Riflettori su
Cats

I “gatti” sbarcano a Milano! Recensione e curtai call di Cats, firmato Massimo Romeo Piparo

PH GIANLUCA SARAGO’

Una nuova luce in città, una nuova location dedicata alla cultura e alla bellezza, in un’area recuperata come lo Scalo Farini. E lì, tra le vecchie rotaie in disuso, così affascinanti e suggestive, è sorto Il Sistina Chapiteau, il primo Teatro itinerante d’Italia dedicato alla commedia musicale, progettato e realizzato da Massimo Romeo Piparo. 

Nell’epoca della chiusura dei teatri in ogni parte d’Italia – ancora viva la ferita del Nuovo di Milano, ma non solo – accogliere ed ospitare nuove realtà è sicuramente una vittoria e per questo va ringraziata l’ampia visione imprenditoriale dell’ideatore, che ha voluto creare una struttura che si sposterà in tutta la penisola.

Una tensostruttura rossa, con platea ad anfiteatro (peccato poco rialzata nelle ultime file), che, tra l’altro è ottimamente riscaldata: da sistemare ancora la parte posteriore del parcheggio, purtroppo con fango e pozzanghere, ma la frenesia del debutto non ha evidentemente permesso di lavorare su tutti gli aspetti. 

E ieri sera, grazie al Sistina Chapiteau, i gatti romani hanno colonizzato Milano, regalandoci un Cats, Il Musical per eccellenza, il titolo che ha cambiato la Storia di questo genere di spettacolo, con musiche di Sir Andrew Lloyd Webber e testi del Premio Nobel Thomas Stearns Eliot, spumeggiante, energico, acrobatico, colossale.

E se è vero che Malika Ayane attira il pubblico, come è giusto che sia, non andateci solo per lei.

Cats è uno spettacolo corale, lo è da sempre, nonostante le singole storie che vengono raccontate, e la forza di questo musical è l’unione di artisti ecclettici e diversi tra loro, che hanno saputo amalgamarsi per creare un’unica, vanitosa, unità felina. Ineffabile ed effabile felinità. Fusa e malizia incluse.

Perché quelli che vediamo in scena sono “gatti” e, per una volta, pur conoscendo alcuni dei protagonisti come Fabrizio Angelini, Giorgio Adamo o Jacopo Pelliccia, ho stentato a riconoscerli, in pelo e baffi. 

E credetemi, non è questione solo di straordinario trucco e parrucco (Cecilia Betona, Costumi). 

IL VIDEO DEGLI APPLAUSI FINALI DEL DEBUTTO

 

Ogni performer è a sé, ma “legato per le code e baffi allineati” ai compagni di scena ed ogni movimento è felino, dalla posizione della “zampe” o dalla scrollatina di spalla, fino alla mossettina della testa: come nello splendido “trenino” stile Boradway del gatto Scheggia Rossa, una sorta di Chorus Line miagolante, dove però ogni tanto qualcuno esprime la sua personalità.

E se la gatta cucciola, avvolta in un gomitolo, ci regala un tiptap di alto livello, tutte le coreografie rappresentano il punto di forza dello spettacolo: Billy Mitchell è stato davvero abile ad inserire il cast, così numeroso, in una scenografia per la maggior parte materica e per di più su un palco “variabile” in grandezza durante il tour. 

Roma fa da cornice ai felini, che non sono più in un vicolo (ma vi ricordate cosa disse a tale proposito il protagonista maschile del telefilm La Tata?) o una discarica, ma sono tra assembrate “rovine”, che uniscono, in una immaginaria linea spazio temporale, Piazza Argentina a Piazza Navona, passando per la Bocca della Verità, creando un sunto di tutti i luoghi iconici da “vacanze romane”, dove i gatti, anche nella realtà vivono o hanno vissuto in colonie, così tipiche della Capitale stornellante (Scene di Teresa Caruso). 

Le gattare di Rugantino ne sono solo un esempio.

 

PH FOTO DI SILVIA AROSIO

Come da copione, i gatti sono ovunque, occhieggiano dal Colosseo sullo sfondo, sbucano da buchi (no, non quelle nell’asfalto)… diciamo “pertugi”, più o meno celati, glissano su panchine enormi per loro, che diventano scivoli di entrata sulla scena e dormono su un piedone di una non ben identificata statua colossale. 

