In un momento di grande crisi mondiale, ieri sera il cuore di
Milano ha vibrato.

In un periodo dove un microscopico essere, un virus ha
creato divisione, timore e discordia, la ”fredda” e piovosa Milano si è “accesa”,
di luce e calore.

Il tempio della prosa, il Teatro Manzoni, nella Rassegna
Extra, ha ospitato una serata che definire concerto è certamente riduttivo.

Grazie all’intuizione ispirata del Direttore Alessandro Arnone,
si è tenuta una serata esperienziale con la musica dal vivo del biologo e
compositore Emiliano Toso, che abbiamo imparato a conoscere su queste pagine e
sul mio mensile cartaceo, Riflettori su Magazine.

Il Teatro si apre quindi a quello che, da un paio di anni,
sto supportando e promuovendo con la mia testata, l’arte, la bellezza, la
musica, la danza, la parola come bene primario, come fonte di benessere per l’uomo
e tassello fondamentale della vita sulla terra. Perché, si sa, tutto risuona,
dalla più piccola cellula, al moto delle stelle; dal battito del nostro cuore
alle onde del mare, da uno spermatozoo che incontra un ovulo ad una cellula che
muore.

Dal piccolo al grande, come in terra così in cielo.

Emiliano Toso, con i suoi brani composti e suonati su un
pianoforte accordato a 423hz, ha letteralmente fatto vibrare una platea
completa al 100% di persone, che, come le cellule del nostro corpo, sono
entrati in risonanza con le note.

Una serata che ha unito in sé il meglio del “benessere” di
questi anni: Emiliano Toso ha infatti voluto sul palco, la danzatrice solista
della Scala Beatrice Carbone, oltre che all’autore di libri ed sociologo Daniel
Lumera, il tutto accompagnato dal violoncello di Lorena Borsetti.

Vibrazioni di musica, danza, poesia ed anche emozioni
visive, grazie agli acquarelli di Wilma Camatti (la mamma di Toso, che mette in
colore su tela la musica del figlio), proiettati a fondo palco.

 

C’era tutto quello che ci voleva, tutto quello che mi sari
aspettata, in questo “concerto”, anzi, forse qualcosa di più, perché Emiliano Toso
non solo compone e suona il piano in maniera eccellente, ma sa portare con sé il
pubblico nelle sue spiegazioni da biologo molecolare, passando dall’epigenetica
alla fisica quantistica, con estrema delicatezza e leggerezza, da provato divulgatore,
arricchendo la sua narrazione con quel tocco di humor, che gli riesce naturale.
Mai avrei pensato di ridere ad una serata come questa. Commuovermi certamente,
ma non sorridere.

La musica si alterna al racconto ed è trasformata in corpo e
in movimento dalla splendida danzatrice Beatrice Carbone, già protagonista del
corto Water Life, di Toso (presente in sala Alessandra Benetatos che con Adima aveva fornito i manti di scena): in questa sinergia, Beatrice è “Tersicore”, è la
Musa, ma è molto di più, è nota visiva e visuale, e tutti noi che diventiamo
lei, è ogni cellula che si muove, con tecnica e virtuosismo, ma soprattutto è anima
che danza.

Daniel Lumera, a sua volta, è la Gentilezza. Ho notato come,
un ricercatore di fama mondiale come lui, ha saputo entrare con delicatezza, quasi
in punta di piedi, in una serata in cui era ospite, senza prendere tutta l’attenzione
su di sé, ma sapendo portare il suo “essere” nella condivisione degli intenti e
delle emozioni. Le sue parole sono poesia, sono esse stesse musica, la sua voce
rassicurante è un balsamo. Daniel Lumera è “vero”, Daniel è una voce forte nella
sua dolcezza.

Anime belle.

Emiliano, Beatrice, Daniel, Lorena sono diventati sul palco
tutt’uno, non solo tra di loro, ma anche con il pubblico, che ha risposto in
silenzio e con emozione alle proposte dei protagonisti.

C’è stato tutto, ieri sera: anche un momento meditativo
guidato dalla voce di Lumera e qualche secondo di “danza” di tutto il pubblico
del teatro, che si è alzato in piedi, sulla cortese domanda di Beatrice.

Milano ha danzato.

Tutti abbiamo danzato, tutti siamo stati Luce, tutti siamo
stati musica.

In un momento di divisione e “paura”, la bellezza dell’arte,
come dico da tempo, può davvero ancora unire e farci stare bene, in una sala
operatoria, sulle Dolomiti, alla Camera dei Deputati (dove Emiliano Toso
suonerà presto), in un bosco, su un lago, a Venezia o… in un Teatro, dove tutto
è finto e niente è falso, ma dove ieri sera è stata “messa sulla scena ed in
platea” la vita, quella vera, quella di tutti.

Grazie alla musica, perché la natura e noi, che alla natura
apparteniamo, Siamo Musica!