La Rassegna Musica & Scienza giunge al suo secondo appuntamento della stagione 2021/2022. Dopo aver dialogato con l’astrofisica, all’Auditorium di Milano la musica si trova a dialogare con le neuroscienze, sabato 19 febbraio alle ore 18, riflettendo sui meccanismi neuronali che, grazie all’arte dei suoni, vengono bypassati, rivelando la sua funzione terapeutica. Protagonisti di questo avvincente appuntamento saranno Ruben Jais, Direttore generale e artistico dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, che, sulle note di Beethoven e Brahms, dialogherà con la neuroscienziata Laura Ferreri.

Chi mi segue anche sul mio mensile Riflettori su Magazine, da che Musica e Scienza è un argomento che sto trattando da un paio di anni, per indagare quanto le arti, le note, la danza e il teatro possano contribuire al benessere dell’essere umano (e non solo).

Ho voluto quindi intervistare Ruben Jais, che ci racconterà il suo punto di vista sulla serata.

In fondo, il comunicato stampa completo.

Cliccate sotto.


Le neuroscienze stanno dimostrando un fatto che si sapeva dall’origine dell’uomo: la musica ci fa bene. In che modo la musica l’ha aiutata nella sua vita?

Nel mio percorso di studi prima e di professione dopo, la musica è sempre stata un fortissimo aiuto. Mi ha dato direzione, spinta ad agire, a creare, perché il piacere di fare musica insieme agli altri non è solo un piacere personale, ma rappresenta un forte legante sociale, la musica va al di là del puro ascolto e della pura fruizione. E’ un elemento che crea un legame umano.

Siamo al secondo appuntamento della rassegna. Perché avete voluto dialogare con la neuroscienziata Laura Ferreri?

Abbiamo
realizzato parallelismi con l’astrofisica nell’ambito di ben tre
appuntamenti, che hanno riscosso un grande successo. Abbiamo poi
affrontato la psichiatria, e ora ci interessa capire su che livello
agisca la musica a livello neuronale, all’interno della nostra
testa. Un viaggio introspettivo, che ci porterà a capire quali
meccanismi si attivano all’interno dei nostri neuroni, come nascono
attraverso la musica sensazioni come la gioia e il piacere, e indagare
quale sia in tutto questo processo il ruolo della memoria…

Si terrà quindi una lezione concerto che proporrà una musica “neuronale”: di cosa si tratta? Che brani proporrà LaVerdi?

Cominciamo con dei quiz musicali, non rivelabili…sono una sorpresa! Affronteremo alcuni brevi assaggi del repertorio classico, in particolare la sinfonia n.25 di Mozart, grazie alla quale parleremo del concetto di “modalità” nella musica classica. Ascolteremo l’Adagio introduttivo della Prima Siinfonia di Beethoven, che ci consente di approfondire il concetto di “sorpresa”, “reazione” e “familiarità” in musica. Le Variazioni su un tema di Haydn di Johannes Brahms, e poi il Bolero di Ravel…insomma, un programma ricco di musica! 

In che modo la musica può essere utilizzata come “medicina per il cervello”? Perché la musica ci fa spesso venire la “pelle d’oca”?

Si tratta di meccanismi che scopriremo insieme alla prof.ssa Laura Ferreri, neuroscienziata che ci racconterà quali siano a livello neuronale le reazioni che ci fanno apprezzare la musica, ci fanno legare la nostra quotidianità alla musica, e in che modo, come nel caso dell’Alzheimer e del Parkinson, la musica aiuti in parte la risoluzione degli ostacoli che queste malattie producono nel corpo umano.


Secondo lei, la musica come terapia funziona anche registrata? Quali differenze con le vibrazioni di un concerto dal vivo?

Il messaggio musicale funziona anche registrato, e questo lo sappiamo. Ascoltare la musica dal vivo significa però anche condividere un rito, un’emozione: non solo un’esperienza personale, ma un’esperienza che lega dal punto di vista umano la comunità che ascolta.

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