
La nostra inviata a Sanremo, Vesna Zujovic ci manda la recensione del Concerto del nostro Massimo nazionale
“Una voce che è un patrimonio da preservare, quella di Massimo Ranieri, protagonista sabato 15 marzo al Teatro Ariston di Sanremo con il suo tour “Tutti i sogni ancora in volo”, che, come ha detto in apertura, “è una delle frasi più note, forse la più famosa, delle mie canzoni” (“Perdere l’amore”) e rappresentativa per me, perché I sogni devono continuare a volare.
Quando ero bambino mi hanno tolto un po’ di sogni, ma sognare è gratis e non bisogna mai smettere.
D’altra parte “Io sogno non è così diverso da “io sono”. E anche Shakespeare diceva: “siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”.
Un mese esatto fa, Massimo era protagonista al Festival di Sanremo con “Tra le mani un cuore”, canzone che tra gli autori vede Tiziano Ferro, e che è stata una delle prima del concerto. Ranieri, in gran forma, ha dato prova anche di un dinamismo incredibile: tra piroette, passi di danza-omaggio a Michael Jackson, slanci e piegamenti, senza mai perdere una nota.
Tra un brano e l’altro, ha intrattenuto il pubblico con aneddoti e storie, in un mix di teatro-canzone. Non ha caso ha voluto ringraziare il suo maestro, “è stato il mio vero e unico maestro, Giorgio Strehler”.
“Nel ‘64 salivo per la prima volta sul palco e da allora ho cantato almeno 3000 canzoni. Il 95 per cento parlano d’amore. D’altra parte, io con l’amore ci farei l’amore”.
Massimo ha coinvolto il pubblico cantando le sue canzoni più celebri e alla fine ha scherzato: “All’uscita del teatro troverete un Iibro di firme, lasciate i vostri dati che vi chiamo se avessi bisogno di un coro così perfetto”.Oltre ai suoi cavalli di battaglia, come “Rose rosse” e “Se bruciasse la città”, Ranieri ha ovviamente anche cantato pezzi in napoletano, come “Pigliate ‘na pastiglia” di Renato Carosone, dove ha dato prova anche di un’ottima verve recitativa. Tra i brani più ironici anche “Asini”, che fa riflettere sulla stupidità sociale.
Tornando al suo passato, Giovanni Calone (questo il suo vero nome) a 12 anni era “magro magro, sicc sicc. Cantavo “Preghiera” e mi facevo chiamare Gianni Rock. Ma il nome non funzionava. Un giorno nacque, dopo alcuni tentativi (scartati Pasquale o Alfio), la fusione tra Ranieri (mi suggerirono, come il principe) e Massimo. Era perfetta e dissi: questo sono io”.”
Vesna Zujovic
Per leggere i precedenti servizi di Vesna Zujovic:
LUCIO CORSI E SETTEMBRE (SETTEMBRE, VINCITORE CATEGORIA GIOVANI)
GALA’ DELLA STAMPA: SOFIA CASELLI E FRANCO FASANO
AMBRA CIANFONI – ARTISTA DI MUSICAL – NON IN GARA
THE KOLORS, SAL DA VINCI, FRANCESCA MICHIELIN, RKOMI E ACHILLE LAURO
LUCA MAZZAMURRO – ARTISTA DI MUSICAL – NON IN GARA