Il Teatro Menotti ospiterà in residenza la straordinaria Compagnia di Holstebro, guidata dal visionario maestro Eugenio Barba. Per sei giorni il teatro sarà occupato da workshop, masterclass, lezioni, film e spettacoli teatrali che coinvolgeranno il pubblico dal mattino alla sera in esperienze irripetibili. Tutti gli incontri saranno strutturati in modo interattivo, permettendo ai partecipanti di immergersi nell’universo teatrale dell’Odin Teatret attraverso discussioni, dimostrazioni pratiche e sessioni di domande e risposte, un approccio partecipativo necessario a favorire un coinvolgimento diretto con gli artisti.

Il ritorno a Milano dell’Odin Teatret per celebrare i primi 60 anni di vita di una compagnia che ha rivoluzionato la scena internazionale riscrivendone la storia e abolendo i confini del consueto. Un pensiero teatrale che è anche quello del suo grande maestro Eugenio Barba, a cui tutti coloro che si dedicano al teatro del tempo presente sono debitori.

Emilio Russo

I 60 ANNI DELL’ODIN TEATRET: LA PARTE SOMMERSA DELL’ICEBERG

Un anniversario di diamante costringe a guardare indietro e a interrogare i miei 65 anni nel teatro, cinque di preparazione e apprendistato a Oslo, Varsavia, Opole e Cheruthuruthy, e sessanta a Holstebro, una cittadina di provincia danese, con un nucleo di attori di varie nazionalità che si ostinano a unire i loro destini al mio in nome di una cultura di teatro di gruppo. Oggi distinguo chiaramente le quattro domande che mi hanno accompagnato come forze e guide al timone dell’Odin Teatret.

COME apprendere ad apprendere, come stimolare le diverse personalità degli attori, fondere le loro motivazioni segrete in un saper fare che dà vita alla realtà intensificata della finzione scenica.

DOVE radicare il mio operato, io che dall’Italia del Sud ero emigrato in Norvegia e ho incontrato il teatro dopo sette anni come saldatore, scaricatore di porto, marinaio e venditore ambulante di libri. Lì dove sei, lì è il centro.

PER CHI avevo scelto questo mestiere che consiste nel tessere relazioni. Non per un pubblico anonimo che compra un biglietto. Ma per uno spettatore a cui volevo bene, assente e lontano. Era a Jerzy Grotowski che ogni sera, per anni e anni, ho rivolto lo spettacolo dell’Odin Teatret tra pochi spettatori. Poi li rivolsi al popolo segreto dell’Odin.

PERCHÈ scelsi di fare teatro. Per difendermi dal razzismo che a quel tempo, subito dopo la Seconda guerra mondiale, colpiva in Europa gli italiani complici del nazismo. Il teatro fu un modo per nascondere la mia identità etnica e grazie a un mestiere conquistare il prestigio della differenza.

L’Odin Teatret appartiene alla tradizione dell’impossibile dei riformatori del teatro del Novecento: diversi tra di loro, ma con l’idea costante di negare la funzione del teatro infondendo altri valori che trascendono la dimensione ricreativa ed estetica.

Eugenio Barba

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