Sembra qualcosa di assurdo, per molti di noi, ma il #metaverso sta prendendo sempre più piede nella “realtà” di oggi, tanto che anche l’Ansa il 2 settembre se ne è occupata.
Il Metaverso non è nuovo, ma da quando nell’ottobre 2021, Mark Zuckerberg ha annunciato che Facebook avrebbe cambiato nome in Meta, se ne sta parlando sempre di più.
D’altronde, chi mi segue sa che sono una fanatica dell’etimologia e Meta viene dal greco μετά cioè “con, dopo” cambiamento o trasformazione; dal sanscrito mìthu o mìtha legare l’un l’altro.
Nelle intenzioni di Zuckerberg il nome rimanda a metaverse, in italiano metaverso, un ambiente virtuale generato e mediato da computer dentro il quale gli utenti possono interagire tra loro e con l’ambiente stesso.
I primi progetti legati al metaverso iniziano a farsi sentire (o vedere, o partecipare…).
Vi parlo, oggi, di una mostra di gioielli, allestita nel metaverso di spatial.io.
L’autore è Roberto Zanon, che ce ne parla direttamente.
“La mostra allestita nel metaverso si intitola “The Platonic Volumetric Rings” e accoglie il progetto di cinque anelli appartenenti alla serie dei “gioielli volumetrici” disegnati da Roberto Zanon.
La ricerca sui “gioielli volumetrici” è lo studio della forma che da bidimensionale diventa tridimensionale. L’attenzione è spostata sulla definizione di uno spazio preciso e stereometrico che, grazie alla precisione del taglio, permette di comporre con precisione un volume, vuoto e con dettagli costruttivi all’interno, ma percettivamente definito all’esterno. Il tutto “confezionato” senza l’uso di colla o biadesivo ma solo con l’incastro.
Per ottenere questo risultato il materiale ideale è il cartoncino, nelle sue varie declinazioni, perché permette un controllo accurato sulla precisione del taglio, pur mantenendo una stabilità strutturale legata ad una leggerezza senza pari.
La prima serie di gioielli volumetrici – fulcro della mostra nel metaverso – è dedicata all’anello e guarda ai cinque solidi platonici.
Molti personaggi del passato in epoche diverse si sono interessati a queste figure tridimensionali. Riportare l’attenzione su questi solidi “magici”, declinandoli e reinterpretandoli in anelli-gioiello contemporanei, è un esercizio che fonde l’interesse per l’aspetto geometrico sia con la tradizione millenaria che con la contemporaneità.
I cinque anelli, già evidentemente caratterizzati dalla loro geometria, sono stati soggettivamente interpretati nelle diverse misure e nella scelta delle aperture e condividono la stessa tipologia di attacco della fascetta che permette di indossarli.
La mostra è l’occasione per vedere questi cinque anelli in un ambiente “pentagonale” appositamente progettato per la mostra. Gli spazio sono dilatati e “galleggianti”, rispettando la possibilità di muoversi “bruscamente” da una parte all’altra che è propria dell’ambiente virtuale.
L’esposizione è da visitare anche al “piano superiore” dove sono raccolti i disegni costruttivi degli anelli esposti.
All’interno della mostra, nella sfera posta al centro della “piazza”, c’è anche la possibilità di teletrasportarsi in un secondo luogo; uno spazio appositamente creato per l’approfondimento che “spiega” i presupposti dei “Platonic Volumetric Rings”.
C’è poi un ulteriore teletrasporto ad una “mostra nella mostra”, con una serie di altri gioielli volumetrici. Sono sette anelli e una collana con accluso un bracciale. La sfera del teletrasporto è “infossata” nella piazza centrale.
Qui il metaverso progettato ha generato un ambiente roccioso, come metafora del volume, però sgravato dal peso. Le rocce sono infatti traforate e permeabili parzialmente alla vista. In più tutto fluttua nell’aria, trasmettendo la sensazione di leggerezza”.
Il link per la visita all’esposizione virtuale è: https://bit.ly/3Olf9rX