Operazione davvero interessante, quella di Taxi a Due Piazze, con Barbara d’Urso che torna a teatro dopo 15 anni.
Interessante, ma anche ben riuscita, perché la trasposizione di un classico, che viene declinato al femminile dallo stesso autore della pièce originale e vede una donna alla regia, ha tutte le carte in regola per essere, non solo politicamente corretto, ma anche godibilissimo.
Il testo, infatti, è stato riscritto per l’occasione dallo stesso Ray Cooney ed è stato adattato, per la versione italiana, da Gianluca Ramazzotti, uso a regalarci commedie leggere e ben redatte.
La regia, poi, è di Chiara Noschese, abilissima nel gestire prime donne in scena, ma anche a integrare perfettamente gli uomini del cast, in un impasto senza cali di energia, come ogni commedia degli equivoci richiede.
Il ritmo è sostenuto e le battute si rincorrono e sovrappongono, con qualche “svecchiamento” del testo che lo rende più riconoscibile a chi (pochi, spero) non conosce lo spettacolo, che è stato portato in scena diverse volte, nella formula originale.
Barbara d’Urso, anche Direttrice Artistica della commedia, è una taxista, Giulia Rossi, che non perde mai la sua femminilità, sia quando scende dal taxi in salopette e tacchi a spillo (io non riuscirei a guidare così!) sia quando indossa un vezzoso abitino rosa. Una taxista con il grande cuore, che si ferma a sventare uno scippo, un cuore dove c’è spazio per due, come vedremo.
La simpatia sul pubblico di Barbara e la sua napoletanità la caratterizzano, con qualche minimo richiamo alla tv (“La ringrazio di essere stato con noi” credo che sia una delle formule più usate nei salotti televisivi), ma con un amore per il teatro che l’ha riportata sui palchi dopo tanti anni. Molte qualità del femminino, empatia, accoglienza, sorellanza, sensualità, ma anche ordine ed organizzazione, racchiuse in un ruolo, forse più Artemide che Afrodite: senza, comunque, la parte della maternità (che, effettivamente, avrebbe complicato un po’ troppo le cose), declinata però nella cura affettuosa che, nonostante tutto, mette nelle sue relazioni.
Accanto a lei, una straordinaria Rosalia Porcaro, la classica partenopea, che è molto di più di una spalla e che alterna battute a raffica con la protagonista, strappando applausi a scena aperta. Brava, caciarona e sopra le righe, quanto basta, porta in scena la parte “simbolo” della napoletanità, quella dell’ “arrangiarsi” e del risolvere tutto con l’ironia.
Lei è la liason tra le due “famiglie” di Giulia, quella a cui, dopo pochi minuti in scena, viene raccontato l’intrigo, portandone a conoscenza anche il pubblico, che non può che immedesimarsi nel comico stupore della vicina di casa.
I due mariti, profondamente diversi tra di loro, sono un rodato Franco Oppini, che di teatro ne ha macinato tantissimo, e che qui diventa un delicatissimo ed affezionato consorte un po’ new age (ma si usa ancora questo termine?), che usa l’Om (“Fai l’Om” detto alla napoletana ha tutto un altro senso) ed il palo santo come rimedio a tutti mali. Se Oppini incarna la parte più “spirituale” della quota maschile, Gianpaolo Gambi, il marito “altro” è sicuramente più carnale e quasi narcisista, l’uomo che ha portato scompiglio nella vita matrimoniale di Giulia e che, invece di essere solo l’amante, ignaro delle precedenti nozze – perché certe cose o si dicono subito o non si dicono più- , chiede alla donna di sposarlo.
Altri trait d’union, sono rappresentati dalle forze dell’ordine, i generi più “fluidi” della pièce, tutta d’un pezzo la commissaria Barbara Terrinoni e il commissario che alla fine cede ad un grembiulino rosa, Antonio Rampino.
Nico Di Crescenzo è il vicino di casa che il suo genere l’ha scelto da un po’: si dichiara bisessuale, perché ama sia i mori che i biondi, e convive felicemente con il suo compagno: una vera ventata di leggerezza, a metà tra un piumino di cipria ed una farfalla svolazzante, quel tocco in più che carica di ulteriore risate lo spettacolo.
Il pubblico, richiamato per la maggior parte dal nome importante, che da sempre aiuta a portare le persone a teatro, gode di un testo leggero ma classico, con un cast che è assolutamente all’altezza, cosa che non è sempre così scontato.
Un plauso a chi ha deciso questa operazione, che sicuramente farà parlare di sé.
Al Teatro Nazionale di Milano e poi in tournée nelle principali città italiane.
Sul numero di MARZO di Riflettori su Magazine, il mensile che dirigo, troverete alcune interviste al cast.
TEATRO NAZIONALE CHEBANCA
Via Giordano Rota, 1, 20149 Milano MI
informazioni e prenotazioni 02 0064 0888 boxoffice@stage-entertainment.com
mart – sab h 20:45 dom h 15:30
prezzo biglietto da 52€ a 27€
Info su https://teatronazionale.it/produzione/barbara-durso-in-taxi-a-due-piazze/
14 Febbraio MILANO TEATRO NAZIONALE
17-18-19 febbraio MILANO TEATRO NAZIONALE
24-25-26 febbraio MILANO TEATRO NAZIONALE
11 Marzo 2023 MONTECATINI TEATRO VERDI 21.00
12 Marzo 2023 MONTECATINI TEATRO VERDI
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