La Bibbia lo dice: Lodate il Signore, Lodatelo con squilli di tromba,
lodatelo con arpa e cetra;
lodatelo con timpani e danze,
lodatelo sulle corde e sui flauti.

Ed in Matteo 25,14-30 si legge: “A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità”..

E di talento ce n’è tanto, in Footloose il musical, e si balla, si canta e si recita: lodando forse non il Signore, ma il Teatro certamente sì.

Finalmente, stiamo assistendo, anche se lentamente, ad una inversione di tendenza: nelle ultime produzioni, vediamo sul palco gente che il musical lo sa fare. E lo fa, da più o meno anni.

Complimenti, quindi, a Chiara Noschese per la Direzione Casting e Supervisione Creativa.

Questo è dunque tempo di ballare ed il pubblico della prima di Footloose il musical, al Teatro Nazionale CheBanca, tributa il suo omaggio al cast, ballando ed alzandosi in piedi sul finale dello spettacolo.

(LE FOTO IN QUESTA SECONDA PAGINA SONO TUTTE DI FEDERICO LAMASTRA, che ringrazio).

Pochi si ricordano, forse, che una decina di anni fa, arrivò in Italia una versione di Footloose con gli Amici di Maria De Filippi, che allora si chiamava ancora Saranno Famosi, che vide tra i protagonisti, ad esempio Leon Cino o Valerio di Rocco.

Ora, la nuova edizione di Footloose segna il ritorno da noi di Stage Entertainment, che ha deciso di mettere in scena lo spettacolo tratto dal film degli anni ’80, diretto da Herbert Ross e distribuito dalla Paramount Pictures, ed ispirato ad alcuni eventi accaduti nella piccola comunità rurale di Elmore City in Oklahoma. Autore del libretto e delle canzoni fu Dean Pitchford, che prese spunto e da cui ne ricavò il soggetto per quello che sarebbe destinato a diventare uno dei film più rappresentativi degli anni ottanta.

Si balla, si balla tanto in Footloose: con la Regia e Coreografie di Martin Michel ed alcune canzoni aggiunte, che non conosciamo dal film, lo spettacolo è una vera botta di energia, supportata dall’orchestra dal vivo in buca (band di 8 elementi, Andrea Calandrini – Direzione musicale e d’orchestra), come ci ha abituato, anche troppo bene, la Stage.

In una scenografia disegnata da Eric Van der Palen, dove troviamo sullo sfondo granai rossi, praterie e balle di fieno, che ricordano atmosfere di certi libri di S.King, si muovono 22 performer, che danno vita ad un affresco di provincia americana, tanto simile ad ogni provincia del mondo.

Occhi puntati sui ragazzi del villaggio e soprattutto sul nuovo ragazzo, arrivato dalla città, Ren McCormack, quell’elemento di disturbo atto a riattizzare il fuoco sotto la paglia di cui sopra.

Perché Ren è arrabbiato e lo dimostra con la straordinaria danza del sempre più interessante Riccardo Sinisi, che, lasciate le paillettes di Priscilla, si dimostra un performer a tutto tondo, completo, che sa ballare, cantare e recitare, senza perdere un colpo. Il suo è un Ren forse meno problematico di Kevin Bacon, più sorridente e “leggero”, che però dimostra la sua rabbia (lui fermo non ci può stare), quando si unisce alla rabbia di un’altra sua coetanea, la figlia del pastore, Ariel Moore, che nasconde dentro di sé il fuoco vivo dell’adolescenza e la voglia di vivere.

E così, troviamo una Beatrice Baldaccini, che, dismessi i panni di Sandy in Grease, è diventata una Rizzo di provincia: grinta e leadership, con le sue amiche pink lady delle praterie, ha dimostrato di essere crescita e non legata a ruoli standardizzati da principessa: brava! Canta, balla e recita divertendosi e facendo divertire.

Alter ego della giovane Ariel, sua madre Vi Moore, una splendida Brunella Platania, che, in ogni spettacolo in cui ha interpretato ruoli materni, dai Promessi Sposi a Georgie il Musical, riesce a dare a ciascun carattere una sfumatura diversa (ma qualcuno ha visto Brunella in Wojtyla Generation? Lì era tutto tranne che mamma).

E qui non parla, la madre di Ariel: si tiene tutto dentro, come l’altra mamma scenica, Loredana Fadda, che arriva al Bomont con il figlio Ren, dopo essere lasciata dal marito. Non è una donna indipendente, ma è una donna comunque forte: e Loredana stupisce non solo per la voce, ma anche per l’interpretazione, che davvero è molto diversa dai ruoli a cui ci ha abituato.

Potrebbe mancare la figura contastante, il Pater padrone che, devastato dalla vita, non ha avuto la forza della moglie, e, alla morte del figlio, chiude la mente e diventa duro, senza speranza, solo. Antonello Angiolillo, già padre e marito tormentato in Next to normal, ammanta la sua figura paterna di una spennellata divina e ci dà un pastore intenso, arricchito dalla sua solita amata voce possente.

