Vi propongo la mia intervista a Francesca Vitale, che porta in scena, martedì 1 febbraio e mercoledì 2 febbraio 22 ore 20,45 , Parole Mute 2.0  una testimonianza sull’Alzheimer, al PACTA SALONE (via Ulisse Dini 7, 20142 Milano).

Alla fine della nostra chiacchierata, il comunicato con tutte le info. Prossima pagina.

Un testo, intimo e profondo, sulla malattia che ha improvvisamente colpito tuo padre. Chi era tuo “padre” e come si è trasformato a causa della malattia?

Era un uomo intraprendente, viaggiatore, pieno di iniziativa. Poi è diventato altro da sé. Ha dimenticato tutto.

Nel rapporto con un genitore con demenza si passano fasi di negazione, rabbia ed infine accettazione. Ricordi come è stato nel tuo caso?

Dopo la rabbia c’è la disperazione e dopo l’accettazione. Se si impara a dialogare con il malato, dopo può esservi la catarsi. Il che significa aver trovato un nuovo strumento di comunicazione con la persona colpita dalla malattia. 

Com’è cambiata la figura del care giver in questi anni?

Credo si studino sempre più le modalità per entrare in sintonia con le persone colpite dalla malattia. Ci sono degli accorgimenti, dei dettagli e sfumature molto importanti.

Quanto è stato difficile e quanto “catartico” mettere in scena questo dramma?

Al 50% entrambe le cose, le difficoltà si sono sciolte perché il finale è appunto catartico, come hai giustamente detto. 

Quando e perché hai deciso di prendere in mano la penna?

Lo feci nel 2008, quando vidi uno spettacolo sull’Alzheimer al festival di Avignone. Mi commossi molto, la protagonista mi disse che raccontava la sua esperienza personale ed io scrissi la mia. 

Come riesci a distinguere il tuo ruolo di attrice/personaggio dal dolore di figlia sulla scena?

Non li distinguo, in questo spettacolo sono praticamente due parti di me.

 
La comunicazione extraverbale è tipica del malato di Alzheimer ed è anche parte del linguaggio teatrale. Come hai realizzato la messa in scena?

Manuel Renga ha realizzato il mio desiderio: una stanza di ricordi, alcuni oggetti impolverati che mi accendono i ricordi. 

Cosa vedremo sul palco?

Diapositive e video, che la regia ha voluto per sottolineare cosa c’è “dietro” le parole. E poi ascolterete le voci di Paolo Bonacelli, che ancora oggi mi dà i brividi, e di Ottavia Piccolo. E le canzoni, che mi ricordano la mia gioventù e quella di papà. 

Nel corso degli anni la memoria ha alleggerito il dolore? Che tipo di modifiche hai apportato al testo?

Ho aggiunto alcune cose, in particolare il ricordo di un locale che papà aprì negli anni 60 e divenne un luogo di punta della Catania bene di allora. Vedrete diapositive d’epoca molto belle. 

Credo che sia prima di tutto una storia d’amore, di grande amore. A chi si rivolge questa pièce?

A tutti coloro che hanno conosciuto l’esigenza di trasformare in amore qualcosa di doloroso.

COMUNICATO STAMPA

Giunge al terzo spettacolo la sesta edizione della rassegna PALCO OFF “Autori, attori, e storie di Sicilia” organizzata dall’Associazione La Memoria del teatro, con la direzione artistica di Francesca Vitale e la direzione organizzativa di Renato Lombardo, in calendario al Pacta Salone da dicembre 21 a aprile 22. Questo spettacolo è inserito nell’ambito del progetto di Pacta denominato: “Scienza in scena”.

Parole Mute 2.0, una testimonianza sull’Alzheimer, di e con Francesca Vitale (produzione la Memoria del Teatro) con la regia di Manuel Renga e le voci fuori campo di Paolo Bonacelli, Ottavia Piccolo e Tiziana Bergamaschi, è la naturale evoluzione del percorso emozionale e di consapevolezza dell’autrice sull’esperienza personale, raccontata nella prima edizione del 2009 e messa in scena con la regia di Lamberto Puggelli insignita già al suo esordio del premio Enriquez.

Un testo, intimo e profondo, sulla malattia che ha improvvisamente colpito il padre. Un padre con una personalità forte, intraprendente, un viaggiatore curioso, amante della buona musica e della compagnia. Francesca Vitale racconta l’esperienza di figlia, le sensazioni, i ricordi e le emozioni per un male che colpisce un’intera famiglia e la sensazione di impotenza nel dare aiuto a chi rappresentava il “pilastro” affettivo e relazionale della famiglia stessa.

Parole Mute 2.0, racconta però anche quanto si possa imparare da questa esperienza dolorosa, attraverso la comprensione di tutti quei meccanismi di comunicazione extraverbale che i malati posseggono e che consentono loro di rompere le barriere culturali che noi “sani” abbiamo. Il senso di tutto: l’amore ritrovato al di là dell’incapacità di esprimerlo.

La costruzione dello spettacolo, un atto unico composto da 18 quadri scanditi da contributi musicali, è una suggestiva commistione tra testo, immagini, voci fuori campo e musica, che, in forma di dialogo con l’assente, ripercorrono le tappe di un rapporto mai chiuso. Un ritorno su questo testo poiché il ricordo si è arricchito, altri quadri sono stati aggiunti, come la freschezza della vita del protagonista negli anni ’70. “Penso che il ricordo vada osservato, perché nella sua sostanza esso sembra imminente, eppure cambia e si espande. Oggi io sono diversa e vuole in parte esserlo il mio spettacolo, che è parte di me” dichiara l’autrice e attrice.

Approfondimenti sulla rassegna: www.palcooff.it Acquisto biglietti: www.pacta.org

PACTA SALONE via Ulisse Dini 7, 20142 Milano

Per informazioni: www.pacta.org – tel. 0236503740 – mail biglietteria@pacta.orgpromozione@pacta.orgufficioscuole@pacta.org

L’ingresso al teatro sarà consentito esclusivamente su presentazione della Certificazione Verde Covid-19.