“Ci siamo abituati a confondere la semplicità con la superficialità e comunque ci stiamo allontanando sempre di più dall’idea di semplice come qualcosa di meraviglioso e da scoprire. Se pensiamo all’arte, ad esempio, è nella semplicità che troviamo tutte le meravigliose manifestazioni della creatività. Lo scultore deve necessariamente togliere materia affinché emerga la sua opera d’arte. La statua sarebbe quindi manifestazione della rimozione dell’eccesso per raggiungere l’essenza, nella sua semplicità.”
Simone Migliorati è Pedagogista e Formatore. Bachelor of Philosophy all’Università della Florida. Ha lavorato come educatore per oltre dieci anni nell’ambito della disabilità della tutela minori e della devianza adolescenziale.
Ha pubblicato due libri, “La Via Semplice. Ritornare alla Saggezza della Natura e degli Animali per ricominciare ad Essere Umani” edito da Phanes Publishing ed “Il Gioco del Benessere. Teoria e pratica della meditazione fisiologica emotiva per i bambini” edito da Phanes Publishing.
In questo periodo di “vacanza” o comunque di festività, il tempo del “Non Fare” potrebbe essere una soluzione da analizzare…
Ho intervistato per voi Simone Migliorati.
“Tornare alla saggezza Animale e alla Semplicità della Natura ritengo sia uno dei passi fondamentali per riappropriarsi di una Spiritualità profonda, intima, reale.” Simone, perché dovremmo tornare alla Saggezza della Natura e degli Animali?
Sarò molto esplicito e diretto, come solo la Natura sa essere. Dobbiamo recuperare la Saggezza della Natura per tornare ad Essere Umani, per tornare a contattare proprio quella dimensione di Umanità, che è insita in ognuno di Noi. Dobbiamo abbandonare l’idea di essere a capo del Pianeta ed abbandonarci al pensiero che siamo semplicemente una parte di una rete più ampia, di un sistema che ci accoglie. La Natura non è a nostra disposizione per rispondere ai nostri bisogni, ma è una Maestra che può insegnarci l’arte del vivere.
Siamo tutt’uno con la Natura e la scienza sta dimostrando che effettivamente siamo tutti interconnessi. Cosa distingue l’uomo dagli altri Animali, secondo te?
Da un punto di vista fisico, l’Animale Umano ha sicuramente zone del cervello legate alla cognizione più estese rispetto ad altri animali, questo ci ha portato come specie animale (lo sottolineo perché a volte ci dimentichiamo di esserlo!) a poter ragionare in maniera importante (a volte anche contorta!), a poter costruire, progettare, prospettarci nel futuro e risignificare il passato. Dobbiamo però tenere presente che tutte le grandi evoluzioni e anche scoperte tecnologiche e scientifiche non sono arrivate dalla separazione dell’Essere Umano con il contesto naturale, quanto piuttosto dalla sua ibridazione con esso. Faccio un solo esempio ma ce ne sarebbero migliaia. L’uomo ha osservato gli uccelli volare, ne ha analizzato l’anatomia e le peculiarità e, guarda caso, gli aerei hanno una forma simile a quella degli uccelli. Un altro esempio che mi fa sorridere ma anche riflettere è legato alla nostra bevanda così amata soprattutto in Italia: il caffè. Se ti dicessi che l’Uomo ha iniziato ad approcciarsi alla pianta del caffè scoprendo delle capre che lo assumevano e avevano effetti eccitanti? Ebbene, è proprio così.
Ma anche l’Arte deve molto, moltissimo alla Natura. Pensa che molti compositori di musica classica si sono rifatti nelle loro melodie al canto delle balene.
La domanda, quindi, deve passare da “cosa ci distingue” a “quale contributo può dare l’Uomo alla Natura”?
“Spesso in Natura è proprio l’imperfezione a diventare un punto di forza, qualcosa daammirare da contemplare”. Nel libro La via Semplice, dici che abbiamo smesso di trovare le forme nelle nuvole…Cosa vuol dire per te “meravigliarsi” E perché la natura è arte?
