Ormai sta diventando un appuntamento fisso, questa rubrica della serie “Italiani all’estero”.

Dopo Daniele Carta Mantiglia (intervista prima del debutto e post debutto), “emigrato” a Parigi per Le Bal Des Vampires, ed Antonio Orler, nel musical Rocky ad Amburgo ecco un’altra “vecchia” conoscenza di questo blog, Nicolas Tenerani.

Nicolas è Joey / Cover Curtis Jackson in Sister Act – das Musical (presso Metronom Theatre di Oberhausen, Germania), da un anno e tre mesi.

Nella prossima pagina, la nostra chiacchierata (foto sopra di Larry Winkler): in questa intervista Nicolas cita diversi compagni di…musical… leggete!

(foto sopra di Larry Winkler)

NICOLAS TENERANI – Joey / Cover Curtis Jackson
Der gebürtige Belgier absolvierte seine Schauspielausbildung in Italien. Dort lebte und arbeitete er auch in den letzten Jahren und sammelte vielfältige Bühnenerfahrungen. So brillierte Nicolas unter anderem in der Rock-Oper Othello und in den Musical-Produktionen Peter Pan, Robin Hood, Das Dschungelbuch und spielte die Hauptrolle in Shrek – Das Musical. Man konnte ihn außerdem in diversen italienischen Radio- und TV-Produktionen erleben. Bereits 2011 stand Nicolas für Sister Act in Mailand auf der Bühne. 2013 kam er für seine erste Produktion nach Deutschland und spielt seit der Premiere von Sister Act im Dezember 2013 in Oberhausen. Ab Oktober 2014 ist er als Erstbesetzung des Joey und Cover Curtis Jackson zu sehen.

 
Nicolas, di nuovo Sister Act, nella tua carriera e stavolta non in Italia! Ricordaci brevemente cosa hai fatto prima…

Beh sono stato Capitan Uncino, Baloo, Fra’ Tuck, Shrek con la mia amica Manuela Tasciotti, indimenticabile Mamma Orsa e Orca (semplice femminile di orco)..diciamo che il mondo delle favole non l’ho mai disdegnato..

Come mai hai deciso di provare a proporti all’estero? 

Perché la situazione in Italia era a dir poco sconfortante, nonostante avessi appena finito uno stagione di successi personali con “Shrek-il musical“.

Come sei venuto a conoscenza del provino di questo spettacolo? Cosa hai portato? C’erano altri italiani? 

Mi trovavo a lavorare in un noto resort toscano con bravissimi colleghi, quando ho visto il casting di “Sister Act-das musical” sul sito di Stage Entertainment.

Avevo fatto parte del cast italiano, allora ho deciso di concentrarmi sulla lingua, ed in maniera incosciente affrontare il provino. Ero molto scoraggiato in quel periodo, ma ricordo benissimo la chiacchierata con il collega Alessandro Arcodia, che citando Jim Morrison mi disse “Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio.”

Dico sempre che quando l’acqua comincia ad essere alta si impara a nuotare: quindi ho cominciato a guardarmi attorno, avventurandomi alla ricerca di un nuovo lavoro, e i vari siti di Stage Entertainment in tutto il mondo hanno sempre una sezione dedicata ai casting.

Così, ho inviato il materiale e poi ho ricevuto un graditissimo invito per l’audizione di Sister Act.
Per questa audizione, su parte, ho preparato una scena con protagonisti i tre scagnozzi di Curtis Jackson e la canzone “Hey Schwester” (Signora in nero era il titolo italiano).

Avendo già interpretato la versione italiana, e non volendo ripetermi ho chiesto aiuto al prezioso Davide Nebbia, per trovare nuovi spunti per il personaggio di Joey, corpulento e sciupafemmine..e chi meglio di lui poteva aiutarmi.

E il buon Nebbia è corso subito in mio aiuto. Per la pronuncia in tedesco devo ringraziare pubblicamente Sandro Di Lucia, performer anche lui tedesco di adozione ormai, che avendo fatte parte del cast ad Amburgo e parlando tedesco, mi ha dato un preziosissimo aiuto per riuscire a superare l’ostacolo della lingua, fino ad allora a me sconosciuta. Alle audizioni ho trovato diversi colleghi italiani, ma ero molto più preoccupato della concorrenza tedesca, tra connazionali credo scatti un senso di solidarietà.

Il tedesco non è certo facile…

Beh, ho sempre pensato che il tedesco abbia tutto tranne che del musicale. Esistono suoni che non abbiamo nel nostro “repertorio linguistico”. Esempio stupido, hanno sedici suoni diversi per le vocali, noi credo ci fermiamo a 7 o 8. Il modo di articolare è completamente diverso, la nostra musicalità, anche nel solo parlare, qui non esiste. Quindi l’ostacolo linguistico è fortissimo, tutt’ora ho un professore che si occupa solo ed esclusivamente della fonetica, una volta alla settimana. Ma poi penso ad Enrico Bernardi ad esempio, ormai famosissimo entertainer sulle navi da crociera più prestigiose, che si esibisce con one man show in almeno tre lingue diverse, e questo non può spronarmi a fare sempre del mio meglio.

