Penultima intervista per i pubbliredazionali di Divina Commedia Opera Musical: oggi è la volta di Angelo Minoli (Ulisse, Catone, Guido Guinizzelli).
Cliccando i singoli nomi, da qui potrete risalire alle precedenti: il regista e Virgilio Andrea Ortis e Mariacarmen Iafigliola (Pia dei Tolomei, La donna), Myriam Somma (Beatrice), Noemi Smorra come Francesca / Matelda e Antonio Sorrentino (Pier delle Vigne, Arnaut), Antonio Melissa (Caronte, San Bernardo eUgolino).
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Angelo, qual è la difficoltà di fare tre ruoli così diversi e così intensi?
Forse trovare un comune denominatore. Tutti i personaggi, qualunque sia il luogo in cui si trovano, sono lì per effetto dell’amore: amore per virtute e canoscenza nel caso di Ulisse, Catone è lì amore per la libertà, Guido Guinizzelli è il poeta della sublimazione dell’amore per la donna angelica.
In quanto tempo devi cambiarti? E per il trucco?
Ci sono dei tempi scenici piuttosto stretti, bisogna attivarsi in fretta, ma tutta la macchina scenica è ben organizzata anche dal punto di vista di “trucco e parrucco”.
Quale dei tre ruoli senti più tuo? E su quale hai fatto più fatica?
Il ruolo di Ulisse è quello che forse mi rappresenta di più, sposa i principi dell’amore nel senso più ampio è quindi un personaggi completo che racchiude anche i valori comuni agli altri due personaggi.
La fatica è inevitabile nel rappresentare qualsiasi personaggio, più piccoli sono i ruoli e più diventa difficile far emergere ciò che serve: far sbocciare quella parte autentica insita in noi che, in quelle circostanze, ci avrebbe fatto comportare, agire e reagire come il nostro personaggio, ovvero come esseri umani.
Lo spettacolo è cresciuto in questi anni. Cosa c’è di diverso secondo te?
Lo spettacolo è diverso ad ogni replica, come ogni giorno è diverso dal precedente.
Ogni volta si arricchisce della esperienza acquisita nello spettacolo precedente e questo credo che valga per tutti quelli che ne fanno parte.
Il pezzo a tre con Dante e Virgilio credo sia uno dei punti d forza dello spettacolo: ho visto quando lo preparavate e lo studio che c’è dietro è davvero importante. Come vi coordinate in scena?
In ogni scena cantata insieme ad altri personaggi occorre tenere alti i piani di ascolto nel rispetto dello scopo che ha ogni personaggio in relazione al suo obiettivo, creando un equilibrio sottilissimo in nome della teatralità della scena. In scena più che “agire” si “reagisce”.
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