Segnalo lo spettacolo Viaggio in Sardegna, un monologo
sull’isola visto con gli occhi dei grandi autori che l’hanno
conosciuta nell’800. D’Annunzio, Joyce, Vittorini, etc….L’interprete è Stefania Masala attrice favorita di Giorgio Albertazzi con cui ha lavorato 16 anni.
Il debutto dello spettacolo è a Londra il 3 novembre.
Associazione Musicare di Nuoro
presenta
Viaggio in Sardegna
Recital
di e con Stefania Masala
Musiche originali di Cristiano Porqueddu
Eseguite alla chitarra da Giovanni Martinelli
Regia di Patrick Rossi Gastaldi
LONDRA, MERCOLEDI 3 NOVEMBRE 2021 – ORE 18.00
TOULOUSE LAUTREC JAZZ CLUB – 140 Newington Butts – London SE11 4RN
L’Associazione Musicare di Nuoro con la direzione artistica di Cristiano Porqueddu ha vinto un bando europeo con la manifestazione Sardinia Moving Arts (finanziata dalla Comunità Europea Fondo Europeo di Sviluppo Regionale Identity LAB_2 POR FESR SARDEGNA 2014-2020 e dalla Regione Autonoma della Sardegna) e ha chiesto a un gruppo di artisti sardi di scrivere delle opere originali che ritraggono le atmosfere e i colori dell’isola, nell’idea di “esportare la Sardegna” nel mondo.
È nato così lo spettacolo “Viaggio in Sardegna”, un itinerario nell’Isola dei Sardi, vista con gli occhi dei grandi intellettuali europei che la “scoprirono” a partire dall’800 fino ai giorni nostri: il titolo è tratto dall’omonimo “resoconto di viaggio” di Alberto La Marmora del 1826, che diventò un modello per i viaggiatori successivi, come Robert Tennant, Eugene Roissard de Bellet, Antoine Valery e tanti altri.
Sul testo dello spettacolo Franco Cordelli ha scritto: “Questo “Viaggio in Sardegna” è fisico e mentale, geografico e sentimentale, musicale e letterario, teatrale. Scandito in sei soste, approda alla Terra, all’Umanità, all’Ebbrezza, alla Pietra, alla Lingua, al Canto, per poi congedarsi da noi. Aggiungo, io, due soste, in verità ci sono ma non sono dichiarate: Corpo e Ambiente.
Un viaggio nell’animo sardo in un ambiente antico e selvaggio che appare come una gigantesca Moby Dick e i corpi che abitano questo paesaggio, corpi, mi viene da dire, alla Spoon River, quegli stessi corpi raccontati da Salvatore Satta ne “Il giorno del giudizio” che sanno che “la pace dei morti non esiste, che i morti sono sciolti da tutti i problemi meno che da uno solo: quello di essere stati vivi”. Cosicché il sogno non si ferma, «il sogno galoppava in quelle brulle lande».
Il senso di questo “Viaggio” sta nella sua partenza (“Ero soffocata dalla mitologia sarda, dal senso di frustrazione di chi cerca di farsi amare colmando di doni il visitatore saltuario, sperando con l’accogliere di essere accolto”) e, tra la partenza e l’arrivo, il “Viaggio” è attraversato dalla solitudine (“solitudine come condizione dell’anima”). Una solitudine che ricorda i versi di una poesia della Dickinson: “Forse sarei più sola senza la mia solitudine”. Ma di quale solitudine si parla? Quella interiore o quella dell’anima? Quella creatrice o quella dolorosa? Quella negativa o quella da isolamento? Tutte, nessuna di queste. Direi più una solitudine dello smarrimento: quell’essere in un luogo non volendoci stare e volerci stare quando si è già lontani.