Come Esseri Umani, ci siamo abituati a ricercare l’effetto “wow!”, quello catartico che ci cambia la vita, la giornata o addirittura l’esistenza, allora e solo allora ci meravigliamo. Meravigliarsi è un esercizio che dobbiamo invece compiere ogni giorno, ogni istante. Ti faccio questo esempio.
Come tutti gli esseri umani, anche io sono abituato a vedere il sole nel cielo al mattino, dopo la notte trascorsa. Per esigenze legate alle passeggiate dei miei cani da conciliare con il mio lavoro, da qualche anno la mia sveglia suona alle 04:30 ogni mattina e si parte con passeggiate nei boschi, in contesti naturali. Ecco, in quel momento ho la fortuna di assistere alla meraviglia dell’alba. Quel momento magico in cui Tenebre e Luce si incrociano e danzano.
Quanta meraviglia c’è in quel momento così profondo e trasformativo? “Meravigliarsi” per me significa tornare a cogliere lo stupore che si manifesta in ogni creatura, momento, relazione che incontriamo, che esperiamo. Significa portare consapevolezza a tutto questo. Ecco perché la Natura è arte. Perché in ogni sua manifestazione riesce a portare il divino che ha in sé. Non parlo di un “divino” religioso, parlo piuttosto della manifestazione della pulsione alla vita nella sua meraviglia. Pensa ad un fiore. Esso non fiorisce per essere più bello degli altri. Fiorisce piuttosto per essere la miglior versione di se stesso, non a livello estetico, ma a un livello più intimo e profondo. Non è forse arte questa?
Abbiamo spesso dedicato delle pagine – ed anche un intero numero – sulla Diversability, dando voce a chi ha fatto della propria fragilità un punto di forza, soprattutto nel campo dell’arte. Ci dai un tuo punto di vista su questo tema? Come è possibile raggiungere questi obiettivi?
Come esseri umani, siamo portati a cercare la perfezione in tutto ciò che ci circonda. Pensa a quante volte non ci permettiamo di fare quel passo in più perché non ci sentiamo all’altezza, perché pensiamo di dover essere perfetti per poter agire. Ho avuto nel corso della mia vita la grande fortuna di lavorare con persone con disabilità, ma anche semplicemente fragilità temporanee, più o meno importanti. Spesso mi approccio a queste persone con i miei cani nei miei progetti di Consulenza Relazionale B.A.U.: forse ti stupirò ma ho imparato dai miei cani ad osservarle.
Per loro (i miei animali), queste persone non hanno “qualcosa in meno”, né “qualcosa di diverso” … Sono semplicemente Persone. Ecco, se imparassimo dagli animali ad osservare le fragilità, allora permetteremmo a chi abbiamo di fronte di renderle di fronte. In Natura, un fiore con un petalo diverso non è meno bello di uno perfetto, anzi, spesso quella imperfezione è portatrice di una grande bellezza, ripeto, non parlo di una questione meramente estetica, parlo di una particolarità che rende unico ed irripetibile ognuno di noi.
L’altro libro che vorrei approfondire con te è IL GIOCO DEL BENESSERE Teoria e Pratica della meditazione fisiologica emotiva per i bambini: già il titolo racchiude temi importanti. In diverse lingue, come l’inglese ed il francese “recitare” si traduce in “Giocare”. Al di là della professione e della professionalità del settore, quanto l’arte, il teatro, la musica e la danza possono essere “gioco” e quanto sono utili ai ragazzi?
Io credo fermamente che tutto ciò che passa dal canale corporeo e bypassa il canale cognitivo sia fondamentale nel processo di sviluppo di bambini, ragazzi ma anche adulti. Il teatro, con la sua possibilità di espressione e di “vestire altri panni rispetto a quelli a cui siamo abituati”, l’arte che ci porta a poter portare a galla parti di noi che spesso ignoravamo, attraverso forme e colori. La musica, che può rappresentarci e raccontare di noi e la danza, che è una forma di espressione tra le più totalizzanti, non sono utili, sono fondamentali per lo sviluppo di sé e non solo in età evolutiva.