Raccontaci qualcosa di più di questo Sister Act: lo standard della Stage è sempre quello. Ci sono differenze da quello che avviamo visto a Milano?

Storia e score sono esattamente gli stessi. Per quanto riguarda l’impianto scenico, lo spettacolo è sicuramente più ricco, ma principalmente perché la grandezza del teatro lo consente.

Abbiamo un palco girevole, binari che consentono alle quinte di muoversi in verticale ed orizzontale, un “secondo piano” praticabile dove si svolgono alcune scene, come il rocambolesco inseguimento all’interno del convento. Quindi chi si trova a vedere la versione tedesca noterà sicuramente una imponenza maggiore.

Qual è il tuo ruolo nel musical? 

Io sono Joey, uno dei tre scagnozzi del boss, assieme a Tj e Pablo.

A noi credo sia riservato uno dei momenti più divertenti di tutto lo spettacolo, “Hey schwester” nel quale corteggiamo senza freni una suora. E per finire in bellezza questo contratto sono diventato anche cover di Curtis Jackson, il cattivissimo Boss, finalmente un cattivo senza redenzione, non fumettistico che mi consente di affrontare nuovi percorsi attoriali.

Com’è composto il cast? Ci sono altri italiani?

Il cast è internazionale, ho colleghi che arrivano dagli Stati Uniti, dal Brasile, dalla Francia, dall’Olanda e poi la bravissima Laura Panzeri, un’altra “incosciente” che assieme a me ha affrontato questa avventura fin dall’inizio. Lavoravamo assieme nel resort citato sopra, quando l’ho convinta a mandare foto e curriculum per Sister Act..ed eccoci qui, dopo oltre 350 spettacoli, ancora assieme in Germania. Ed altre belle notizie arriveranno, ne sono certo..

Il pubblico risponde bene? É diverso da quello italiano? Come vivi la tua quotidianità all’estero?

Il calore del pubblico mi ha stupito, e abbiamo standing ovation quasi ogni sera. Cosa accaduta raramente in Italia, ad esempio. Pure il rapporto con i fan è diverso, sono molto più discreti, abbiamo i nostri “followers” che vedono lo spettacolo anche 20 volte, ma mai si intromettono nella vita privata, si spacciano per amici o ci vivono in maniera morbosa come a volte capita da noi. Essendo poi uno spettacolo stabile, riceviamo le lettere, dove ci chiedono foto con autografi, allegando la busta già affrancata per la spedizione e questa cosa la trovo di una dolcezza unica. Grazie alla magia di questo spettacolo il rapporto coi colleghi è ottimo, come lo era con il mitico cast italiano, ci viviamo costantemente anche al di fuori del teatro. Quindi la mia quotidianità è fatta di palestra, cucinare con gli amici, il sushi con Laura ogni settimana, godermi qualche weekend nelle città vicine.

Cosa consiglieresti ai performer italiani che volessero fare un’esperienza all’estero? 

Consiglio di provare, di mettersi in gioco, di non arrendersi mai, di essere curiosi, intraprendenti. In Italia il nostro mestiere è maltrattato, paghe al di sotto della minima, nessuna tutela sindacale, qui per fare un esempio abbiamo 7 rappresentanti all’interno della struttura.

Nonostante questo sogno di tornare, conto nei nuovi nati, in chi resiste portando avanti progetti artisticamente onesti. Ma il lavoro è pochissimo, discontinuo, quindi ci troviamo costretti a dover cercare altrove, e questo non vuol dire scappare, non è sputare nel piatto dove si è mangiato fino ad ora, è solo non voler perdere la dignità e continuare a vivere del proprio mestiere.

Ringraziamenti? 

Ringrazio chi mi è sempre stato vicino senza dubitare mai. La mia famiglia in primis, senza di loro nulla esisterebbe. Laura e Tony. Poi alcuni colleghi, che inaspettatamente hanno saputo sempre sostenermi, Jacopo Pelliccia con i suoi spassosi aforismi su cibo e amicizia e , Marco Trespioli, compagno di lunghissime chiacchierate su “Profondo Rosso-il musical”, Antonella Marinuzzi e i suoi mille dialetti e balletti che mi fanno sempre sorridere (lei si che è una performer mancata), Luca Giacomelli, quando trova il tempo di rispondere ai messaggi. Insomma la lista sarebbe lunga, se dovessi riempire un teatro sarebbe presto sold out.