Giuseppe Cederna è stato tra i protagonisti del numero di febbraio di Riflettori su Magazine, che potete leggere qui.L’artista è stato intervistato per le nostre pagine da Daniele Colzani.
Ora Cederna debutta con un nuovo spettacolo. Trovate tutto sotto.
Dal 4 al 6 marzo, al Teatro Manzoni di Pistoia, va in scena in debutto nazionale “Zio Vanja” di Anton Čechov diretto da Roberto Valerio, con Giuseppe Cederna, Vanessa Gravina e Alberto Mancioppi, Mimosa Campironi, Elisabetta Piccolomini, Pietro Bontempo, Massimo Grigò. Lo spettacolo, prodotto da Associazione Teatrale Pistoiese sarà poi in programma in varie città del nord Italia, in questa stagione. Una messinscena che oscilla tra realismo e onirico, tra dramma e commedia, tra risate e pianti, tra malinconie cecoviane ed energia pura. Uno spettacolo dove le immagini, i suoni e la recitazione si compenetrano per rappresentare la tragicommedia della vita.
A tre anni dal fortunato debutto di Tartufo, che è stato in seguito presentato con successo in numerosi teatri, il regista Roberto Valerio firma Zio Vanja, di Anton Čechov, in scena in prima nazionale venerdì 4 marzo, alle ore 21.00 al Teatro Manzoni di Pistoia. Giuseppe Cederna e Vanessa Gravina, già protagonisti di Tartufo saranno rispettivamente Zio Vanja e Elena, con loro Alberto Mancioppi, il professore, Mimosa Campironi, Sonja, Elisabetta Piccolomini, Marjia, Pietro Bontempo, Astrov e Massimo Grigò, Telegin. Lo spettacolo sarà a Pistoia fino al 6 marzo per poi essere presentato a Faenza (10, 11 e 12 marzo), Cecina (13 marzo), Russi (15 marzo), Milano (Teatro Franco Parenti, dal 22 al 27 marzo), Bellinzona (29-30 marzo), Lucca (1-2 aprile), Piombino (4 aprile), Cortona (5 aprile), Cormons (7 aprile), Prato (Politeama Pratese, 9-10 aprile), Pinerolo (12 aprile), Savigliano (13 aprile), Alessandria (14 aprile).
Dramma russo che Čechov considerava però una commedia, quasi un vaudeville, che vide il debutto ufficiale il 26 ottobre 1899, al Teatro d’arte di Mosca, con la regia di Vladimir Ivanovič Nemirovič-Dančenko e Konstantin Sergeevič Stanislavskij, Zio Vanja è la rappresentazione delle grandi illusioni, di percorsi che iniziano per poi tornare al punto di partenza, della noia, che non è spazio per la creatività ma al contrario anticamera della depressione, maschera della paura che paralizza impedendo di realizzare i proprio progetti e che Roberto Valerio ha deciso di restituire però con una messa in scena a contrasto, energica, movimentata. Il regista commenta ironicamente dicendo: “La noia, di solito si racconta meglio tentando di non annoiare”.
Uno spazio vuoto. In primo piano una vecchia credenza ed un tavolo, elementi che rimandano alla quotidianità della vita in campagna. Sullo sfondo appaiono e scompaiono elementi onirici o iperrealistici: un’altalena che scende dal cielo, una botte di vino gigante per l’ubriacatura notturna, un pianoforte che ricorda l’infanzia, un albero di beckettiana memoria. È la scena che Valerio ha scelto per raccontare la vita che Vanja, sua nipote Sonja, l’anziana maman Marija, Telegin e il dottor Astrov, conducono in una casa rurale all’arrivo del proprietario, l’illustre professor Serebrjakov e dalla sua bellissima seconda moglie Elena. I personaggi che si muovono davanti al pubblico non sono eroi e eroine, sono persone comuni, immerse nel flusso della vita, con i quali è facile immedesimarsi, che chi guarda può sentire immediatamente vicino. Sono anime smarrite con passioni, slanci, delusioni, le stesse emozioni che accompagnano la vita di tanti. Ogni personaggio insegue i propri pensieri, le proprie aspirazioni, sogni, sofferenze senza davvero comunicarli agli altri, sordo a quelli dell’altro. Tutti desiderano il riscatto, tutti sono incapaci di agire per ottenerlo, vogliono amare e essere amati ma il desiderio non si tramuta mai in realizzazione. Nella commedia si bevono molta vodka e molto vino, per diciassette volte Čechov invita a bere i personaggi: si evade la realtà, si cerca l’illusione che apre varchi di finta soddisfazione “Quando non c’è vita vera, si vive di miraggi”, dice, ad un certo punto zio Vanja.
Roberto Valerio continua: “È un’opera delle occasioni mancate, della rinuncia, basata su un vero e proprio meccanismo di inerzia. Così come in Beckett i due clown Vladimiro ed Estragone attendono Godot, così i personaggi di Čechov attendono, invano anch’essi, la felicità e un futuro migliore. Ma non manca l’ironia, che anzi pervade tutto il testo”. L’opera presenta continui spunti burleschi e tragicomici: il ridicolo tentativo di Vanja di uccidere il Professore Serebrjakov con un colpo di pistola, il penoso tentativo di suicidio dello stesso Vanja con una bustina di morfina, il goffo corteggiamento alla bella e ambigua Elena da parte sempre di Vanja, le ubriacature notturne, le tante piccole stranezze che coltivano tutti i personaggi e che li rendono degli amabili stravaganti bislacchi, sono solo alcuni esempi. “Tu sei il re dei buffoni”, dice il dottor Astrov a Vanja.
Una messinscena che oscilla tra realismo e onirico, tra dramma e commedia, tra risate e pianti, tra malinconie cecoviane ed energia pura. Uno spettacolo dove le immagini, i suoni e la recitazione si compenetrano per rappresentare la tragicommedia della vita.
Lo spettacolo è presentato ancora una volta da Associazione Teatrale Pistoiese che, negli anni, ha prodotto oltre a Tartufo molti spettacoli di successo firmati da Roberto Valerio, tra i quali Il Vantone, di Pasolini, L’Impresario delle Smirne, di Goldoni, Casa di Bambola, di Ibsen, ospitando anche Un marito ideale, di Wilde (del Teatro dell’Elfo), Il giuoco delle parti, di Pirandello (della Compagnia Orsini).
ZIO VANJA
di Anton Čechov
adattamento e regia
Roberto Valerio
con (o.a.) Pietro Bontempo, Mimosa Campironi, Giuseppe Cederna, Vanessa Gravina,
Massimo Grigò, Alberto Mancioppi, Elisabetta Piccolomini
PERSONAGGI E INTERPRETI
ALEKSANDR VLADIMIROVIÈ SEREBRJAKOV, professore in pensione
Alberto Mancioppi
ELENA ANDREEVNA, sua moglie
Vanessa Gravina
SOF’JA ALEKSANDROVNA (SONJA), sua figlia di primo letto
Mimosa Campironi
MARIJA VASIL’EVNA VOJNICKAJA, vedova, madre della prima moglie del professore
Elisabetta Piccolomini
IVAN PETROVIÈ VOJNICKIJ (VANJA), suo figlio
Giuseppe Cederna
MICHAIL L’VOVIÈ ASTROV, medico
Pietro Bontempo
IL’JA IL’IÈ TELEGIN, proprietario terriero in miseria
Massimo Grigò
Costumi Lucia Mariani – Luci Emiliano Pona – Suono Alessandro Saviozzi
Allestimento Associazione Teatrale Pistoiese
produzione
Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale
con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Toscana