Uno smarrimento e al contempo una consapevolezza che troviamo nella lettera che Gramsci scrive al fratello per sostenere la sua onorabilità e rettitudine. “Sono in carcere per ragioni politiche, non per ragioni di onorabilità”. Ancora una volta ci viene in auto il sardo Satta: “Come dice un antico causidico, tutti i sardi finiscono in Tribunale, o come rei, o come avvocati, o come giudici. Credo che senza questo riferimento alla legge non sia possibile comprendere i Sardi, la loro religione, il loro spirito. È difficile esprimere a parola che cosa essa sia. Non si tratta della legge che ogni uomo porta con sé, e nella quale si immedesima (la legge morale, tanto per intenderci): e nemmeno si tratta dell’oscura necessità, del destino: non è affatto vero che i Sardi siano fatalisti, perché il fatalismo comporta quiete, e il Sardo è l’inquieto per eccellenza. Noi siamo forse l’ultima gente che ancora senta il peccato originale come un proprio, individuale peccato, che nessuna redenzione riuscirà mai a cancellare”.
Smarrimento che fa da bussola a Masala per risalire alle sue origini (nascita, carattere, solitudine). Per non smarrirsi si affida alle mappe di altri naviganti; su tutti Vittorini, Lawrence, Gramsci, Ledda. Di Elio Vittorini, isolano a sud della Sardegna, la scelta dei brani è ampia; di Antonio Gramsci e Gavino Ledda circostanziata; di D.H. Lawrence ampia e giusta. Perché giusta? Il viaggio di Lawrence è incerto, incerta la rotta da prendere andandosene dalla Sicilia: in Spagna o in Sardegna? “La Sardegna è come il niente, non ha storia, date, razza, non offre nulla. È fuori dal circuito della civiltà. Come i paesi baschi. C’è ancora una Sardegna indomita. Giace nella rete di questa civiltà europea, ma non è ancora acchiappata. E la rete si sta facendo vecchia e lacera. Molti pesci stanno scivolando via attraverso la rete della vecchia civiltà europea. Come quella grande balena che è la Russia. E probabilmente anche la Sardegna. Sardegna, allora. Vada per la Sardegna”.
“Ho abbandonato la Sardegna. Sono scappata per non restarne prigioniera. Lei però non ha abbandonato me: ho ritrovato tante cose delle mie origini, della mia famiglia e dei miei affetti, perfino del mio carattere, perdendomi tra le pagine di questi autori – dice Stefania Masala – Viaggio in Sardegna è un testo che rispecchia le mie malinconie, i miei slanci, la voglia di essere “diversa”, facendomi scoprire di essere invece più “sarda” di quanto avessi immaginato. L’isola è il labirinto dal quale ho cercato di scappare, portandolo infine dentro di me, per sempre”.
Luciano Erittu e Franco Marras, consulenti d’immagine e fondatori di “Fle’m Lab”, hanno realizzato per la protagonista uno smoking “in stile sardo” che, richiamandosi agli stilemi dei costumi tradizionali, sarà l’elemento caratterizzante l’aspetto estetico dello spettacolo.
Viaggio in Sardegna debutterà a Londra il 3 novembre 2021 presso il Toulouse Lautrec Jazz Club. Il testo dello spettacolo verrà pubblicato, unitamente alle musiche originali e alla traduzione a fronte in inglese dalla casa editrice canadese “Les Productions d’Oz” nel mese di ottobre 2021.
La registrazione integrale del monologo unitamente alla parte musicale (interpretata da Cristiano Porqueddu) è parte integrante del cofanetto di 4 CD intitolato Portrait of Sardinia che include tutte le opere scritte da alcuni dei maggiori autori del panorama internazionale contemporaneo. Il cofanetto è distribuito, dalla casa discografica olandese “Brilliant Classics” in 40 paesi in formato fisico e digitale attraverso tutte le piattaforme streaming esistenti.
“Viaggiare in Sardegna con Stefania è stato molto utile e istruttivo. Stefania è piena di amore e di passione per le sue antiche pietre ed affetti contemporanei. Ma allo stesso tempo è sospettosa a volte amara e delusa. Mettere insieme questi stati d’animo è stato per me un lavoro pieno di dolci trappole e riflessioni. Come amare senza essere né feriti né rancorosi ed ancor meno abbandonati?” (Patrick Rossi Gastaldi).
