Viva la leggerezza!

Uno
spettacolo che a Broadway si sarebbe definito “Off”, una deliziosa piccola
commedia musicale, il classico Jukebox musical, che comprende le migliori e più
famose hit dei meravigliosi anni ’60 italiani.

E forse, a
giudicare dalla risposta del pubblico, anche – dico anche – di questo abbiamo
bisogno: del sogno, della nostalgia e di passare due ore di leggerezza pura,
riascoltando canzoni che hanno fatto la storia italiana.

Perché,
diciamocelo, chi quest’anno, la mattina dopo Sanremo, ha fischiettato o cantato
i brani in gara? Avete sentito il macellaio sottocasa fischiettare qualcosa
delle canzoni di quest’anno, ma anche quelle degli anni scorsi?

In effetti…
sarà capitato anche a voi di avere una musica in testa e sentire una specie di
orchestra (e so che già la state cantando). Chissà perché, La zebra a pois, Perdono,
La Voce del Silenzio, ma anche La Gatta o Tintarella di Luna sono ben note a
molti, e non solo a noi boomers.

Che escano
da un mangiadischi Minerva arancione o rosso, che siano nelle pubblicità, che
facciano da colonna sonora alle “antiche” pellicole dal sapore di mare, o che
vengano usati per i TikTok, sono brani che forse, non passano in radio, ma che
davvero si riascoltano volentieri.

Ed il teatro
Ideal di Varedo, ieri sera, per “Minerva e i tre desideri”, è
diventato una vera cassa di risonanza, e a tratti un karaoke (lo ammetto, ho
canticchiato pure io, cosa che non si deve fare mai a teatro!), ha goduto di uno
spettacolo “scanzonato”, come lo sono stati i tre protagonisti, che si sono
divertiti a “giocare”, quanto il pubblico.

Simone De
Rose, anche regista, è lo sciupafemmine solo all’apparenza, ma in realtà
sensibile e puro, che con la sua presenza scenica e la sua voce pulita, ha incantato
la platea.

Morena
Cacciatore, la fidanzata cornuta e mazziata, ha una voce assolutamente
spettacolare, mentre le fa da contraltare il Genio Marianna Cocola, dotata di
una mimica, una presenza scenica ed una simpatia sul pubblico da manuale.

Un plauso a
Lucio Leone, l’autore, che secondo me si è divertito quanto il cast ed il
pubblico, a scrivere questo assoluto divertissement, ma con tutti i canoni
giusti della scrittura teatrale.

Vivement,
per dirla alla francese, questi piccoli musical che riempiono i teatri di
provincia e sono esportabili ovunque: bastano tre artisti di livello, qualche
oggetto di scena… ed un mangiadischi. Magari di marca Minerva (ma uno sponsor,
no? Così ci mettiamo orchestra e ensemble!).

Assolutamente…
geniale!