“Musical di gran classe”, per citare un famoso gingle radiofonico.
Eleganza è il termine che mi viene in mente per descrivere in una solo parola la nuova produzione firmata Stage Entertainment Italia: SINGIN’ IN THE RAIN – CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA Il Musical. Lo spettacolo, è un classico intramontabile, riportato in vita senza stravolgimenti o ammodernamenti, come spesso si usa fare in teatro e con quel tocco vintage, che proietta direttamente il pubblico nel 1928.
Il film in realtà era del 1953 ed era a colori: se si potesse fare a teatro, avrei amato vedere questo musical in B/N, se non fosse per i costumi azzeccatissimi, che sono un tripudio di “mille colori e poi”.
Non per questo, è uno spettacolo “vecchio”: amzi, Chiara Noschese ci ha regalato una delle sue migliori regie, veloci, curate nei dettagli, coadiuvata da numeri di tap a due, tre o di ensemble, curati da Fabrizio Angelini.
Sarà perchè entrambi lo hanno già fatto tanti e tanti anni fa? Sarà per il particolare affetto che li lega a chi c’era in questo spettacolo ed oggi non è più con noi?
Forse, ma davvero Cantando sotto la pioggia, stavolta con il brano principale lasciato in inglese, è un cadeau raffinatissimo.
Così come sono eleganti non solo i costumi di Ivan Stefanutti o le scenografie di Lele Moreschi, ma anche come lo sono i protagonisti tutti dello spettacolo.
Giuseppe Verzicco ci offre una delle sue migliori interpretazioni: molto a suo agio sia nell’eleganza del cappotto bianco, sia nell’ironia con il suo compare Cosmo Brown, fino alle parti romantiche dello show.
Nonostante l’altezza, sciolto anche nei numeri di tip tap.
Brava la sua partner scenica Gea Andreotti, già vista ne Il Barbiere di Siviglia Commedia Pop di Sansro uerci, che interpreta una Kathy Selden misurata ed intelligente.
L’ironia ed i tempi comici di Martina Lunghi calza a pennello per il ruolo di Lina Lamont, che strappa applausi e risate per la naturalezza e l’amore per il ruolo, lo stesso che interpretò la Noschese nella precedente edizione.
Un plauso particolare a Mauro Simone, con il compito non semplice di riportare in scena Cosmo Brown, proprio a poca distanza dalla scomparsa di Manuel Frattini: Mauro brilla letteralmente sulla scena, accalappia l’attenzione, è simpatico, brillante, preparato (d’altronde è un veterano del musical), talentuoso ed onora questa parte con grandissima professionalità. Nel tip tap, particolarmente accattivante.
Bravi tutti i comprimari, con ottime controscene.
Vincenti le Traduzione e Adattamento Testo di Franco Travaglio e le
Traduzione e Adattamento Liriche di Gianfranco Vergoni.
Uno spettacolo che non prederei, per riscoprire il musical “come si usava una volta” e godere anche di una bella storia che raccontato la nascita del film musicale, dopo l’avvento del sonoro.
Chi ama il “recitar cantando”, non può perderselo.
….su qui… non ci piove!
Nel numero di novembre di Riflettori su Magazine, troverete la mia intevrista a Giuseppe Verzicco: potete leggerla cliccando qui.