Come vi avevo detto qualche giorno fa, il 2013, per la Compagnia di Musical Aspettando Broadway, diretta da Loretta Foresti.
Oggi vi propongo due resoconti di due delle ultime serate, quella a Corridonia e quella a Tivoli.
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Buon 2014 da Aspettando Broadway con la firma di Mirko Buzzoni
Redazione by Mirko Buzzoni
IN CONCERT il 18 Dicembre 2013 al Teatro Tivoli Bologna
Accidentalmente spettatore di uno spettacolo della compagnia Aspettando Broadway. Compagnia di cui, per altro, sono parte.
In realtà i programmi sarebbero stati differenti. Io, per la data prevista a Bologna al Teatro Tivoli, non ci sarei proprio dovuto essere per impegni precedentemente presi. Poi, all’ultimo momento, tutto è cambiato e così mi sono ritrovato dall’altra parte della barricata. Sarei stato “pubblico”.
Ma può un elemento di un gruppo che calca le scene stare comodamente seduto a seguire i gorgheggi dei propri compari?
Per quel che mi riguarda pare di no.
Ho deciso di seguire con un terzo occhio quello che avrei visto. Avrei colto i momenti salienti attraverso gli scatti della mia macchina fotografica
Certo, il mio terzo occhio non garantisce l’eccellenza, perché in gestione da poco tempo. Ma almeno qualcosa sarebbe venuta fuori.
Ho voluto iniziare la mia “missione” fin dalle prove, in modo da rubare qualcosa di più naturale a chi si sarebbe avvicendato sul palco e poi per capire posizioni e dinamiche di palco, cosa utile durante il concerto. Inoltre l’opportunità di sfruttare il backstage non capita spesso
Come in tutte le prove generali che si rispettino poche cose sono andate per il verso giusto e la tensione si è fatta sentire. Queste inalazioni di sano nervosismo hanno costretto a rendermi ancora più trasparente e inesistente del dovuto; mai avrei voluto essere causa di qualche “incidente”.
Terminate, comunque, le prove, mi sono mischiato alla compagnia seguendola nel macro-camerino del teatro. Non c’è nulla di più elettrizzante che capitare in un backstage prima di uno spettacolo. Si crea quell’atmosfera di “sospensione” in cui ognuno reagisce in modo del tutto personale all’emozione o alla…strizza.
C’è chi appare serafico e rilassato, chi “ùlula” per scaldare la voce, qualcuno sfodera lo sguardo pallato nel vuoto, altri ridacchiano istericamente a battute che nemmeno nell’avanspettacolo più becera si potevano ascoltare, altri ancora schizzano da una parte all’altra degli spazi messi a disposizione, seminando frammenti di guardaroba, accessori, trucchi, etc. In minima percentuale c’è pure chi mangia.
Poi, all’improvviso, lo spettacolo comincia e avviene la magia. Tutte quelle che erano incertezze, insicurezze e frustrazioni escono definitivamente dal teatro per lasciare spazio a pura bravura.
E non lo dico perché sono di parte, ma perché mi sono trovato “dall’altra parte”. Cosa che mi ha consentito di ascoltare la potenza di voci come quelle di Elisa, delle Valentine (ne abbiamo ben tre), di Stefano e Stex (che sarebbe Stefano pure lui) e di….questo nome lo scordo sempre…ah, già… Manuel Bianco.
Non solo, durante le esibizioni è venuta alla luce (ma io lo sapevo già) la grande ironia di Federico, Patrizio e Davide.
Per non parlare delle doti eclettiche di Matteo e di Francesca o della vivacità di Giulia e Saramasetti (si scrive e pronuncia così per volontà della proprietaria del nome).
Ma quello che mi ha colpito di più è stata la sorpresa che ho provato nell’ascoltare le voci di coloro che, per atteggiamento stanno, io dico, “un passo indietro”. Quelle che sembrano, e dico sembrano, riservate, timide o delicate e che poi, al momento opportuno, sfoderano due corde vocali così. Ragazze come Elena ed Elena, Sara, Eleonora, Alessia, Martina e Antonella.
Se poi tutte queste vocalità si uniscono in coro, allora succede che il terzo occhio continua a scattare, mentre gli altri due si inumidiscono dalla commozione.
Al termine dello spettacolo, quando tutti erano sul palco a ricevere i meritati applausi, ammetto di aver faticato a non salirci anch’io, perché in quel momento ero talmente orgoglioso di ognuno di loro che avrei voluto esserne parte, fisicamente.
Ora, di foto ne ho prodotte una strage, qualcosa come 1300, di cui almeno la metà appare di buona qualità.
Quello che emerge dalle immagini è la profondità degli sguardi; una profondità che esprime quanta determinazione, forza, amore e sacrificio vengono dedicati per realizzare un sogno.
Esattamente quel sogno che ha avuto qualche tempo fa Loretta Foresti, quando ha deciso di creare Aspettando Broadway, una realtà ricca di talento e passione per il musical.
Redazione by Andrea Spedicato
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INTERVISTA LORETTA FORESTI
INTERVISTA A PAOLA NERI