ma il lavoro di programmazione procede senza sosta e già sono fissate altre date, oltre ai debutti ed alla settimana di spettacoli al Quirino.
Bando Di Audizioni by Silviaarosioteatro on Scribd