Sono durati quasi tre anni i lavori di restauro del Teatro Donizetti di
Bergamo, iniziati il 5 febbraio 2018 e andati avanti con il solo e
imprevedibile blocco causato alcuni mesi fa dalla pandemia e con minime
variazioni al progetto originale, cosa assai rara per un lavoro di tali
dimensioni, con un costo stimato di circa 18 milioni di euro, la cui
copertura è stata garantita dagli enti pubblici – fra cui Ministero per i
Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, il Comune di Bergamo e
la Regione Lombardia –, ma anche da un significativo apporto di privati
(grazie ad Art Bonus) pari a circa 9.5 milioni di euro; il totale dei
fondi, che ha superato i 19 milioni di euro ha inoltre permesso di
fronteggiare gli imprevisti e di portare a termine ulteriori interventi
rispetto al piano di lavori originario. Il progetto redatto dallo Studio
Berlucchi di Brescia è stato affidato alla ditta Fantino Costruzioni
Spa (Capogruppo) in ATI con Notarimpresa Spa.

 
Il Teatro Donizetti, che già nel novembre 2019 aveva accolto nel Cantiere il pubblico per la prima mondiale dell’opera L’ange de Nisida
– lavoro di Gaetano Donizetti che si credeva perduto e che ha ottenuto
il Premio Abbiati dall’Associazione nazionale critici musicali – fra
qualche settimana tornerà in attività, accogliendo prima le fasi
produttive del prossimo festival Donizetti Opera quindi a metà novembre
anche il pubblico. Nei mesi successivi riprenderà così regolarmente la
programmazione gestita dalla Fondazione Teatro Donizetti, guidata dal
presidente Giorgio Berta e dal direttore generale Massimo Boffelli: dopo
il Donizetti Opera con la direzione artistica di Francesco Micheli e
quella musicale di Riccardo Frizza, è in programma la Stagione di Prosa
diretta da Maria Grazia Panigada, l’operetta e il Bergamo Jazz Festival
affidato a Maria Pia De Vito.
 
I lavori hanno interessato tutta la struttura e sono stati finalizzati
principalmente alla realizzazione di sale per l’orchestra nella zona
sotto la platea, della buca orchestrale mobile, di un nuovo corpo
edilizio per i camerini, una nuova biglietteria, così come nuovi sono i
locali per il bar principale e per quello del pubblico della galleria.
Nuovi anche il corpo ovest con gli uffici, le sala prove, le sale per
catering e attività per il pubblico. Completamente restaurati tutti i
palchi, il soffitto di platea e del foyer.
 
Il cantiere del Teatro Donizetti si sarebbe dovuto concludere nei mesi
estivi del 2020 ma ha dovuto subire uno stop a causa della pandemia,
chiudendo parzialmente il 13 marzo, quindi osservando il lockdown dal 22
marzo. I lavori sono ripresi a maggio, adottando tutte le misure di
contrasto alla diffusione del Covid-19. Il cantiere ha comunque
collezionato dei primati in termini numerici: vi hanno lavorato
mediamente 50 persone al giorno, numero che è salito a 80 nell’ultimo
periodo per recuperare i ritardi dovuti alla pandemia. Considerati
quindi operai, tecnici e professionisti che si sono alternati nel
cantiere, si sono raggiunti circa 32.500 giorni di lavoro totali per
quasi 260.000 ore di lavoro complessive. Uno sforzo umano incredibile al
quale vanno aggiunti numeri straordinari in termini di materiali e
macchinari utilizzati: sono stati posati ad esempio quasi 2.000 mq di
tappezzerie decorative parietali, circa 1.800 mq di nuovi pavimenti in
parquet. È stato installato un nuovo sipario tagliafuoco che misura 15
metri di larghezza per 12 di altezza e pesa complessivamente circa
25.000 Kg; sono state utilizzate quasi 240 tonnellate di acciaio per
rinforzi strutturali, nuove costruzioni e facciate. Dentro la struttura
corrono ben 100.000 m di nuovi cavi per gli impianti elettrici. Un
lavoro davvero imponente pensato per fare del Donizetti un teatro
moderno, in linea con le più recenti normative di sicurezza, ma
soprattutto un luogo di aggregazione indipendente dagli spettacoli in
scena, vivibile tutto l’anno dalla città in spazi diversi.