Il 28 marzo 2023 andrà in scena presso il Teatro Carcano di Milano, Paolina Leopardi racconta Mozart, in omaggio al 250° anniversario dei viaggi di Mozart in Italia e delle Giornate FAI di Primavera.

Una sorprendente biografia in musica, un recital per attrice e pianoforte, acuto e sorprendente, che si snoda attraverso la voce della testimone d’eccezione Sonia Bergamasco, sulle note del musicista salisburghese, riprodotte al pianoforte da Mario Scolastra.

Paolina Leopardi, l’amata sorella del celebre scrittore, ripercorre la vicenda terrena di Wolfgang e vi trova analogie con quella di Giacomo: la breve vita, l’odio tenace verso la soffocante città natale, un rapporto problematico con il padre, la mancanza di mezzi che rende difficile la vita al genio.

NOTE DI REGIA

Nel settembre del 1837 esce a Bologna, per i tipi di Nobili e Comp., in una bella veste grafica, un libretto di 35 pagine, dal titolo Mozart, senza indicazione dell’autore. Una biografia di Mozart, una delle prime in italiano. Anonima. Quattro copie del libro si conservano nella biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, una in casa Leopardi a Recanati. La casa di chi quella biografia l’ha scritta: Paolina, l’amata sorella di Giacomo. In casa Leopardi si è sempre saputo che era di Paolina quel Mozart, ed è lei stessa a dichiararlo in una lettera del 1838 a un’amica bolognese: un documento che dice molto dell’autrice e di questa sua biografia mozartiana. Ci dice, per esempio, che «la censura ne tolse i più piccanti pezzi e mi fece gran rabbia». La censura ecclesiastica. Che rilascia l’imprimatur, ma solo dopo che il testo è stato emendato. Emendato dei “più piccanti pezzi”. Che non conosceremo mai, perché il manoscritto è perduto.
«Lessi la vita di Mozart in francese, una volta, e la ridussi in italiano», scrive Paolina all’amica bolognese in quella stessa lettera. E così si è pensato a una traduzione de La Vie de Mozart di Stendhal. No. Paolina era una francesista, ha pubblicato traduzioni dal francese, amava Stendhal, ma il suo Mozart non è quello del grande scrittore. «Solo poche righe all’inizio del capitolo II ricordano (in maniera stringatissima e non fedelmente) una sequenza di Stendhal», scrive Giovanni Vigliar presentando nel 1997 l’edizione del Mozart di Paolina sulla rivista “Studi leopardiani”. Non francese ma tedesca è stata la sua fonte principale: la biografia mozartiana di Georg Nikolaus Nissen (secondo marito di Constanze, la vedova di Mozart) pubblicata a Lipsia nel 1828. È lì che Paolina ha trovato le lettere di Leopold e di Wolfgang, di cui riporta ampi brani. Padre e figlio. Parla spesso di Leopold in quelle trentacinque pagine. Lo presenta con queste parole: «buon padre, onesto maestro di musica, ma uomo avido e di limitati pensieri». «Giovinotto di forti pensieri», è invece Wolfgang, poche righe prima. Dura, con Leopold, Paolina. Nel padre di Mozart vedeva suo padre. E in Wolfgang suo fratello. Quando esce il libro, Giacomo non c’è più, già da tre mesi.
Posto unico numerato € 23.00
Biglietti www.teatrocarcano.com