L’idea di portare i gatti nella città eterna è una precisa scelta di Piparo che ha voluto omaggiare la città, enfatizzandole un aspetto caratteristico che non può non emozionare.
La traduzione ha parti interessanti ed altre più dissonanti, ma davvero tradurre uno spettacolo come Cats non è così immediato: forse, dal mio punto di vista, avrei evitato i due piccoli inserti di prosa, come l’annuncio sul finale di Gatto filosofo, legato alla scelta della gatta che sarebbe salita al the heaviside layer.

Malika Ayane ha, come sapevamo, un’ottima voce e un bel timbro: buona anche la ricerca della mimica facciale, anche se a volte si dimentica di trascinare la gamba, sul tacco 12: in questa versione, non è più la glamour cat, ma diventa “la grande star”, così come The Rum Tum Tugger incarna una rockstar ed è meno micione sciupagatte (le fans ricordano quelle di Elvis ed inneggiano sotto il palco). 

Piparo lascia erompere i gatti in platea, anche qui, come è giusto che sia, e loro volano, saltano, osservano, fano tutto quello che è nella loro felinità, arrivando a lambire l’ottima band dal vivo, che si trova sul lato sinistro, guardando il palco, diretta da Emanuele Friello. 

Qualche imperfezione nelle luci, ma ieri sera era la prima: anche l’ascesa di Grizabella, ahimè, non c’è stata, probabilmente per motivi tecnici. 

PH DI SILVIA AROSIO

Nell’intervallo, non mancate di fotografare il Gatto Filosofo che, come da tradizione, dopo i primi minuti di buio, resta in scena per “raccontare storie ai bambini” ed immortalate i primi gatti che torneranno dal backstage e vi annuseranno incuriositi. 

Il pubblico applaude a scena aperta (il sipario non c’è in Cats), rapito dalla grandiosità del tutto. 

Andate a vedere Cats per scoprire un nuovo teatro a Milano, per godere della voce di Malika, per assistere ad un musical classico, ma anche se amate Roma e se siete gattari. 

E se non lo siete, magari, dopo Cats lo diventerete, alla faccia di tutti quei delinquenti che maltrattano ed uccidono gli animali. 

Perché il gatto non è un cane e se lo chiamerete con il nome giusto, vi ripagherà con amore e lealtà. 

Grazie a Piparo per la lungimiranza ed il coraggio: benvenuto, Sistina Chapiteau!

Cats è a Milano fino al 18 gennaio: non avete scuse, nemmeno quella di stare sul divano con il gatto sulle gambe. 

PS SUL NUMERO DI GENNAIO 2023 DI RIFLETTORI SU MAGAZINE, TROVATE TUTTE LE MIE INTERVISTE AL CAST. LO POTETE LEGGERE CLICCANDO QUI.


NEL NUMERO DI SETTEMBRE 2023, LA MIA INTERVISTA A MASSIMO ROMEO PIPARO PER IL SISTINA CHAPITEAU.


 

CAST

Malika Ayane/ Grizabella

Fabrizio Angelini/ Gus

Fabrizio Corucci/ Old Deuteronomy

Giorgio Adamo/ Rum Tum Tugger

Sergio Giacomelli/ Munkustrap-Capoballetto

Jacopo Pelliccia/ Bustopher Jones-Skimbleshanks

Gabriele Aulisio/ Bill Bailey-Carbuckety

Michele Balzano/ Coricopat

Giorgia Cino/ Bombalurina

Mario De Marzo/ George

Simone Giovannini/ Alonzo

Francesca Iannì/ Syllabub

Cristina La Gioia/ Etcetera

Monika Lepistö/ Victoria

Rossella Lubrino/ Rumpleteazer

Elga Martino/ Tantomile

Simone Nocerino/ Macavity-Admetus

Martina Peruzzi/ Jennyanydots

Gianluca Pilla/ Quaxo

Simone Ragozzino/ Mungojerrie

Viviana Salvo/ Demeter

Natalia Scarpolini/ Jellylorum

Pierpaolo Scida/ Mr. Mistoffelees

Alessandra Somma/ Jemina

Gaia Soprano/ Cassandra

Rossana Vassallo/ Electra

con Orchestra dal Vivo

Emanuele Friello Direttore

Stefano Lenci Tastiera 1

Enrico Scopa Tastiera 2/Ass. Programmazioni

Federico Zylka Tastiera 3/Ass. Direttore

Andrea Inglese Chitarra

Guerino Rondolone Basso

Vincenzo Tacci Batteria

Marco Severa Reed 1

Giuseppe Russo Reed 2

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