Dove c’è spettacolo non c’è teatro. Il teatro può dare
osceno, proprio nell’etimo, porno nel senso proprio greco. (Carmelo
Bene
)

È eccitante perché, a differenza del cinema, non ci sono
primi piani, quindi una persona deve essere abile a usare ogni centimetro di se
stessa. (Katie Holmes)

Il campo magnetico prodotto dall’incontro tra il corpo
dell’attore e quello degli spettatori può determinare – a patto che in scena
accada veramente qualcosa – un cortocircuito che non ha uguali dal punto di
vista delle emozioni e della conoscenza. Da uno spettacolo teatrale dovremmo
pretendere, sempre, che determini un cambiamento anche piccolo ma significativo
nello svolgimento ordinario delle nostre vite. (Fabrizio
Gifuni
)
Giuro, io nemmeno lo sapevo, ma pare che ieri sera in TV
abbiamo passato uno dei film “scandalo”, tratto dalla trilogia
scritta da E.L James: 50 sfumature di….mi sfugge il colore, perché su Facebook
alcuni hanno scritto di nero ed altri di grigio.
No, non andrò nemmeno su Google a
controllare. Non mi interessa.

Sarà che è tanto tempo che non guardo la Tv,
non per posa, ma per altri interessi (e dire che la tv la faccio!), impegni, o
semplicemente perché preferisco leggere un libro, ma mi sono accorta del
palinsesto serale, proprio dai post degli amici su facebook.
Così, per perdere tempo, ho postato l’immagine
che vedete sopra ed ha avuto parecchio successo tra i miei contatti.
Solo una celia, una pinzillacchera, o per
dirlo con King, tanto di moda oggi, che sto rileggendo con enorme piacere, un
bool e non di sangue.
Sono piacevolmente colpita dal successo della
foto sopra: vuol dire che c’è altra gente che la pensa come me.
La stanza del piacere potrebbe davvero, per
molti, anche se non per tutti, essere un teatro.
In effetti, è una stanza rossa, per la
maggior parte delle volte, come la stanza originale del caro Mr Grey.
E come viene definita nel romanzo?
“La stanza dei giochi”.
E quale gioco per adulti migliore ci può
essere se non il teatro?
Il luogo altro, dove tutto può succedere.
Dove c’è la vita e la morte. C’è sesso, c’è tradimento,
c’è passione, c’è tortura. C’è amore. Da Shakespeare in poi.
E’ il non luogo, l’universo parallelo
separato dal velo rosso, dove si gioca al “facciamo che”.
Vi ricordate quando giocavamo da bambini? “Facciamo
che io ero…..”
To play, in inglese. Jouer, in francese.
Raffaele Paganini, mi piace ricordarlo, in
una delle mie prime interviste parlava di “giocare a non giocare un gioco”.
E’ il luogo delle maschere, dove ci si affida
e ci si fida, per entrare nello sconosciuto e vedere insieme dove si va a
finire.
E’ il luogo dove troviamo una parte di noi
che non conoscevamo.
Su la maschera, giù la maschera!
Per me, il Teatro è un’ottima stanza dei
giochi.
Mr Grey, scansati proprio!