Ma Bomont è formata anche da giovani: se l’amico di Ren, da “istruire” alla danza, ma anche alla vita, è Willard Hewitt, interpretato dal brillante e divertente Giulio Benvenuti (che si prende applausi a scena aperta nella sua canzone La mamma dice), l’amichetta di Ariel è la grintosa, ma dolcissima Rusty, Giulia Fabbri, già giornalista di Newsies, che qui interpreta diversi brani musicali dello spettacolo, con la maggiore difficoltà di cantare partiture che all’origine erano maschili.

E così sue sono le canzoni più belle, lasciate in inglese, da I need a hero o Let’s hear for the boy, ma anche lo stesso tema di Footloose, cantato in origine da Kenny Loggins.

Irriconoscibile e camaleontica Floriana Monici, che svestiti i panni di Rizzo, ora ci dà due donne più agé, ma divertentissime e sopra le righe: complimenti anche a lei, per la professionalità che le permette di spaziare in ruoli così differenti.

Sarebbero da citare tutti gli altri componenti dello spettacolo, davvero grandi interpreti, provenienti da spettacoli di successo (i cui nomi comunque trovate sotto), tra cui spiccano Roberto Colombo (tolta la parrucchetta da Geppetto), Renato Tognocchi (bravissimo nel suo ruolo da duro) o Angelo Di Figlia (appena tornato in Italia), ma vi lascio il piacere della scoperta: avete tempo, perché lo spettacolo resterà in scena fino al 31 dicembre.

Le canzoni aggiunte, anche se non conosciute, e le traduzioni di Franco Travaglio (che si occupa di Traduzione e Adattamento, Testo e Liriche italiane) non tolgono nulla al piacere della musica e ben si adattano allo stile dello spettacolo (tranne forse un pezzo rap): tutte davvero gradevoli.

Si sente solo la mancanza, secondo me, della scena dei trattori (che vengono solo citati) e dell’assolo coreografico di Never, ma la carica del film non ne viene minimamente intaccata (e credo che pochi se ne siano accorti, se non chi, come me, con questo film è cresciuto).

E se la Bibbìa (per citare Jersey Boys e Claudio Zanelli), nell’Ecclesiaste, ci ricorda che c’è un tempo per ogni faccenda sotto il cielo, questo è il momento di ballare e di andare a vedere chi ha talento per farlo.

Come Dio comanda.

Liberate i piedi ed andate a teatro. Il Signore (e lo spettacolo italiano) ve ne renderà merito!

SOTTO, IL MIO VIDEO DEL CURTAIN CALL E DELLA REPRISE, ALLA PRIMA DI SABATO SCORSO.

IL CAST

Personaggi Interpreti

Ren McCormack Riccardo Sinisi
Ethel McCormack Loredana Fadda
Reverend Shaw Moore Antonello Angiolillo
Vi Moore Brunella Platania
Ariel Moore Beatrice Baldaccini
Wes McCormack Alessandro Parise
Coach Roger Dunbar – Cowboy Bob Roberto Colombo
Eleonor Dunbar – Betty Blast Floriana Monici
Rusty Giulia Fabbri
Urleen Martina Lunghi
Wendy-jo Elisa Musso
Chuck Cranston Renato Tognocchi
Lyle Manuel Mercuri
Travis Angelo Di Figlia
Willard Hewitt Giulio Benvenuti
Jeter Davide Fienauri
Bickle Andrea Spata
Garvin Roberto Tarsi
Ensemble Federica Buda
Ensemble Lucia Blanco
Swing Male Gioacchino Inzirillo
Swing Female (Dance Captain) Eleonora Lombardo
Resident director – Swing Adult Andrea Spina

ORCHESTRA

Andrea Calandrini – Direzione musicale e d’orchestra
Vanni Antonicelli – Tastiere
Luca Bettolini – Chitarra
Giuseppe Lapiscopia – Fiati
Marco Parenti – Batteria
Paolo Petrini – Chitarra
Salvatore Scucces – Percussioni
Massimiliano Serafini – Basso

TEAM CREATIVO

Martin Michel – Regia e Coreografie
Tim Van Der Straeten – Assistente alle Coreografie
Ad Van Dijk – Supervisione Musicale
Arno Bremers – Costumi
Eric Van der Palen – Scene
Harold Mertens and Wouter Somers – Hair and Make-up
Franco Travaglio – Traduzione e Adattamento, Testo e Liriche italiane
Chiara Noschese – Direzione Casting, Supervisione Creativa
Armando Vertullo – Disegno Fonico
Francesco Vignati – Disegno Luci
Henk Van Gilpen – Direzione Tecnica Internazionale
Rijk Brouwer – Produzione Esecutiva Internazionale

Orario spettacolo:
da mercoledì a sabato ore 20.45
domenica pomeriggio ore 15.00 – domenica sera ore 19.00
Prezzi dei biglietti:
Mer, Gio 20.45 Ven 20.45, Dom 19.00 Sab 20.45, Dom 15.00
Poltronissima VIP € 59,50 € 69,00 € 79,00
Poltronissima € 51,50 € 61,50 € 69,00
Poltrona € 45,00 € 52,00 € 59,00
Galleria € 37,00 € 42,00 € 48,00
Visibilità Ridotta € 28,00 € 31,00 € 36,00

Info per acquisto biglietti:
www.ticketone.it – www.teatronazionale.it
Box office (Martedì – Sabato 14/19)
Infoline: 02/00640888