Dopo il grande successo di pubblico al Festival Shakespeariano di Verona 2013 e nei siti archeologici di tutta Italia torna Massimo Ranieri e il suo Riccardo III in una versione ambientata negli anni ’40.

Ve ne avevo già parlato per il  Teatro EuropAuditorium,  ma ora è al Brancaccio di Roma
(repliche dopo il grande successo sabato 15 ore 21 e domenica 16 ore 17).

Scritta tra il 1591 e il 1594, la tragedia è un indiscutibile banco di prova per un attore che è messo nella condizione di mostrare tutto il suo talento nella parte del re deforme, assetato di potere, la cui malvagità e ambizione sono pari alla sua scaltrezza.

Nessuno riesce a tenergli testa, nessuno sa opporsi a lui. Un uomo che, per quanto fisicamente repellente, riesce a sedurre le spose degli aspiranti al trono da lui fatti brutalmente uccidere. Ma il suo destino è segnato.
Per Ranieri la sfida è notevole, degna di un artista eclettico come lui, cantante, attore e regista con alle spalle un curriculum che pochi, anche a livello internazionale, possono vantare.
Tra le idee di spicco di questa messa in scena, l’ambientazione moderna, ambientata negli anni ’40.
Questo Riccardo III Massimo Ranieri lo ha immaginato inquietante e accogliente, proprio come quei grandi film noir che abbiamo profondamente amato. Per provare a intravedere sulla scena l’eterno mistero del male.
Le musiche sono scritte appositamente per lo spettacolo dal Maestro ENNIO MORRICONE

Il Riccardo III di Ranieri, con le sue stesse parole: “E’ un noir e chi vuole trovare un’epoca di ambientazione può anche non trovarla, non ha un’epoca reale. La scena è un cilindro che può essere una sala delle feste, una tomba, un mausoleo in cui spicca la mancanza d’amore di Riccardo e la sua disperata solitudine, la sua diversità. Riccardo III è un re crudele e ambizioso che, per la sete di potere e di rivincita, colpisce anche i suoi congiunti. Un personaggio così affascina chi fa l’attore e ha tanti richiami all’attualità: io Riccardo III lo vedo in molti politici di oggi per somiglianza, contaminazioni, allusioni”.

Note regia
Dopo averlo letto e riletto, ho capito chiaramente una cosa: Riccardo III non è soltanto personaggio straordinario, è soprattutto un grandissimo attore. Riccardo III è il numero uno dei malvagi, è il grande genio della rappresentazione del potere: perciò, io non interpreterò un personaggio, interpreterò un attore.
Del resto, non sono grandi attori tutti gli uomini di potere? Non recitano un ruolo che deve suscitare applausi, consensi, se non addirittura idolatria da parte di uomini e donne che diventano loro gli ignari personaggi della sua commedia?
Riccardo, poi, indossa i costumi della malvagità meglio di chiunque altro e allora via via che continuavo a leggere e rileggere mi è apparso sempre di più in bianco e nero. Anzi, in bianco e noir. Perché se i gialli svelano le colpe dalla parte dei buoni, il noir ci fa guardare il mondo con gli occhi dei colpevoli, ci spinge a scoprire fin dove possono arrivare le radici dell’umana cattiveria.
Questo Riccardo III l’ho immaginato inquietante e accogliente, proprio come quei grandi film noir che abbiamo profondamente amato. Per provare a intravedere sulla scena l’eterno mistero del male.

TEATRO BRANCACCIO
Prezzi da € 36, 00 a € 27,50