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IL FU MATTIA PASCAL al Teatro Alfieri DI TORINO

GEPPY GLEIYESES

in

IL FU MATTIA PASCAL

dal romanzo di Luigi Pirandello

libero adattamento Marco Tullio Giordana e Geppy Gleijeses

con la partecipazione di MARILÙ PRATI

e con NICOLA DI PINTO

ROBERTA LUCCA  GIADA LORUSSO  TOTÒ ONNIS

CIRO CAPANO  FRANCESCO CORDELLA  TEO GUARINI

DAVIDE MONTALBANO  FRANCESCA IASI

regia MARCO TULLIO GIORDANA

Aiuto regia DAVIDE MONTALBANO Scenografia e luci GIANNI CARLUCCIO

Costumi CHIARA DONATO   Musiche ANDREA ROCCA

Contributi video LUCA CONDORELLI-VERTOV 

DAL 21 AL 24 NOVEMBRE 2024

TEATRO ALFIERI

“Un uomo creduto e poi fintosi morto, quando “risuscita” s’accorge che non può essere riammesso nella società, nella famiglia, perché per la società, per la famiglia egli è morto davvero.

Quale prova più scintillante del sentimento del contrario? Disonestà e purezza, vita-morte nel grande caleidoscopio della certezza sociale, che bolla come sicuro quello che non esiste e come inesistente quello che vive. E dentro una tessitura umoristica, elementi riflessivi e irrazionali sconvolgono quella quarta parete, che nel teatro come nel romanzo dovrebbe essere protezione d’impersonalità, come se l’autore stesso e il pubblico non esistessero.

Il significato che “Il fu Mattia Pascal” assume nello sviluppo dell’opera pirandelliana è ben lontano dall’essere riconosciuto ancor oggi pienamente, pur trattandosi di un’opera che ebbe grande fortuna. E, incredibilmente, pur nascendo come romanzo (e che romanzo!) è uno dei titoli teatrali pirandelliani di maggior successo, se non quello di maggior “chiamata”. È una “farsa trascendentale” retta sull’assurdo.

“Il malinconico essere moderno, dall’occhio strabico, l’osservatore della vita, volta a volta cinico, amaro, melanconico, sentimentale” (Antonio Gramsci). Mattia dice di sé “ero inetto a tutto”, mirabile esemplare italiano di questa generazione d’inetti, di uomini senza qualità, come Zeno Cosini di Italo Svevo”.

Geppy Gleijeses

Note di regia

Il fu Mattia Pascal, pubblicato nel 1904, è il romanzo che diede a Pirandello fama mondiale e che, in continuità con Wilde, Dostojevski, Stevenson e contemporaneamente a Conrad, Freud, Kafka, farà dilagare nella letteratura del Novecento il tema del Doppio, del Doppelgänger, in modo così

invadente da spazientire Nabokov che lo considerava «di una noia mortale». In realtà nel romanzo seminale di Pirandello le vicissitudini di Mattia Pascal e del suo specchio Adriano Meis sono il contrario della noia: tanti sono i colpi di scena, e lo spazio/tempo dove si consumano in continue sovrapposizioni, da suggerire nella riduzione per la scena una chiave non realistica e indurre la macchina teatrale a mescolarsi col linguaggio parallelo del cinema, sviluppatosi anch’esso agli inizi del “secolo breve”.

Marco Tullio Giordana

TEATRO ALFIERI

Piazza Solferino, 4, 10121 Torino

Info su www.teatroalfieritorino.it e www.ticketone.it

giovedì e venerdì ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 15.30

SOTTO IL COMUNICATO


 

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