Stefania Masala
Attrice e chitarrista, Stefania Masala ha studiato con Cristiano Censi, Isabella del Bianco e Giancarlo Sepe. Dal 2000 al 2016 ha recitato con il celebre M° Giorgio Albertazzi negli spettacoli Puccini – d’arte e d’amore, Suoni e sonetti, Lezioni Americane, Il Mercante di Venezia, Memorie di Adriano, Filosofi alle primarie, Io ho quel che ho donato, Miti ed eroi, Amleto e altre storie, Kroton Locroi e la barca di Enea, Signori 5 minuti, Sogno di una notte di mezza estate, El duende, per citarne alcuni.
Tra le sue collaborazioni si segnalano quelle con Dario Fo, Uto Ughi, Anna Proclemer, Maurizio Scaparro, Antonio Calenda, Daniele Salvo, Patrick Rossi Gastaldi. Ha inoltre lavorato con Enrico Brignano, Serena Autieri, Amii Stewart, Giampiero Ingrassia, Amedeo Minghi, Maurizio Costanzo e Milly Carlucci.
Numerosi gli spettacoli da “solista”, tra i quali: Li Turchi so’ calati a la Marina, Nduné, La portatrice di limoni, Omaggio a Karl Valentin, Looking for Orpheo, Tingeltangel, Sto diventando un uomo.
Per la Rai ha registrato gli spettacoli Storia del teatro in Italia, Lezioni Americane e Vita, morte e miracoli di Giorgio Albertazzi.
Definita dalla critica “magistrale” nei ruoli di Porzia e dell’Allieva di L:ezioni americane, di lei Albertazzi disse: ”Ha il piglio di una grande attrice britannica e una presenza scenica speciale”.
Gli ultimi due spettacoli a cui ha preso parte l’hanno vista in scena con Edoardo Siravo in Aulularia e L’uomo dal fiore in bocca e altri strani casi, quest’ultimo per la regia di Patrick Rossi Gastaldi.
Laureata in Musicologia, ha vinto come autrice il Primo Premio al concorso letterario Dessì del 2001.
Cristiano Porqueddu
Cristiano Porqueddu è uno dei più grandi chitarristi della scena mondiale.
Definito dalla critica come «una figura di riferimento per le nuove generazioni di musicisti», oggi è impegnato in una attività artistica internazionale che abbraccia concertismo, discografia e composizione.
Si esibisce regolarmente da solista e tiene corsi e conferenze in Europa e Stati Uniti d’America con programmi innovativi che includono spesso prime esecuzioni assolute.
Ha inciso oltre 50 dischi, vince concorsi di composizione in Europa, Stati Uniti e Asia; la sua musica è pubblicata da prestigiosi editori ed è suonata da interpreti di livello internazionale. Vive a Nuoro.
Giovanni Martinelli
Giovanni Martinelli è nato nel 1998 ad Alessandria. Comincia presto a studiare: attualmente è all’ultimo anno del Conservatori di Novara.
Ha frequentato Masterclass e corsi di perfezionamento con illustri musicisti del panorama concertistico mondiale.
Ha tenuto concerti in veste di solista e in formazioni da camera presso enti e associazioni importanti.
Patrick Rossi Gastaldi
Inizia la sua carriera come mimo per poi nel 1975 intraprendere quella di attore fino al 1985 sotto la guida di Luca Ronconi e Giancarlo Cobelli. Agli inizi degli anni novanta inizia la sua attività di regista dirigendo personaggi come: Lauretta Masiero, Valeria Valeri, Anna Proclemer, Johnny Dorelli e Franca Valeri, allestendo spettacoli teatrali suoi e di altri autori contemporanei. È diventato famoso tra i giovani soprattutto dopo il programma tv Amici di Maria De Filippi, in qualità di insegnante di recitazione.
