Fegiz, in un crescendo di aneddoti e battute tragicomiche, porta in scena con umorismo sorprendente lo psicodramma di un critico musicale: se stesso!
Il critico musicale Mario Luzzatto Fegiz “odia i talent show”.
Del resto, lo capisco.
No, io non odio assolutamente i talent show, anzi, ne esce sempre qualcosa di buono anche per il teatro, ma sono d’accordo con il grande giornalista quando si dice “oggi il tapino viene esautorato da una contestazione che agisce in tempo reale, con i fan degli artisti pronti a coglierlo in fallo fra lazzi e insulti”.
Del resto, provai anche io a fare qualche velata e minima critica a qualche cantante uscito da un talent, tempo fa: minacce dei fans a go go. Ed alcuni artisti hanno fans più scatenati di altri.
Così, vi presento questo spettacolo, con la voglia di vederlo per capire…perchè!
Torna a Milano venerdì 5 aprile al Teatro Nuovo “Io odio i talent show”, il primo spettacolo teatrale di Mario Luzzatto Fegiz, il critico musicale più famoso d’Italia, che così ci introduce al proprio psicodramma: “Un critico musicale, un tempo temuto e rispettato, si trova a doversi confrontare con una nuova realtà: quella dei social network, i talent show, i televoti, gli SMS, improbabili giudici dal retroterra culturale esile.
Abituato dagli anni settanta a fare il bello e il cattivo tempo, oggi il tapino viene esautorato da una contestazione che agisce in tempo reale, con i fan degli artisti pronti a coglierlo in fallo fra lazzi e insulti.
Addestrato ad operare con delle certezze musicali planetarie come Elton John o i Beatles o con personaggi italiani di grande caratura scopre una sgradevole realtà: artisti che lui detesta o ignora hanno successo anche
senza la sua benedizione”.
Fegiz odia i talent show perché hanno posto fine alla dittatura della (sua) critica.
Così, in un crescendo tragicomico, racconta con sorprendente umorismo e istrionico carisma episodi sconosciuti, leggende, fatti e svariati misfatti vissuti in prima persona insieme ai grandi protagonisti degli ultimi 40 anni di musica in Italia. In circa un’ora e mezzo ricca di emozioni e colpi di scena Mario Luzzatto Fegiz, accompagnato sul palco dai musicisti Roberto Santoro (voce, chitarra ed effetti) e Vladimir Denissenkov (fisarmonica russa), in una sorta di delirio-vendetta-sfogo percorre un folle viaggio fra canzoni celebri (interpretate da Santoro) e decine di aneddoti, che riguardano tanto le leggende come Tenco, De Andrè, Dalla, Michael Jackson o Elton John, quanto gli artisti più popolari degli ultimi decenni, come Vasco, Pausini, Madonna e Ramazzotti, fino agli odierni idoli da talent come Alessandra Amoroso, Arisa, Giusy Ferreri e Marco Carta, le loro canzoni, il festival di Sanremo con i suoi retroscena, insomma tutto ciò che ci si può aspettare da chi, nel corso della sua carriera, ha incontrato più di 1.000 artisti italiani e stranieri.
E che di se medesimo, “critico musicale in pieno psicodramma” dice:”di mestiere faccio quello che vi dice se vale la pena di spendere 50 euro per un concerto o 15 per un cd. Per misteriose ragioni da 40 anni costringo
pubblico e artisti a confrontarsi con la mia incompetenza. E ho visto cose che voi umani neanche potete immaginare”.
“Io odio i talent show” – scritto da Fegiz in collaborazione con Maurizio Colombi e Giulio Nannini, e con la regia dello stesso Colombi – è uno spettacolo nuovo, al quale il pubblico italiano non è abituato. E’ un one man show sulla musica che nessuno ha mai osato – o potuto – portare in scena prima d’ora. Luzzatto Fegiz non veste più i panni del critico ma quelli dell’attore, del comico, dell’intrattenitore e lo fa con una verve che sorprenderà i suoi esimi colleghi critici – dei quali sarà finalmente ostaggio – e che lascerebbe di stucco anche gli artisti, (in-)volontari protagonisti di questa sua spettacolare maratona teatral-musicale.
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