La Dual Band, fondata nel 1997 da Anna Zapparoli e Mario Borciani dal 2015 in collaborazione con Artepassante, ha costruito e gestisce il Cielo sotto Milano, un teatro da 99 posti all’interno del Passante ferroviario di Porta Vittoria.
Ed è nel primo teatro al mondo in un metrò, che quella che ora è diventata una compagnia a cui appartengono attori che cantano e cantanti che recitano, manda in scena spettacoli che uniscono teatro e musica.
Nella prossima pagina, la nostra intervista.
Ci parlate dei vostri spettacoli più imminenti?
R. Nel mese di maggio abbiamo in cartellone due spettacoli per noi molto importanti, che si rivolgono a chi ama molto la musica. Il primo Troppo brava – La romanzesca romantica storia d’amore di Clara e Robert Schumann è un concerto-racconto: un format che usiamo frequentemente. L’abbiamo fatto con Monteverdi, Mozart, Beethoven, Schubert, e i Beatles. Il secondo, il monologo di Molly Bloom è una composizione originale di musical da camera.
Il primo che andrà in scena il 12 maggio, racconta quindi la vita di Clara e Robert Schumann?
R. Sì, anche se devo ammettere che la figura che emerge di più è proprio quella di Clara. È una commedia di rapporti umani, vasta e dolorosa come il secolo di cui è simbolo, l’Ottocento, ma comunque uno dei primi esempi di femminismo attivo, intrecciata con la musica più romantica che sia mai stata scritta, suonata al pianoforte da Mario Borciani. Clara è una donna vessata prima dal padre, poi dal marito, è una eccellente pianista a cui viene impedito di svolgere il proprio lavoro, relegata al ruolo di moglie e madre. Le poche volte che riesce ugualmente ad allontanarsi da casa, Robert si fa prendere dalla malinconia e si ubriaca. Mentre la mente di lui inizia a scivolare nella follia, si insedia in casa Schumann il giovanissimo Johannes Brahms che continuerà a vivere sotto lo stesso tetto con Clara anche dopo la morte di Robert che avverrà due anni dopo in manicomio. L’indomita Clara, nonostante tutti i ricatti subiti dai suoi tre uomini, continuerà a girare l’Europa fino alla vecchiaia, portando ella stessa alla meritata celebrità la musica di Robert Schumann.
Nello spettacolo del 30 maggio, la protagonista è un’altra donna: Molly Bloom
R. Questo nostro spettacolo è stato scritto nel 1999 per il Teatro Filodrammatici di Milano e ha avuto una vita avventurosa: è stato a Roma, Londra, Edimburgo, e ora siamo felici di riproporlo nel Cielo sotto Milano.
Un’immersione nell’anima di Molly Bloom, la penelope – certamente infedele questa – dell’Ulisse di Joyce. Un 8 sdraiato è ∞, l’infinito, ma è anche la forma di una donna sdraiata, dice Joyce. Nei folgoranti otto paragrafi senza punteggiatura – il famoso stream of consciousness – Molly, a letto, nel dormiveglia, dipana pensieri sconnessi, brandelli di vecchie melodie, ricordi, amori e lampi di metafisica chiaroveggenza, fino a pronunciare, nell’ultima parola dell’intero romanzo, il SÌ assoluto, il sì a tutto, il sì alla vita: il SÌ più famoso della letteratura novecentesca.
Come avrà fatto un uomo a capire così tanto dell’anima di una donna? È un grande, bellissimo mistero.
A cento anni dalla sua pubblicazione, un testo ancora scandaloso di alta poesia e inaspettato umorismo, ma che tratta temi scabrosi con un linguaggio a tratti osceno e che, ci sembra giusto avvisare, potrebbe urtare la sensibilità di alcune persone.