Dal 1976 al 1986 lavora come attore con Glauco Mauri, diretto da Aldo Trionfo in Edipo a Colono di Sofocle. Diretto da M. Gagliardo è in Les Negres di J. Genet e in Idina in Cina di Copi. Con Giancarlo Cobelli è in Racconto d’Inverno di W. Shakespeare, L’impostore di C. Goldoni, Sei Personaggi in cerca d’Autore di L. Pirandello. Ancora è in Dannata Giovinezza di V. Di Mattia regia di A. Riva (riconoscimento speciale IDI). Con L. Ronconi in Opera di L. Berio e Aronne di L. Berio. Ancora in quegli anni viene diretto da Marco Mattolini in Gli Alibi del Cuore, da Walter Manfrè in L’Altro con Werner Bentivegna di Aldo Nicolaj da C. Simonà (maschera d’oro IDI). La Vendetta di Agata Kristoff regia Ida Bassignano, Tommy e Kitty di G. Manfridi per la regia di M. Mirabella.
Dall’86 inizia a firmare le prime regie per opere in cui è anche interprete e tra tutti i lavori firmati in quel periodo ricordiamo: Valentin Fest e Valentin Kabaret di Karl Valentin. Wunder Bar d Karl Valentin e Bertolt Brecht. Gastone di Ettore Petrolini, Terapia di Gruppo di Christopher Durang, Saro e la Rosa di F. Silvestri, Capitolo Secondo di Neil Simon, Facciamoci del Male e Atelier di J. C. Grunderg, Festa di Compleanno del Caro Amico Harold di W. Friedkin. Si fa Milly ma non si dice da lui stesso interpretato, Sufi, Anni di Celluloide con Marta Bifano. Insieme a Margherita Buy è interprete di Nel Nome del Padre di Lunari e sempre di quegli anni anche, da lui stesso interpretato, il Concerto per Barbarà.
Dagli inizi degli anni ’90 si dedica quasi esclusivamente alla regia, dirigendo: Valeria Valeri in Il Clan delle Vedove di G. B. Garcin e M. Chevalier, In Viaggio con la Zia di Graham Greene, Felicita Colombo di G. Adami. Leo Gullotta in M. Popkins di Murray Schisgal, Biagio Izzo e Marina Suma in Ugo di C. Vistarini, Franca Valeri in Mal di Madre di P. Oliver, Giancarlo Zanetti in Uscirò dalla tua vita in Taxi di K. Waterhouse e W. Hall. Dirige per ben tre volte Luca Zingaretti, in Cannibal di R. Crowe e R. Zaijdlic con Paolo Ferrari, in Bodies di Stephen Saunders con L. Lattuada e in Separazione di Tom Kempinsky con Margherita Buy. Ancora dirige Marco Columbro e Barbara De Rossi in L’Anatra all’Arancia di V. Douglas, Johnny Dorelli in Do You Like, Anna Proclemer in Quartet di Ronald Harwood con Lauretta Masiero e in La Professione della Sig.ra Warren con Claudia Koll. Sempre con Lauretta Masiero ha diretto Non ti Conosco più di A. De Benedetti e Le Sorelle Materassi con Isa Barzizza. Ancora ha diretto Debora Caprioglio in Spirito Allegro di Noel Coward con Corrado Tedeschi e in E’ ricca, la sposo e l’ammazzo con Gianfranco Iannuzzo. Sempre con la coppia Caprioglio – Iannuzzo ha diretto Alla Faccia Vostra di Chesnot. Con Giulio Brogi ha diretto Carico di Rottura, con Massimo Dapporto e Benedicta Boccoli L’Appartamento di Billy Wider, con B. Buccellato Due + Uno = Tre e con Gianmpiero Ingrassia, Edy Angelillo e Paolo Ferrari ha diretto Luv di M.urray Schisgal. Ha inoltre diretto due Musical: Il Pianeta Proibito con Giampiero Ingrassia e Chiara Noschese e Footloose con i ragazzi di Amici.
Nel 2017 ha diretto L’uomo dal fiore in bocca e altri strani casi di Pirandello con Edoardo Siravo. Nel 2018 ha diretto Twirst di E. Clive con Sandra Milo, Gino Rivieccio e Marina Suma e Quartet di Ronald Harwood con Giuseppe Pambieri, Paola Quattrini, Cochi Ponzoni, Erica Blanc. Nel 2020 ha diretto Prometeo di Eschilo con Edoardo Siravo e nel 2021 Fedra di Racine con Fabio Sartor e Marianella Bargilli.