Riflettori su
curtain call

La Strana Coppia: recensione e curtain call

Era il 2011, quando al Manzoni di Milano, Gianluca Guidi dirigeva Gianluca Ingrassia (con Simona Samarellii), nella commedia di Neil Simon, “Stanno suonando la nostra canzone”.

Ora, i due mattatori, amici da ben 35 anni, tornano in scena nello stesso teatro con La Strana Coppia… revival.

Sì, perché dire che Neil Simon sia datato è una affermazione non solo antipatica, ma anche profondamente ingiusta: perché i classici, in quanto tale, non lo sono mai.

Chiaramente, Guidi, nella sua direzione della pièce, ha tradotto e limato alcune parti, per rendere il testo più appetibile a noi italiani, ma niente di più.


Il gusto e la sottile atmosfera fumosa del testo è rimasto tale e quale: ma all’apertura del sipario nemmeno ci accorgiamo che siamo negli anni ’60, se non fosse per gli oggetti di scena.

E così se il fax resta fax e non diventa cellulare, le “paturnie” di Felix e l’apparente noncuranza di Oscar, sono moderne oggi, quanto lo erano allora.

Due amici separati reagiscono diversamente al dolore della separazione e il disordine contrapposto all’ordine maniacale, ne sono solo l’aspetto esteriore: anche perché Felix ipocondriaco e perfettino lo è sempre stato.

Si dice che l’uomo non può vivere da solo, perché solo la donna riesce a gestire una casa in autonomia. Cosa c’è più sessista di tale affermazione? Neil Simon la ribalta e mette in bocca a Felix il concetto esattamente opposto.

Perché questo è il bello dei classici: ci ritroviamo, ma ci ritroviamo anche ribaltati e a volte spiazzati.

Ed anche in questa commedia si ride molto, per questo, e si ride con noi e di noi, con gli attori, il regista e con chi, “anta” anni fa, ha pensato questo testo.

Così come si diverte in scena il cast, i due protagonisti, affiancati da tanti caratteristi affiatati, tanto, qualche volta, da non trattenere la risata.

Se la regia di Guidi è fluida, scattante, leggera, i due in scena sono una delizia, ognuno nel suo ruolo, anche se mi piacerebbe vederli scambiati, per una volta.

La leggerezza di cui, a volte, abbiamo bisogno, senza dimenticare quella vena di malinconia, che fa parte della vita, come i tasti bianchi e neri del pianoforte.

Così è la vita, lo era allora e lo è adesso.

Non perdete, se potete, questa commedia, per vedere un’amicizia che resiste al tempo ed alle intemperie, sul palco, come nella vita reale. Fa sperare. 

Trama

Nota a molti. Ma vale la pena rinfrescarne almeno il ricordo. Si alza il sipario su un appartamento intriso di fumo, a Manhattan negli anni ’60. L’appartamento (sporco e disordinato) appartiene a Oscar Madison, che l’ha lasciato andare in rovina dopo il suo divorzio. Quando invita il maniacale, “sterilizzato” e ferito Felix Unger – la cui moglie lo ha appena buttato fuori di casa – a condividere per qualche tempo la casa con lui, questo, diventa un campo di battaglia su quale stile di vita alla fine prevarrà, così come quanto stretto contatto personale possa sopportare un’amicizia. Sunto che, ovviamente, tralascia molti particolari; ma la sostanza è questa.

Una piccola curiosità – Le sorelle Pigeon

Cecily e Gwendolyn Pigeon sono le due inquiline del piano di sopra di Oscar e Felix. La loro “entrata in scena” nel terzo atto ha una storia tutta propria: Simon ha attribuito al critico di Boston Elliot Norton il merito di averlo aiutato a sviluppare l’atto finale della commedia. Norton era critico teatrale a Boston quando i rapporti tra i critici e i drammaturghi non erano così conflittuali come sarebbero poi diventati. Durante la conversazione di Simon con Norton, durante il programma televisivo “Elliot Norton Reviews”, il critico disse che la pièce mancava di adrenalina nell’atto finale. Quando “La Strana Coppia” andò originariamente in scena al Colonial Theatre di Boston, i personaggi delle Pigeon Sisters non appaiono nell’atto finale. Simon dichiarò al quotidiano “The Boston Globe”: “Durante la trasmissione Norton ha detto: “Sapete chi mi mancava nel terzo atto, le “Sorelle Pigeon”, ed è stato come se mi si fosse accesa una lampadina in testa. Ha fatto un’enorme differenza nello spettacolo. L’ho riscritta e ha funzionato molto bene. Ero così grato a Elliot… Elliot aveva un occhio così acuto. Non so se abbia salvato la commedia o meno, ma l’ha resa un successo

maggiore”. Monica Evans e Carole Shelley furono le due attrici scelte per interpretare le vicine di casa di Oscar e Felix, Cecily e Gwendolyn Pigeon. Recensendo, a suo tempo, il film, Archer Winsten ha definito la loro entrata in scena un “trionfo”. Certo, erano perfette nei loro ruoli – dopo tutto, avevano recitato le stesse parti a Broadway. Ma va detto che la Paramount aveva altre idee. “Volevano assumere due attrici già sotto contratto “a cottimo””, ricorda Shelley, 78 anni, in un’intervista. Aggiunge Evans, 77 anni, al telefono dalla sua casa in Inghilterra, “Walter [Matthau] era molto turbato. È letteralmente andato a battersi per noi e ha detto: “Dovete assumere le due ragazze!” Non è lo stesso con nessun altro!’ Così Carole e io abbiamo fatto un provino a New York, leggendo le nostre parti della commedia… e il resto è storia!” Tempi in cui era bello e giusto fare i provini. Quando “contratti a cottimo” non ne esistevano. Una mia piccola, ultima, annotazione: Chissà se Sua Maestà Simon (dando alle due sorelle – che nella vita reale sorelle non erano – una provenienza britannica anziché americana) ha scelto i loro nomi – Cecily e Gwendolyn – facendo omaggio al meraviglioso Oscar Wilde che ne “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, settanta anni prima, dona i medesimi nomi alle due protagoniste femminili della commedia? Non si sa! Ma è bello pensare che possa essere accaduto! 

RASSEGNA PROSA

Francesco e Virginia Bellomo   e   Virginy L’Isola Trovata

presentano

Dal 21 novembre al 3 dicembre 2023
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30
sabato 2 dicembre ore 15,30 e 20,45
                                                                            

GIANLUCA GUIDI   GIAMPIERO INGRASSIA

LA STRANA COPPIA
Revival

di
Neil Simon
traduzione, adattamento e regia
Gianluca Guidi

e con
GIUSEPPE CANTORE, RICCARDO GRAZIOSI
ROSARIO PETIX, SIMONE REPETTO
e con CLAUDIA TOSONI
e FEDERICA DE BENEDDITIS

scene e costumi
Carlo De Marino
musiche Maurizio Abeni
luci Umile Vainieri
progetto audio Franco Patimo
assistente alla regia Francesca Somma
BIGLIETTI
Prestige € 36,50 – Poltronissima € 33,00 – Poltrona € 25,00 – Poltronissima under 26 anni € 16,00

Per acquisto:
biglietteria del Teatro
online https://www.teatromanzoni.it/acquista-online/?event=2067306
telefonicamente 027636901
circuito Ticketone

 

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