Dopo quasi 500 repliche in Francia, finalmente arriva in Italia “Io, Caravaggio” con Cesare Capitani.

L’appuntamento è ad Asti Teatro il 28 giugno alle ore 20:00.

Diavolo Rosso

Ore 20 ANTEPRIMA

Io Caravaggio

Scritto da Cesare Capitani

con Cesare Capitani e Laetitia Favart

Ispirato al romanzo di Dominique Fernandez « La course à l’abîme »

Direzione d’attore di Nita Klein

Luci di Dorothée Lebrun

Canti tratti da opere di Claudio Monteverdi, Giulio Caccini,

Michelangelo Grancini, Carlo Gesualdo eseguiti a cappella

Lo spettacolo è sostenuto dell’Istituto Culturale Italiano di Parigi

Il testo dello spettacolo “Io, Caravaggio” è pubblicato da Triartis

“Caravaggio rivive, davanti agli occhi dello spettatore, l’infanzia nel piccolo borgo lombardo, l’approccio alla pittura, i primi problemi con la giustizia, la fuga a Roma nella speranza di fare fortuna. Nella Città Eterna il giovane Michelangelo, grazie a pochi quadri carichi di una forza e di un erotismo mai visti, sconvolge la pittura e raggiunge la gloria. I potenti se lo contendono, i cardinali lo proteggono e rapidamente diventa il pittore ufficiale della Chiesa. Ma Caravaggio è un uomo dal carattere violento e solitario: un vero ribelle che rifiuta ogni compromesso, ogni vantaggio che il suo talento e i suoi contatti potrebbero garantirgli. Il suo modo di vivere è una costante provocazione, un affronto continuo alla morale: prende come modelli per i suoi quadri prostitute, malfattori e vagabondi; ama uomini e donne scegliendo spesso tra le pieghe più sordide della società; è sempre pronto a usare i pugni o la spada… In breve i processi a suo carico si moltiplicano: passa lunghi periodi in prigione, assapora il gusto amaro del declino e della miseria, si macchia di omicidio e viene condannato a morte. Si vede costretto a fuggire e ad errare tra Napoli, Malta, la Sicilia… La sua vita terminerà, in modo tragico e misterioso, su una desolata spiaggia al nord di Roma. Il racconto, vivo e palpitante, a tratti diverte con la sua ironia, a tratti fa riflettere grazie alla sua perspicacia, più spesso commuove perchè Caravaggio vi confessa anche i più intimi

pensieri, le sue angosce più vive. Apre il cuore e mostra la parte più cupa dell’anima”. Cesare Capitani