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La Divina Commedia

PUBBLIREDAZIONALE: Speciale La Divina Commedia Opera Musical, intervista a Antonio Melissa

Cominciamo la settimana con le ultime tre interviste per i pubbliredazionali di Divina Commedia Opera Musical: oggi Antonio Melissa, prima Catone, Ugolino e San Tommaso e quest’anno una nuova sfida con Caronte, San Bernardo e nuovamente il consolidato Ugolino.

Prima di lui il regista e Virgilio Andrea Ortis e Mariacarmen Iafigliola (Pia dei Tolomei, La donna) Myriam Somma (Beatrice), Noemi Smorra come Francesca / Matelda e Antonio Sorrentino (Pier delle Vigne, Arnaut)

Per tutte le info sulle date e sullo spettacolo, cliccate qui.

Antonio, da qualche anno sei tra gli interpreti della Divina Commedia Opera Musical. Conoscevi già lo spettacolo?

Sì, conoscevo lo spettacolo già dal lontano 2007 della prima versione, in quelli che sono stati gli esordi Romani. Un palco grandissimo e tanti amici nel cast che hanno saputo emozionare i tantissimi spettatori compreso me, che tanto avrebbe voluto in quel momento affiancarli. Successivamente ho potuto apprezzare anche la nuova edizione del 2018 riscoprendo uno spettacolo ancora più coinvolgente ed appagante.

Com’è stato inserirsi in un gruppo di lavoro già da tempo assodato?

 
Non è mai semplice entrare in un gruppo di lavoro che ha già una sua struttura ed equilibrio. Il mondo teatrale non è così edulcorato come molti tendono a mostrare, anzi, ma sono convinto che l’atteggiamento più ostico e il giudizio più negativo possono essere vinti con un sorriso, schiettezza e professionalità. 

Essenziale il sostegno di colleghi/amici come Myriam Somma, Noemi Smorra, Antonello Angiolillo ed altri che sono diventati per me una vera e propria famiglia artistica.

Prima Catone, Ugolino e San Tommaso e quest’anno una nuova sfida con Caronte, San Bernardo e nuovamente il consolidato Ugolino: la difficoltà nell’approcciarsi nel tempo a tanti ruoli diversi e così intensi…

 
E’ un’opera complessa e ad ogni ruolo corrispondono un carattere specifico e una tessitura vocale adatta. Non mi ero presentato per nessuno delle parti che poi mi sono state assegnate ed è stata una sfida interpretare personaggi così lontani dalla mie caratteristiche artistiche. E’ avvincente poter vestire i panni di tanti personaggi cosi differenti; ritrovare ogni volta il giusto respiro, la giusta dinamica, le interazioni con gli altri, tutto su registri vocali spesso lontani tra loro. 

Quest’anno mi è stato affidato tra i vari ruoli quello di Caronte, il traghettatore delle anime verso gl’Inferi, uno dei personaggi e dei brani più carismatici dello spettacolo. Partendo dall’idea scenica precedente abbiamo lavorato per apportare quelle che erano le nuove richieste registiche aggiungendo ulteriore dinamicità ad una scena già molto coinvolgente. E’ stimolante per un attore passare in così poco tempo da un ruolo come quello di Caronte, tanto brillante, ironico e sarcastico, al dramma profondo e cupo del conte Ugolino.

In quanto tempo devi cambiarti? E per il trucco?

 
Si parla davvero di pochi minuti soprattutto nel cambio dal primo al secondo atto dove da Ugolino devo vestire i panni di Cesare. Tempi stretti ovviamente non solo per i cambi costume ma anche per il trucco che gestisco io. Come se vestissi una nuova pelle truccandomi da solo riesco ad evidenziare anche nel trucco quei caratteri specifici di ogni personaggio associandoli alle forme del mio viso e aiutandomi in questo modo a calarmi ulteriormente nei ruoli e organizzandomi al meglio con le tempistiche. 

Quale dei tre ruoli attuali senti più tuo?

 
Sicuramente Ugolino. Il traditore tradito, il predatore che diventa preda. Mi sento legato al personaggio e alla sua umanità, un’umanità che commuove e ti travolge nella sua immobilità dinanzi al dolore più grande. Sono felice del risultato raggiunto che credevo tanto distante da me ed invece mi ci sono ritrovato pienamente.

LINK UTILI

PUBBLIREDAZIONALI CON INTERVISTE 

ANDREA ORTIS

Mariacarmen Iafigliola  

Myriam Somma 

Noemi Smorra 

Antonio Sorrentino

 

 

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