Residenza Urbana Progetto TLLT
– L’ITALIA IN FONDO AL POZZO
2017, ROMA
Spettacolo e Miglior Drammaturgia
TRAGEDIA DEL BIMBO CADUTO NEL POZZO DI VERMICINO E LA NASCITA DELLA TV DEL
DOLORE
Lo spettacolo racconta le ultime 36 ore di vita del piccolo Alfredo Rampi, precipitato a 30 metri di profondità nel pozzo di Vermicino e dei successivi quanto inutili tentativi di salvarlo.
Ma racconta anche della nascita del primo grande evento mediatico di massa, che ha tenuto incollati al piccolo schermo milioni di spettatori per tre giorni. Era il 1981 e quella prima diretta no-stop presto si trasformò in un partecipazione collettiva che avrebbe dovuto documentare una storia a lieto fine e che invece ha segnato uno shock emotivo nazionale. Una storia che assomiglia a mille altre storie italiane, fatta di improvvisazione, approssimazione, coraggio, cialtroneria, conflitti tra poteri, politica e vanità. Protagonisti macchiette, nani, acrobati, eroi, mezzibusti, politici; come se quel pozzo avesse risucchiato l’intero Paese per risputarlo fuori sempre uguale a se stesso eppure irrimediabilmente mutato.
Per molti dei commentatori dell’epoca quell’evento segnò un punto di non ritorno. Nasceva in quegli anni la Tv privata e si realizzava quel mutamento antropologico, profetizzato da Pasolini. Eppure, in questo monologo per solo attore/narratore c’è spazio sia per la denuncia sociale e politica sia per cammei di autentica umanità. Sono il vigile, che ha cercato di rassicurare il bambino per lunghissime ore, descrivendogli le trivelle che scavavano il pozzo parallelo attraverso cui avrebbero dovuto salvarlo come fossero i “magli” di Goldrake o Mazinga, o il minuto ma caparbio speleologo sardo che rimase per 40 minuti a testa in giù, a 60 metri di profondità, nel pur vano tentativo di imbracare il piccolo e salvarlo. Ma il personaggio centrale è certo Alfredino, quel bambino perduto, come fosse l’anima dell’Italia inghiottita dal buio e per sempre incastonato come un diamante nel blocco di ghiaccio azotato, in cui ne fu conservato il corpo, prima di poterlo recuperare.
STRALCI DI RASSEGNA STAMPA
“L’attore alterna così le emozionanti interpretazioni dei vari personaggi a momenti di narrazione ricchi di informazioni, creando una struttura drammaturgica coinvolgente e pungente. In sala c’è una tensione continua. Per un attimo si riesce realmente a sentire la lotta copntro il tempo, la paura e il rumore delle trivelle che scavano ininterrottamente per raggiungere il piccolo. Si riesce a percepire il buio e l’odore della terra profonda che uccide lentamente. L’intento non è solo quello di raccontare una tragedia che non dovrebbe mai essere dimenticata, ma di dare voce al suo protagonista. L’attore, infatti, spiazza il pubblico sedendosi in platea per lasciare ad Alfredino il palco”. Marilisa Pendino, Recensito.net
“Lo spettacolo del DOIT Festival è stato magistrale. Una scenografia sobria ma semplice: due sedie, delle cuffie da radiocronista, un microfono e vari oggetti. Il testo e la bravura di scrittore e attore di Fabio Banfo, il quale si è ispirato al testo “Vermicino. L’Italia nel pozzo” di Massimo Gamba. Noi del pubblico eravamo Alfredino Rampi. Pensavamo come Alfredino Rampi”. Culturamente.it
Date e orari:
da lunedì 5 a domenica 11 giugno ore 21.00, domenica ore 16
biglietti: da 16 a 12 euro
Info biglietteria:
biglietteria@teatrolibero.it
acquisto online: https://www.teatrolibero.it/alfredino
telefono: 02.8323126, www.teatrolibero.it