Ecco, la sfida è imparare a vivere tutto questo come se fosse un gioco, che non toglie valore a ciò che stiamo facendo, ma lo libera da canoni umani di bisogno di perfezione e di “dover essere”. Tutto ciò che ci porta ad approfondire ciò che sentiamo, anche a discapito di ciò che pensiamo (che siamo abituati a tenere sempre in considerazione), è fondamentale per “diventare grandi”, ecco che l’arte, in ogni sua forma, quindi, è una via da perseguire.
Attraverso il gioco, infatti, il cucciolo d’uomo può sperimentarsi in relazioni ecologiche, comprendersi più a fondo anche su un piano emotivo. La meditazione fisiologica emotiva è un passo fondamentale per entrare in connessione con Sé e con l’Altro, sperimentando la meraviglia della relazione attraverso il canale che i bimbi prediligono: il gioco!
In questo testo parli anche di meditazione, che l’OMS ha dichiarato essere un pilastro del benessere. Ci dai il tuo punto di vista su questo tema?
Silvia, siamo costantemente connessi, ma ci siamo disconnessi. No, non sto delirando, mi spiego meglio. In un mondo che sempre più ci richiede connessione social per “sentirci parte del mondo”, ci siamo disconnessi da noi stessi, dal contatto con il nostro corpo, con le nostre emozioni, con il nostro respiro.
Siamo arrivati al punto di pensare al nostro corpo come una semplice scatola che ci rappresenta. Ed ecco i grandi problemi anche di salute che si stanno manifestando, disturbi in ambito psichiatrico, disturbi del comportamento alimentare, disturbi specifici dell’apprendimento, diagnosi sempre più frequenti sin dalla più tenera età, … Io credo fermamente che tutto questo sia un grido che il mondo ci sta lanciando per ricordarci di tornare al corpo e alla sua saggezza e la meditazione è un canale di accesso a questo aspetto fondamentale.
Che differenza c’è tra la meditazione per i bambini e per gli adulti?
Esistono diverse forme di meditazione. Molti ancora legano il processo meditativo ad una questione religiosa. Meditazione e Religione non vanno di pari passo. Rispetto al mio modo di proporre la meditazione, che parte dalla fisiologia delle emozioni, la diversità sta nel modo in cui viene proposta, che per i bimbi è ovviamente in chiave ludica e nei tempi di tenuta sull’attività più di rilassamento, che per i bimbi è più breve.
Mi capita di proporre incontri bimbi e genitori insieme e ti assicuro che spesso i bimbi hanno da insegnare ai “grandi” come ci si connette con il proprio sentire nel corpo.
“L’idea di avvicinare i bimbi ad una “normalità” inesistente nella vita reale, li sta allontanando dalla bellezza e dalla magia di essere unici ed irripetibili”.Oggi, i più piccoli hanno delle agende così piene da non avere tempo di annoiarsi e giocare con la fantasia… Che ne pensi?
Penso che tu abbia perfettamente ragione e questa tua osservazione è per me baluardo della mia professione. Quando i bimbi di oggi hanno tempo per “non-fare”? Quanto temiamo la noia? Penso che questo sia un grande errore della nostra generazione adulta. Dal punto di vista della fisiologia delle emozioni io dico che iperattiviamo i bimbi riempiendoli di cose da fare e poi ci lamentiamo perché sono sempre agitati e non sanno stare tranquilli. È come chiedere ad un bimbo italiano di iniziare a comprendere e tradurre immediatamente un’altra lingua senza averla mai sentita. Se non li abituiamo a quel tempo del non-fare, che è l’unico che ci permette di accedere al nostro mondo creativo e fantastico, non possiamo pensare che sappiano farlo da soli.
