Il 27 aprile il progetto “Racconti in tempo di peste” arriverà al 50° giorno di programmazione online sulla pagina facebook dedicata e sui siti web di Compagnia Corrado d’Elia e di Teatro Pubblico Ligure. Importanti i numeri raggiunti: superate le 140.000 visualizzazioni con i video proposti ogni giorno alle 12 in punto, raggiungendo 250.000 persone e oltre 8.600 followers. Siamo felici del riscontro del pubblico e proprio per questa ragione abbiamo pensato di coinvolgerlo ancora di più!
Vogliamo a questo punto dare voce proprio a loro, alla nuova comunità di spettatori, al nuovo pubblico online. Dopo 49 giorni, 49 video, 49 contributi di artisti, scrittori, musicisti, giornalisti e professori, saranno proprio gli spettatori i protagonisti di questo nostro Decamerone contemporaneo, mandando un contributo, una poesia, un brano di prosa o un pezzo musicale, condividendo così una testimonianza artistica di reazione al tempo di peste.
“Vogliamo che sia la Comunità a raccontare – dicono Corrado d’Elia e Sergio Maifredi – una Comunità è viva attraverso le storie, i miti, che condivide. Come scrive Italo Calvino: le città non sono solo scambi di merci: sono scambi di gesti, parole, emozioni, memoria, tempo, sapere”.

Modalità di partecipazione e di invio
• I contributi video dovranno essere girati con il cellulare in formato orizzontale e avere una durata massima di 2 minuti.
• Il video inizierà con una semplice presentazione: nome, luogo in cui vi trovate, titolo e autore del brano che andate ad interpretare o eseguire. Esempio: “Buongiorno, mi chiamo Giuseppe, vi parlo da Messina, per Racconti in tempo di peste leggerò I limoni di Eugenio Montale”.
• I video dovranno essere inviati tramite WeTransfer a: compagnia@corradodelia.it o racconti@teatropubblicoligure.it

I contributi video saranno visionati e pubblicati sulla pagina facebook di Racconti in tempo di peste per una grande “maratona pubblica” il giorno lunedì 27 aprile alle ore 12.00.
Racconti in tempo di peste è la costruzione di un’opera d’arte, sul modello di Decameron di Giovanni Boccaccio, costituita da cento racconti per cento giorni. L’arte, la letteratura, la bellezza per sconfiggere la paura.