Come possiamo mantenere la magia dell’infanzia anche da adulti?
Direi intanto iniziando a ricordarci che benché adulti, dentro ognuno di noi vive quel bambino o quella bambina che siamo stati, ma anche che avremmo voluto essere. Ecco, partire dall’ascolto del proprio bimbo interiore è uno delle prime esperienze da portare avanti. E poi, come dicevamo, lo stupore, la meraviglia… Che cosa ci piaceva fare quando eravamo piccoli? Magari disegnare, dipingere, ballare o cantare? Perché non ritagliarsi del tempo per farlo, anche da soli, liberi, senza pensieri e sovrastrutture?
E poi lasciarsi andare all’immaginazione, attraverso il sogno anche ad occhi aperti lasciamo “emergere” la magia che vive dentro ognuno di noi.
Ecco, credo che il mondo, oggi più che mai, abbia bisogno di persone felici e “magiche”.
A chi si rivolgono, infine, i tuoi testi?
“La Via Semplice” è un libro che parla di insegnamenti della Natura da un punto di vista evolutivo, ma anche spirituale, anzi, ecospirituale ed è quindi adatto a chiunque sia interessato al mondo della Natura in ogni sua forma (animali, vegetali, elementare…) ma anche a chi sta seguendo un percorso evolutivo o ne è interessato. Io dico che sono stato un canale tra la Natura e la Carta che mano a mano si riempiva di parole di cui mi sono fatto portavoce. Questo libro è leggibile in almeno tre modi. Come un libro tradizionale, dall’inizio alla fine, ma anche trovando nell’indice l’argomento che si vuole approfondire magari per trovare insegnamenti o spunti di riflessione su una situazione che si sta vivendo, ma anche in forma oracolare. Si può lanciare una domanda all’Universo e aprire il libro in una pagina a caso, cercando l’insegnamento della Natura.
“Il Gioco del Benessere” è invece adatto a chiunque si occupi di età evolutiva, sia dal punto di vista professionale (pedagogisti, psicologi, educatori, insegnanti, insegnanti yoga bimbi,…) ma anche personale (genitori, nonni, zii, persone interessate). E poi direi che chiunque legga un libro con apertura mentale e di cuore può trovare spunti per sé e la sua professione. Pensa che un educatore cinofilo mi ha detto che nella lettura del libro, nel punto in cui parlo di aspetti teorici legati al processo pedagogico, ha trovato spunti per il lavoro educativo anche con gli animali. È meraviglioso. Quando siamo pronti per ricevere l’insegnamento, ecco che esso si manifesta.
Grazie!
dott. Simone Migliorati – bio
Pedagogista, Educatore socio-pedagogico. Bachelor of Philosophy all’Università della Florida. Ha lavorato come educatore per oltre dieci anni nell’ambito della disabilità della tutela minori e della devianza adolescenziale. Attualmente opera come libero professionista nell’ambito della consulenza pedagogica e della supervisione, in quello della formazione aziendale (Team Building) anche in contesti ospedalieri e segue progetti specifici per l’età evolutiva di consapevolezza emotiva e corporea in scuole di ogni ordine e grado. Conduce percorsi evolutivi, essendo Counselor e Life Coach. Collabora con riviste nazionali come contributor con articoli sul benessere umano e sulla relazione uomo-animale. È educatore ambientale.
È co-fondatore insieme a Stefano Cortinovis del Centro Italiano di Consulenza Relazionale B.A.U.©, attraverso il quale propone progetti volti al Benessere Umano attraverso la relazione con l’Animale. Diffonde questo tipo di cultura e di progettualità in svariati contesti, come scuole, ospedali, reparti psichiatrici, centri per persone disabili, strutture specifiche per persone anziane, ma anche con persone detenute in strutture penitenziarie e per l’accompagnamento al fine vita in reparti hospice e cure palliative.