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GLI APPUNTAMENTI FINO AL 9 APRILE
Giorno 1 – 9 marzo 2020: Gabriella Greison legge Rotola i dadi di Charles Bukowski
Giorno 2 – 10 marzo 2020: Giuseppe Cederna legge Racconti in forma di poesia di Raymond Carver
Fuori collana: Nove marzo Duemilaventi di Mariangela Gualtieri detta da Giuseppe Cederna
Giorno 3 – 11 marzo 2020: Paolo Graziosi dice Io vulesse truvà pace di Eduardo De Filippo
Giorno 4 – 12 marzo 2020: Michele Sganga esegue al pianoforte la sua composizione inedita Oscillazione gravitazionale
Giorno 5 – 13 marzo 2020: Maddalena Crippa legge Chandra Livia Candiani da Il silenzio è cosa viva (Einaudi)
GIORNO 6 – 14 marzo 2020: Giovanni Falzone, trombettista jazz, esegue il suo pezzo Laila – La conta degli assenti
GIORNO 7 – 15 marzo 2020: Mario Incudine dice Barbablu di Costanza DiQuattro
GIORNO 8 – 16 marzo 2020: Tullio Solenghi legge Chichibio e la gru da Decameron di Giovanni Boccaccio
GIORNO 9 – 17 marzo 2020: Luigi Marinelli (ordinario di Lingua e letteratura polacca, Università La Sapienza, Roma) legge Tadeusz Kantor
GIORNO 10– 18 marzo 2020: Piergiorgio Odifreddi racconta Isaac Newton e la peste del 1665 in Inghilterra
GIORNO 11 – 19 marzo 2020: Dario Vergassola ha scritto e legge Un’avventura straordinaria al mercato cittadino
GIORNO 12 – 20 marzo2020: Paolo Bosisio, professore di Storia del teatro e regista d’opera, legge Il sergente della neve di Mario Rigoni Stern
GIORNO 13 – 21 marzo 2020: Antonio Vasta, compositore, esegue Viaggio immaginario
GIORNO 14 – 22 marzo 2020: Lauro Magnani, storico dell’arte – Università di Genova, illustra Il racconto di due misteriosi dipinti di Rembrandt
GIORNO 15 – 23 marzo 2020: Antonio Syxty legge L’autostoppista della Galilea di Richard Brautigan
GIORNO 16 – 24 marzo 2020: Jurij Ferrini legge Svejk nella seconda guerra mondiale di Bertolt Brecht
GIORNO 17 -25 marzo 2020: Paolo Fresu legge Sandro Penna ed esegue Sensousness tratta dal cd Eros (Tŭk Music 2016) con Paolo Fresu, Omar Sosa e Jaques Morelenbaum
GIORNO 18 – 26 marzo 2020: Roberto Alajmo (scrittore) racconta la storia del Principe Monroy della Pandolfina
GIORNO 19 – 27 marzo 2020: Eugenio Barba e Julia Varley, fondatore e attrice dell’Odin Teatret, condividono in esclusiva MR. PEANUT Un personaggio che non può morire
GIORNO 20 – 28 marzo 2020: Massimo Minella, giornalista e scrittore, racconta La leggenda del Rex
GIORNO 21 – 29 marzo 2020: Paolo Andreoli, violinista (Quartetto di Cremona), esegue Étude-Caprice op.18 n.1 di Henryk Wieniawski
GIORNO 22 – 30 marzo 2020: Angelo Zampieri legge Le Cosmicomiche di Italo Calvino
GIORNO 23 – 31 marzo 2020: Roberto Citran legge Ciao nudo di Roberto Citran e, fuori collana, Sillabari di Goffredo Parise
GIORNO 24 – 1 aprile 2020: Faisal Taher canta Due canzoni per l’Italia
GIORNO 25 – 2 aprile 2020: Andrea Nicolini legge Edgar Allan Poe di Lou Reed
GIORNO 26 – 3 aprile: Edoardo Erba legge Una cosa che comincia per “L” di Dino Buzzati
GIORNO 27 – 4 aprile: Massimo Wertmüller dice La guerra e La stretta de’ mano di Trilussa
GIORNO 28 – 5 aprile: Gian Luca Favetto legge Foglie d’erba di Walt Whitman
GIORNO 29 – 6 aprile: Maria Amelia Monti legge Ami di Edoardo Erba
GIORNO 30 – 7 aprile: Marco Sciaccaluga legge Impressioni teatrali di Wislawa Szymborska

GIORNO 31 – 8 aprile: Nino Formicola racconta un fatto accaduto a Milano
GIORNO 32 – 9 aprile: Roberto Alinghieri legge Il mostro Franz di Stefano Benni e I piaceri di Vitaliano Brancati

“Un Decameron contemporaneo. Non teatro in gabbia, in cattività – spiegano d’Elia e Maifredi- ma racconti nati qui e ora per noi, per Voi; donati da artisti, scrittori, giornalisti, poeti, musicisti. Perché l’arte, la parola, la musica è ciò che ci fa sentire insieme oltre la paura. Un tempo vuoto da riempire di straordinario, di tutto ciò che nella quotidiana fretta poteva apparire inutile.
Lo spettacolo dal vivo è, più delle altre arti, incontro, scambio, partecipazione, atto poetico che unisce, avvicina e annulla le distanze. Ed è proprio nella sua continua tensione verso il contatto umano che sta la sua forza vitale e rigeneratrice. È dunque soprattutto in questo momento di crisi che la natura stessa dell’atto teatrale e del nostro essere uomini di teatro che ci spinge a trovare nuove soluzioni, nuovi percorsi che non si arrendano, e anzi ci spingano a reagire, creando nuove forme di incontro, nuovi luoghi e nuove occasioni. Per restare vivi culturalmente e spiritualmente. Per non sommare al danno economico, che inevitabilmente ci troviamo a fronteggiare, un più grave danno culturale”.